Un paese con un territorio estesissimo com’è Vico Equense, un paese con più di venticinquemila abitanti e un dirigente sanitario pretoriano di De Luca che in una sera decide
di sospendere il Pronto Soccorso perché le unità del personale impegnato devono
essere smistate nei centri anti Covid previsti da De Luca. Così si lascia una città scoperta senza un
presidio di Pronto Soccorso, che non era attrezzato come doveva esserlo un
pronto soccorso, ma che ha sempre fornito un primo intervento, e per chi
scrive, due volte salvifico. Da ieri
sera questa cosa non sembra sia più possibile. E’ Un fatto gravissimo! Ma col
Covid si stanno sdoganando le peggiori rappresaglie antipopolazione mai viste
fino ad ora. Ci sarebbe dovuto essere tutto il paese, soprattutto i cittadini della zona alta,
ancora più lontani da Sorrento e Castellammare ormai gli unici presidi di pronto soccorso sul territorio,
ma stamattina ho visto solo un consigliere
della minoranza e alcuni consiglieri della maggioranza con qualche
rappresentante di Associazione di categoria ( commercianti), per intenderci i supporter del sindaco
Buonocore, che fa la parte della bella addormentata nel bosco.
Mi basta un’occhiata per capire che ancora una
volta si sta giocando un gioco sporco sulla pelle dei cittadini. L’Ospedale unico aleggia su tutto. Questa chiusura improvvisa è una prova
tecnica di presa per i fondelli, pensata al tavolino l’ennesima: i
consiglieri di maggioranza, il consigliere di maggioranza Giuseppe Aiello, che parte per andare in Regione e dice che non si
muoverà di lì se non gli daranno assicurazioni certe di riapertura. Tornerà a
Vico con qualche impegno preso di un funzionamento a scappamento ridotto e
tutti crederanno nella bontà di questi nostri amministratori e andranno a casa
felici e contenti.
Insomma, il solito gioco delle parti, ma il destino dell’Ospedale De
Luca e Rossano di Vico Equense è ormai segnato, e lo sanno tutti, anche quelli
che ora fanno finta di protestare e il Covid gli sta dando il colpo di grazia.
Qualcuno dice di ricorrere al TAR, come se non sapessimo che il TAR è l’espressione
di chi amministra la cosa pubblica alla quale da sempre ragione. Le
istituzioni locali con la delibera comunale di
indirizzo n.53/2012 acconsentirono alla chiusura del
nostro ospedale: la votarono tutti e dico tutti, anche quelli che oggi
dicono di voler ricorrere al TAR, anche quelli che dicono che vi apportarono
dei cambiamenti. Votarono tutti quella delibera in consiglio comunale, il
sindaco di allora Gennaro Cinque e l’attuale sindaco Andrea Buonocore, che oggi
dice di non sapere niente.
E così si organizzano le pagliacciate che stiamo vedendo da ieri sera: un presidio dove ci sono i fiancheggiatori di Andrea Buonocore che sembrano svegliarsi ora . Un disegno ben preciso tutto all’interno di una sanità allo sfascio in Regione Campania, dove se c’è qualche eccellenza, la si deve solo all’abnegazione e alla professionalità da poche mosche bianche. De Luca da Fazio, mantenendo fede alla maschera da gran guignol che si è stata cucito addosso e che ora esibisce come un vezzo, vuole passate come l’unico oppositore del COVID in Italia. Con le sue esternazioni da capo bastone sembra aver voluto mandare a tutti questo messaggio: in Campania si può morire di tutto,di febbri infettive, emorragie interne, infarto, cancro, basta che non si muoia di Covid, anche se poi tutti i positivi importanti si fanno riprendere nelle loro case sorridenti e truccati e fanno anche il doppio tampone. Questa è la sanità in Campania,e in Italia, mi risponderanno che è molto meglio di quella statunitense, ma si stanno facendo passi da gigante per poterne raggiungere al più presto gli stessi standard. Buona salute a tutti è l’unico augurio da farsi.
“In Italia non c’è nulla di più definitivo del provvisorio e nulla di più provvisorio del definitivo"
RispondiEliminatanto basterebbe per stigmatizzare la chiusura "temporanea" del pronto soccorso ma purtroppo non basta. Non basta perché sfugge che non è solo il pronto soccorso ad andarsene ma è la speranza, la fiducia nello stato e nella possibilità di poter condurre una vita dignitosa anche nei piccoli centri. Viene disgregata, un pezzo alla volta, l'idea di comunità che si regge anche sui simboli e sui luoghi simbolo: chiesa, piazza, ospedale etc etc. E' chiaro che un PS come quello di Vico non riuscisse a garantire interventi per tutti i casi di urgenza ma è altrettanto chiaro che una crisi allergica anche grave, una difficoltà respiratoria o una crisi ipertensiva potevano essere tranquillamente trattate. Dai benpensati ci verrà risposto che chiunque può mettere due punti o somministrare un lavaggio con cortisone o un diuretico ma la risposta è: tu dove andrai nel cuore della notte, magari essendo costretto/a a lasciare un figlio piccolo a casa da solo? A Sorrento? A Castellammare? a Torre? dove? dove c'è l'ortopedia? dove c'è la chirurgia? dove c'è pneumologia? chiami l'autombulanza? ma se prima erano 2 ora ora quante ne sono?
Io andrei in difficoltà se non in panico. Ora la politica, di tutti i livelli, si occupasse di superare le emergenze ma soprattutto di anticiparle, si occupasse di costruire comunità fornendo ai cittadini valide e concrete alternative senza trattarci come minus habens, affabulando tra suggestioni e promesse degne di Lucignolo. Il virus del falso è letale per le comunità, si insinua e disgrega, separa inesorabilmente.
Si occupasse, da ora, della medicina territoriale.
Ci dicesse, insomma, di che morte dobbiamo morire