mercoledì 13 novembre 2019

VORREI CHE SI FACESSE UN’ALTRA LETTURA DELLA CADUTA DEL MURO DI BERLINO.




In questi giorni si assiste alle celebrazioni enfatiche della caduta del muro di Berlino, i media europei stanno facendo l’apoteosi della caduta del muro del  1989. E in prima fila i media, quasi a volerci ricordare che il nostro è il migliore dei mondi possibili, ci mostrano masse di disoccupati o lavoratori precari che celebrano l’avvenimento come il simbolo non plus ultra della libertà. Su questa vicenda io avrei qualche perplessità, anzi più di una per la verità.  La verità è che il 1989, è stato un anno terribile , ovvero l’anno della liberazione del capitale, della vittoria delle classi dominanti e dei mercati a livello planetario, rispetto ad un mondo diviso in due, nel quale era ancora possibile controllare l’espansione voracissima dei mercati. Il capitalismo fino ad allora era limitato da una forza che certamente non era esente da contraddizioni e anche da aberrazione ( che forse il capitalismo non ne ha mai avute o non ne ha?), ma della cui presenza erano certamente quelli che stavano al di qua del muro di Berlino: i movimenti di critica al capitale, i movimenti di protesta, i partiti socialisti e comunisti dell’occidente, in primis il PCI in Italia. In fondo i diritti sociali, il welfare state, i diritti del lavoro,le rivendicazioni delle classi lavoratrici che ancora scendevano in piazza e ottenevano conquiste tangibilissime in virtù e in forza di quella presenza che era antagonista al capitalismo. Prova ne è, che caduto il muro di Berlino, con il massiccio intervento della chiesa di Papa Woytila, il papa più a destra della storia d’occidente, crollata ingloriosamente l’Unione Sovietica, sono sparite tutte le conquiste sociali, tutti i diritti del lavoro, tutte le figure del welfare state, che ancora erano egemoniche prima del 1989, mentre abbiamo assistito all’escalation e al trionfo del capitalismo globalizzato che , in assenza dell’altra parte, ovvero del socialismo realizzato, ha sferrato un attacco massiccio atto a confermare una restaurazione del potere dei mercati su ogni cosa e spacciando tutto questo per la vera libertà, contro il controllo della STASI, come se oggi, non fossimo controllati tutti persino nelle nostre scelte più intime, e un film come “Le vite degli altri” si potrebbe benissimo girare in una qualsiasi città del tanto libero e osannato occidente capitalistico. E allora io credo che peggio del mondo diviso in due blocchi poteva esserci solo quello che è venuto dopo ovvero il mondo “ a una dimensione” di marcusiana memoria.  Il mondo del capitalismo americano integrale. E allora io non esulto, e credo che tutti siamo stati plagiati dalla potere del capitale che mostrava le sue luci e i suoi grandi centri commerciali immediatamente adiacenti al muro di Berlino Ovest, mentre a Berlino Est c’era silenzio e oscurità certo e c’erano i controlli di polizia, ma quell’oscurità permetteva ancora una difesa dalla grande caverna globale della mercificazione nella quale siamo caduti tutti e nella quale  nessuno più riesce ad immaginare un mondo diverso da questo. Mi piacerebbe ascoltare i cosiddetti commentatori politici cha affollano i salottini rumorosi del nostri media raccontare la storia in questo modo , ma purtroppo sono pochissimi che lo fanno, mentre i media di regime a regime dei padroni della finanza globale, esercitano il loro potere torvo e violento  erigendo altri muri in altri posti, massacrando poveri e popolazioni in altre parti del mondo , non più frenati da nessuno che simbolicamente rappresentava qualcosa di diverso da loro e anche nella stessa Germania di oggi chi era ad est continua ad essere povero prova ne sono le recrudescenze destroidi che si registrano in quei paesi.

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