Ho ascoltato e visto l’intervento
del consigliere comunale Ciro Maffucci, una parte suppongo, quella che è stata
postata e nella quale Ciro srotola davanti a una rappresentanza comunale
semplicemente pietosa per lo spirito , per l’attenzione, e per gli atteggiamenti
tenuti, le foto di alcune località del territorio dove sono stati eseguiti o
sono ancora in corso lavori comunali.
Ovvero lavori decisi dall’ufficio tecnico
di questo comune e dall’assessore ai lavori pubblici Gennaro Cinque, lavori
naturalmente, autorizzati poi dal sindaco Andrea Buonocore.
A Ciro un plauso per l’impegno costante, per
la tenacia e la forza di sopportare la rozza volgarità presente in quel
consesso e un plauso soprattutto per il rispetto che manifesta nei confronti
della cittadini, e dell’istituzione in cui si trova ed agisce. Rispetto però
che forse , ma è una mia opinione sia
ben chiaro, i cittadini di questa città non meriterebbero e vi spiego anche il
perché non lo meriterebbero.
Vedere quel video mi ha provocato per un momento un
profondo senso di sconforto: sconforto causato dal constatare sui visi di
quelle persone sedute dal lato opposto a Ciro Maffucci, ovvero nel gruppo della
maggioranza ,indifferenza, assenza, menefreghismo, impassibilità, apatia una
pletora di persone sedute non curanti e del ruolo e del luogo.
Ho pensato, ma come
è stato possibile che persone simili
possano occupare le sedie della più importante assise cittadina? Del luogo dove
si dovrebbero prendere decisioni e
praticare il rispetto delle istituzioni? Se sono seduti su quelle sedie e in
quel luogo, vuol dire che in quel posto ce li hanno mandati i cittadini di
questa città, ecco perché verso gli stessi io non provo rispetto.
Come si può
avere rispetto per chi non ne ha e non mostra di averne?
Vedere l’assessore
Cinque sbracato in maniche di camicia, con ventre che quasi debordava da sotto
l tavolo, giocare con il suo smartphone, senza alzare neanche lo sguardo, né
verso Ciro Maffucci che lo chiamava in causa, né verso un pubblico che forse
pure doveva essere presente, e poi rispondergli in dialetto :” io e sasicce me
magn” o qualcosa di simile perché l’audio non era perfetto, ha causato in me un
disgusto senza limiti.
Quell’individuo in quel modo e in quel luogo stava
manifestando tutta la sua protervia arroganza, tutto il suo manifesto disprezzo
verso chi aveva davanti, ma soprattutto verso il luogo in cui si trovava,
ovvero l’ aula consiliare.
Un atteggiamento da guappo, un atteggiamento di chi pensa:” parla quant
vuò tu, tant ca a cummann io”, ed era quello che poi diceva Ciro a proposito
delle risposte che gli davano gli impiegati comunali, alle reiterate domande
che egli faceva sul perché quei lavori pubblici erano stati mal fatti, male
eseguiti, rimasti incompleti: “ Gennar ha decis accusi”, “ Gennar ha ditt ca
sadda fa accusi”.
Una considerazione poi
andrebbe fatta anche sul ruolo del Presidente del Consiglio
che forse avrebbe potuto pure richiamare – è nel suo diritto farlo, ma non
lo ha fatto- l’assessore Gennaro Cinque
a tenere un comportamento più consono al luogo e al ruolo e soprattutto
a presentarsi un tantino più ordinato ai Consigli comunali.
Ecco ho pensato a
queste cose, e ho pensato che forse bisognerebbe puntare il dito verso queste
marchiane faglie comportamenti e
atteggiamenti che sono la manifestazione più manifesta di un costume che ormai
è diffuso in tutto il paese e fedelmente rappresentato in consiglio comunale,
soprattutto in quello che ho visto ripreso in quel video. Se il territorio di
Vico Equense è regredito a pura incuria e barbarie lo si deve a quelle
persone che occupano in quel modo quelle
sedie ma soprattutto a tutti quelli che in quel posto ce li hanno mandati.
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