mercoledì 4 settembre 2013

Il vero dramma contemporaneo: la sparizione del pensiero critico


Penso al pensiero critico che è sparito. Non riesco a leggere più nessun giornale, ascoltare qualsiasi TG. Sistema Politico e Sistema dei Media  hanno costruito un format di pensiero e di lingua che è assolutamente identico ed intercambiabile, in questo format termini e concetti fondamentali sono stai ridotti a formulette recitate che mal si adattano alla dimensione della nostra realtà: chi avversa la TAV diventa un terrorista, la democrazia è l'esercizio di un linguaggio finalizzato alla mantenimento dello status quo, trovare soluzioni per salvare  un delinquente condannato al terzo grado di giudizio per truffa e evasione fiscale è un atto di garanzia per la difesa dei diritti. Da questo stato di cose dovremmo imparare una lezione importantissima sul potere: esso non è altro che un eccesso osceno che domina tutto il corpo sociale attraverso una manipolazione a rete combinata  tra poteri  forti. Un esempio: per questo potere e questa informazione gli operai sarebbero scomparsi, ovvero, non esisterebbero più come classe sociale. Niente di più falso, gli operai esistono ancora solo che il format di pensiero unico li ha fatti sparire dalla scena non parlandone più. I cittadini della Val di Susa sono accomunati al concetto di terrorismo, perché, secondo questo format, essi sono sulla scena senza rispettare le regole della democrazia, stessa storia per i No Muos in Sicilia: i due movimenti, in realtà praticano l’esercizio della democrazia partecipata perché attuano alla radice il senso v ero del termine. In effetti la nostra libertà oggi oscillerebbe kantianamente tra fenomeno e noumeno, ovvero: tra ciò che appare ( fenomeno) e l’essenza nascosta delle cose ( noumeno). Allora succede che saremmo liberi solo nella misura in cui saremmo autonomi noumenalmente, ovvero solo nel momento in cui potremmo disporre di un pensiero critico che ci permettesse l’accesso all’essenza delle cose e non solo all’apparenza. Oggi tutti sono soggiogati e convinti dall’apparenza: il Sistema dei media è un perverso meccanismo di controllo sociale, che insieme al Sistema politico e al Sistema economico ha completamente annichilito il pensiero critico. Oggi diventa molto pericoloso porsi al di fuori di questo Status quo. L’esempio di Erri De Luca o di Gianni Vattimo o di chiunque altro esprima manifestamente le proprie simpatie per i No TAV, tacciati di essere fiancheggiatori del terrorismo  o chi prende posizioni nei confronti degli interventi occidentali contro un paese islamamico, rappresentano la pericolosità della pratica del pensiero critico. Nel piccolo, se io dico che nel mio paese mi fa schifo l’80% del modo di agire dei miei concittadini, che evadono il fisco, che sversano liquami nel rivo, che costruiscono in dispregio delle leggi, sono guardato con sospetto da chi invece vorrebbe trovare consensi tra queste persone accettandone, tutto sommato, queste macroscopiche brutture etiche. L’esercizio del pensiero critico oggi è l’unica pratica di libertà autentica: è più facile essere liberi che autocensurarsi, ma questo oggi pochi lo sanno e molti trasversalmente hanno la responsabilità di aver messo al bando, quasi come eretica, questa pratica.  

1 commento:

  1. Caro Franco, collegando la questione dei media e della natura puramente formale e rituale delle democrazie liberali occidentali a realtà di resistenza puntuale e specifica come MUOS e TAV, a mio parere, si imbocca una strada molto corta. E' un po l'essenza del pensiero del M5S: democrazia diretta, informazione e gestione diretta, trasparente e capillare della cosa pubblica da parte dei cittadini/utenti (o meglio, users). Ma sono questioni meramente amministrative, prive di ogni impegno ideologico, di ogni tensione intellettuale. Informarsi sulla TAV, discuterne in una parrocchia o in una piazza e organizzare un corteo sono cose che non c'entrano poi cosi tanto con l'esercizio del pensiero critico. Si continua a giocherellare nell'unico spazio che il potere ha sempre concesso, coltivando l'illusione di contare qualcosa sulle piccole cose, la strada riparata, il monumento in piazza, questa o quella tassa tolta piuttosto che l'iva aumentata... Non è di certo questo l'esercizio di pensiero che spaventa i poteri costituiti!
    Adesso c'è l'ennesima campagna di beatificazione di Berlinguer. E non a caso, è chiaro! Rientriamo nel discorso che facevi tu alla grande: l'ageografia del santo comunista che ci liberò dal comunismo segna, ancora una volta, l'invalicabile confine oltre il quale la riflessione non è più lecita.
    A proposito del pensiero razionale, si usa sempre l'immagine del bambino che non va buttato con l'acqua sporca, ma a ben vedere, l'acqua è sporca perché il bambino l'ha sporcata. Sarebbe dunque il caso di buttare lui e tenerci l'acqua pulita! Con questa piccola provocazione Slavoj Zizek rompe la cappa sacrilega che ha relegato il marxismo-leninismo nella vetrina degli orrori e sviluppa ed esercita un pensiero realmente critico e libero, indagando meglio su cosa sporca cosa, il bambino o l'acqua. Salvo poi mandare tutto a puttane appoggiando Syriza, vabè.
    Dando importanza alla lotta NoTav si dimostra di essere già caduti nella trappola di cui parlavi. Il problema è decidere cosa sarà l'umanità nel prossimo secolo e quali saranno le condizioni della sopravvivenza della vita su questo pianeta. Dell'IMU e della TAV non riesco proprio a preoccuparmi.

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