venerdì 27 settembre 2013

L’INSOSTENIBILE PESANTEZZA DELL’IMPEGNO





Tra ieri e oggi ho speso 28 euro e novanta per acquistare l’ultimo libro di Aldo Busi, E Baci edito da Il fatto Quotidiano e l’ultimo numero di Micromega sull’ impegno degli intellettuali. Sono due libri in un certo qual modo simili perché entrambi affrontano il tema dell’impegno in questa Italia devastata dall’indifferenza. Ho dato una rapida scorsa ad entrambi, soffermandomi su alcuni periodi che mi sono saltati subito agli occhi: nel primo Busi che butta alle ortiche Italo Calvino, Pasolini, Arbasino ecc. ecc. ché secondo lui erano già morti quando erano in vita; nell’altro –Micromega- la solita casta di filosofi noti – filosofi superstar, che si dilungano su argomenti che fanno i conti con: potere, mercato, comunicazione. Certamente dovrò leggere accuratamente entrambi, ma ad una prima impressione mi sono pentito di averli acquistati. Perché? Perché ritrovo in entrambi gli stessi vizi che dicono di voler denunciare. Busi che , tra interventi televisivi e giornalistici dice di essere una vergine e invece non lo è – e non parlo in senso sessuale- accusa tutti quelli prima di lui di essersi venduti al potere per scrivere in case editrici importanti e partecipare a premi letterari e vincerli. Un super omismo egotistico ed individualistico insopportabile e totalmente in linea con i nostri tempi, ma soprattutto in linea con quello che lui dice essere il peggiore vizio degli italiani. Un vizio che – secondo me nuoce tantissimo alle cose giuste che scrive e dice- ma lui, prono come tutti alle leggi del mercato, fa spettacolo e, alla fine se ne frega, dell’impegno. Se penso a “Scritti Corsari” o Lettere luterane” o a “ Fratelli d’Italia”, confrontati ad alcuni suoi testi è facile cogliere le pesanti contraddizioni nelle quali fa finta di non accorgersi di essere. Il suo Especialista de Barcelona ( comprato pure quello ) che doveva essere il suo ultimo libro è in finale per il Premio Strega, un premio super lottizzato, un libro che ho lasciato a metà perché non sono riuscito a finire per noia e pesantezza della scrittura. Ho anche scritto che però lui è l’unico che in maniera spettacolare sbatte alcune verità in faccia al potere: non è un maitre a penser di quelli che lui dice essere già morti quando erano in vita, ma bisogna accontentarsi…perché questo è quello che ci riserva questa Italia mediocre. Per Micromega il discorso è simile solo che qui, in questa rivista super elitaria, quello che appare essere un vistoso controsenso è la chiusura al mondo esterno: la filosofia come linguaggio elitario praticato tra esperti e la difficoltà di poter accedere ad un empireo dove si riconoscono solo i filosofi super star. Basterebbe affacciarsi sul web per cogliere la vivacità di tanti giovani che fanno filosofia non “scolastica”, basterebbe essere più attenti per considerare quanti intellettuali oggi sono impegnati in battaglie difficilissime contro lo strapotere del mercato, per la difesa dell’ambiente , per la tutela dei diritti, e invitarli a scrivere sulla rivista, basterebbe reclutarli direttamente da Twitter e FB o da Blog specifici, invece niente: un monolitismo castale che non sembra per niente interessato al mondo reale , ma solo alla rappresentazione che di questo fanno i filosofi super star. Spero di essere smentito appena avrò letto e finito entrambi.
Franco Cuomo

Nessun commento:

Posta un commento