" nostri affanni, le nostre stupide vicissitudini che ci sembrano le più importanti del mondo e i rancori e gli amori, tutto sarebbe finito sotto dodici piedi di terra con una pietra di granito grigio sopra. Ebbi una vertigine tremenda e mi sembrò di impazzire, misi la mano in tasca, scartocciai quel biglietto spiegazzato che mi aveva dato la signorina Consuelo e rilessi i versi che Richie aveva scritto prima di farsi l’ultimo buco e li aveva scritti per me e aveva pensato a me e allora capii pure tutte le sciocchezze che si dicono su chi si fa di droga e la trita cattiveria e la sciatta indifferenza del mondo:
<<....Bruceremmo tutta la notte sulla cima di pini / infanzia giovinezza vecchiaia & eternità / si aprirebbero come alberi dolci / nelle notti di un'altra primavera / a confonderci d'amore / perché possiamo vedere insieme la bellezza di anime / nascoste come diamanti / nell'orologio del mondo... >>
Ginsberg era il suo poeta preferito, forse non era il più grande, ma era quello che lui aveva amato di più. Lui era lì sotto dodici piedi di terra e io sopra e non lo avrei rivisto mai più. L’unica terribile certezza della morte. Proruppi in un pianto che mi sfiancò e sembrava voler durare in eterno, come se avessi da consumare le lacrime di una vita intera ed era anche la mia morte che piangevo.
Da "Quando gli angeli scappano via" Romanzo di Franco Cuomo, Fotocity ed. Napoli 2012
Venerdì 9 novembre ore 21, Viale Gramsci,16- Studio Sedicinoni, Napoli. Cena iraconda: incontro con l'ira e il romanzo di Franco Cuomo "Quando gli angeli scappano via".
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