Il treno si riempie di turisti:cosce bianche di vecchie signore,
macchine fotografiche, cappellini, bottigline di acqua diventata ormai
caldissima. L’altoparlante ripete in più lingue: “si avvisano i signori
viaggiatori…con la pessima traduzione di passengers are advising that the next
train for naples is arriving on deck two….qualche inglese sorride. La voce va
avanti per quasi dieci minuti. Il caldo del pomeriggio è insopportabile e la
lunga sosta pure. Sono questi i momenti
in cui si verifica un allargamento del campo dell’esperienza fisica, messa
sempre a dura prova nei treni della Circum è un’esperienza corporea che si
omogeinizza a quella degli altri: in quei momenti scopriamo che abbiamo tutti
le stesse fantasie. Nella calura i pensieri vagano ci si soppesa con gli
sguardi –anche quelli di noia- ma io guardo soprattutto i look le differenze
tra italiani e stranieri. Noi italiani moltiplichiamo le apparenze di pari
passo con la conquista dell’uniformità nell’aspetto: Gli stranieri no:sono più
vari e hanno più estro personale, anche nella maggiore povertà estetica. Ci si
libera dall’illusione del modello <<esclusivo> o magari dalla sua libera
interpretazione e riproduzione, e si giura fedeltà a un design o meglio, ad un
look. I ragazzi italiani hanno sempre occhiali da sole e scarpe o jeans
firmatissimi: in quel vagone se stessero tutti zitti sarebbe facilissimo
riconoscere gli italiani da tutti gli altri. Il grande salice piangente sulla
destra nasconde gli antichi scavi la folla è rumorosa e si accalca comincia il
rito della gente che protesta per la soppressione di corse: io comincio ad
assentarmi per sopravvivere: il processo può spingersi fino all’obliterazione
pressoché totale della linea di confine tra reale e immaginario: Osservo un
ragazzo alto con frangia sugli occhi e occhialini tondi, tedesco, forse olandese…non
decifro bene la lingua ma i suoni sembrano quelli il look è trasandato, mi
vengono immediatamente in mente associazioni visive: coffee shop, jeans logori,
montgomery sporchi, capelli spettinati. Noi crediamo che l’abito esprima
l’essenza più intima di noi stessi, mentre di fatto esso esprime il nostro
environment, il nostro essere ambiente, e come la pubblicità, la musica pop, la
pulp finctione, lo fa ad un livello istintuale, emotivo, non intellettuale. Il
ragazzo sorride schiacciato tra rumorosissimi studenti italiani e un gruppo di
operai edili con pantaloni schizzati di pittura e grossi scarponi: Il treno è
ancora fermo, mentre la voce dell’altoparlante continua ad annunciare l’arrivo
del prossimo treno: E’ la lunghezza interminabile della sosta e il caldo
asfissiante che mi riportano fuori dalla mia pcnolessia. L’era del tempo
intensivo non è più quella del mezzo di trasporto fisico. La visione più o meno
lontana del nostro viaggio cede così a poco a poco alla previsione, alla
preveggenza, mentre l’arrivo rapido ad una destinazione anche prossima viene
messo in forza dall’inerzia generalizzata di immagini e informazioni che ormai
sono il tratto più vivido di una conoscenza immaginifica: In Circumvesuviana si
viaggia molto più nel tempo che non nello spazio.
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