Lucio Amelio
Donna Summer
Mi può pure andare bene una
mostra su Warhol in cui ci sono esposte opere già viste a Napoli ( la Mostra
povera del Maschio Angioino), mi può pure stare bene la scarsa ricerca operata
per la proposta delle opere esposte,serigrafie su carta ( buona parte), mi può
pure stare bene la riproposta del grande Vesuvius ( serigrafia su tela con
interventi manuali dell’artista) che si può vedere al terzo piano della
Galleria Nazionale di Capodimonte . Mi rattrista però visitare una mostra che è
stata presa d’assalto da giovanissimi e che non ci fosse nessuno e sottolineo
nessuno che spiegasse, sui tre piani : le tecniche i periodi, la vita di
Warhol, che alle pareti i quadri sono stati appesi come se si trattasse del
soggiorno di casa propria senza didascalie accanto che ne illustrassero: l’anno
di esecuzione, chi rappresentava, e la tecnica col quale è stato fatto. Erano
interessanti le copertine della rivista Interwiew , ma chi guardava non ha
capito né che si trattasse di copertine né cosa fosse o cosa abbia rappresentato
Interwiew per la cultura pop e per lo star system per la fine dei ’70 gli anni ’80, per Warhol
era l’equivalente di ciò che era stata l’aristocrazia per gli europei. Una
mostra povera di cose non esaltanti, una mostra in cui credo la faccia da padrone
la collezione di Ernesto Esposito, di cui c’è anche il ritratto insieme ai due
ritratti di Lucio Amelio, sulla cui didascalia, se ci fosse stata, si sarebbe
dovuto spiegare che è stato il gallerista che ha portato Andy Warhol a Napoli
nei primi anni ’70 e poi altre opere della collezione Amelio Terremotus : i Fate Presto!
Commissionati da Amelio a Warhol e donati dall’artista per il terribile sisma
dell’80. Nella sala delle Marilyn – l’opera più conosciuta e inflazionata –
qualcuno avrebbe potuto spiegare che di questo lavoro, l’opera oggi più
rappresentativa è la Gold Marylin, ovvero una serigrafia con interventi
materiali eseguiti su foglia d’oro . Insomma: la mostra è molto visitata ma
manca di supporti audiovisivi e descrittivi che ne fanno una povera cosa e non
rendono giustizia alla genialità creativa di questo grande artista del XX
secolo. Si poteva proiettare un video che ripercorre tutta la vita di Warhol,
da quando arriva a Pittsburgh dalla Cecoslovacchia fino al suo funerale nella
cattedrale di S. Patrick a New York con gli amici della Factory che leggevano i
necrologi . Un video che possiedo e che dunque credo sia rintracciabile e che
comunque metterei a disposizione degli organizzatori se lo richiedono, come
agli organizzatori offro gratuitamente il mio tempo per spiegare ai
giovanissimi la mostra. Purtroppo siamo a Napoli e mi chiedo come sia stato
possibile che Achille Bonito Oliva abbia potuto consentire un allestimento così
sciatto.
Franco Cuomo 21 aprile 2014
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