Che pagliacciata quella della
demolizione della struttura di ALIMURI! Mi sono rotto di chiamarlo ecomostro
perché oggi ce ne sono tanti di più e non sono nemmeno eco ma solo mostri e
basta! Un prevedibile e plateale
gioco delle parti, un copione già previsto per mettere in moto una macchina per
gli affari a vantaggio di tutti quelli che stanno giocando in questo gioco e
questa volta a scapito della comunità e non solo dell’ambiente.
Metropolis di oggi scrive che la Sa.An. intenderebbe rivalersi contro la
richiesta del Comune di Vico Equense di demolizione in danno, ricorrendo al TAR
Campania. Credo di averlo dichiarato
in qualche mia precedete intervista che sarebbe finita così, e c’è da giurarci
che vincerà il ricorso facendo pagare al Comune di Vico Equense, cioè all’erario
pubblico cioè a noi cittadini tutti. Giova ripeterlo – ed è la mia
personale opinione e come tale legittimamente la esprimo - se non si fosse
capito: quella struttura in quel posto non può fruttare più niente anche perché
l’accordo precedente era troppo smaccatamente di parte e, smascherato per
quello che era, non può essere più praticato: sto parlando naturalmente dell’accordo
Rutelli. Ci sono stati poi quattro cinque anni di silenzio, improvvisamente,
come il coniglio dal cappello appare sulla scena il neo assessore ingegnere Antonio Elefante che, forte della sua
esperienza professionale, scopre improvvisamente , con un lavoro degno di Sherlock
Holmes, che quella struttura è abusiva e dunque va
demolita. Improvvisamente si varano due provvedimenti che dovrebbero portare
all’abbattimento della struttura all’annullamento
dell’accordo Rutelli. I due provvedimenti sono firmati dal nuovo responsabile del servizio
tecnico l’architetto Pietro Paolo Fusco , al posto dell’ingegnere Paolo
Guadagno che, inspiegabilmente esce di scena dopo essere stato per anni il deus
ex machina di quel servizio. Su questi due provvedimenti – si legge su Metropolis,
la Sa.An. “potrebbe mettere alle strette
il Comune di Vico Equense facendo ricorso al TAR”. Il sindaco Cinque fa
addirittura sapere che se la struttura si abbatterà lui avrebbe intenzione di “valutare
con la Soprintendenza l’opportunità di procedere alla realizzazione di un
piccolo solarium a quattro passi dal mare”, un progetto già
presente nel vecchio accordo. Io allora mi chiedo e chiedo anche ai giocatori
che stanno giocando questo gioco o recitando questa parte: ma a chi la volete dare a bere? Pensate veramente che l’opinione
pubblica possa credere a questa pantomima? Pensate veramente che i VAS possano
credere che ci sia un interesse di tutela ambientale all’interno di questa
operazione? Io, dopo la lettura di quest’articolo non firmato su Metropolis
del 16 aprle del 2014, mi convinco ancora di più della mia tesi ovvero:
l’accordo Rutelli riapparirà “magicamente”
con una sentenza del TAR Campania a favore della Sa.An che farà valere tutte le sue richieste
compresa quella di una possibile ricostruzione in altro sito della struttura,
mentre al Comune di Vico Equense, che pagherebbe le spese processuali alla
Sa.An , verrebbe dato il contentino del “piccolo solarium”. Sia ben
chiaro: qui non è scoppiata nessuna rivolta degli ambientalisti, magari
scoppiassero rivolte ambientaliste!Qui chi scrive esprime solo una sua opinione, mentre certamente un dato
inequivocabile resta. Quella zona è
una zona A1, ovvero di rilevante valore ambientale, sulla quale non si può
costruire niente, ma soprattutto è una zona ad altissimo rischio idrogeologico.
Se le leggi hanno ancora un loro valore e una loro applicabilità in Italia,
questa è l’unica cosa certa in questa faccenda!
Franco Cuomo
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