La felicità collettiva, in
senso epicureo o la santa comunità agostiniana,
la realizziamo se neghiamo i sacrifici, ci contrapponiamo alla loro religione, e cioè DISsacriamo questi falsi Dei ed i loro
sacerdoti, dando al prefisso dis tutta
la valenza sia latina di negazione
che greca di male, di mancanza
qualità, di degrado.”
Partiamo oggi da Monti e dal suo Governo? Sono sotto gli occhi di
tutti le immani catastrofi ambientali che colpiscono il Mondo e, anche in
questi giorni, l’Italia: le alluvioni, le frane, le esondazioni, i fiumi
di fango, le vittime, gli immani
danni, dalla Liguria alla Sicilia.
Sempre più rari sono i negazionisti del cambiamento climatico quale origine di
tale calamità; da oggi, lunedì 28
novembre a sabato 10 dicembre si terrà a Durban, in Sud Africa, la 17°
Conferenza Mondiale ONU sul Clima. Non è di una gravità estrema che l’Italia si presenti a tale appuntamento, di fondamentale importanza per il
Pianeta, senza che il Capo del Governo
e, a parte la formale audizione in
Commissione Ambiente del Senato del
Ministro dell’Ambiente, l’intero
Parlamento abbia discusso la questione
ed abbia approvato le proprie scelte
sulle quali confrontarsi? Il Presidente
del Consiglio o ignora la esistenza
stessa della questione e
dell’appuntamento e o li ritiene
“tecnici” e perciò da delegare
direttamente al Ministro dell’Ambiente, senza avere minimamente consapevolezza
che la intera economia reale mondiale, la pace, la cooperazione, lo sviluppo
sono strettamente legate alle decisioni della Conferenza. La delega in bianco
al Ministro Clini, già Direttore generale del Ministero dell’Ambiente, è, poi
densa di gravissime preoccupazioni per il Suo
ben noto percorso personale rispetto alle questioni dell’Ambiente, alle
incredibili prese di posizioni alla ultima Conferenza di Copenhagen con cui
equiparava il nucleare alle fonti rinnovabili!
ed alle ultime dichiarazioni su
Ogm ed ancora sul Nucleare, brillantemente ed efficacemente contestate da
Simona Capogna, Vice Presidente
Nazionale VAS. E’ perciò parimenti
grave il silenzio - a parte addirittura qualche dichiarazione a sostegno di
Clini - delle forze politiche
della ex opposizione a Berlusconi sull’assenza di un documento del Governo e
del Parlamento sulla Conferenza di Durban, nonché sulla costituzione della delegazione
e del modo della sua realizzazione.
Ciò, purtroppo sta avvenendo nella
logica della sacralità ed intoccabilità dell’operato di Monti
indipendentemente dalle scelte; se prima le gravi vicende personali di
Berlusconi facevano da copertura al silenzio sulla moltitudine delle scelte
sbagliate, oggi il dogma che copre tutto è l’intoccabilità di Monti, indicato
come l’ultima spiaggia per la salvezza
dell’Italia!
Passa così sotto silenzio un altro gravissimo attacco alla Costituzione, lo svuotamento
dell’Articolo 81, che disciplina le regole
del bilancio dello Stato. La nostra Costituzione prevede saggiamente che
siano la discussione parlamentare sul bilancio ed il conseguente documento
finale il cuore delle scelte politiche, degli obbiettivi da realizzare, in una connessione stretta, unitaria, indissolubile
con la scelta delle vie per realizzarne
la loro copertura finanziaria: e’ in tale momento che si realizza compiutamente
in una democrazia parlamentare il
confronto tra gli interessi e le
diversità ideali, culturali, sociali rappresentati dai Partiti Politici presenti in Parlamento:
se voto missioni di guerra e potenzio
gli armamenti, sottraggo risorse
all’ambiente, alla cultura, alla scuola, ai disabili, agli ospedali; se voto
tasse su stipendi e salari di pensionati e
lavoratori a basso reddito, ne chiedo meno e perciò regalo a chi ha
molto. La contestualità delle scelte di spesa e delle scelte di entrate è chiarezza politica, trasparenza, certezza.
E la Storia del nostro
Paese - fin quando è stata democratica e
costituzionale - è sempre stata questa:
solo eventi eccezionali ed imponderabili
- l’alluvione del Polesine e di Firenze, i terremoti dell’Irpinia, del Friuli,
del Belice portavano a manovre eccezionali fuori dalla discussione del bilancio
annuale, decise autonomamente dal Parlamento Italiano, senza missioni e condizionamenti
dall’estero. Siamo ora all’assurdo per cui non si esaurisce una manovra
dell’ordine di grandezza del bilancio
dello Stato che già è pronto un nuovo decreto per una manovra sempre dello stesso ordine di grandezza, delle decine di
miliardi di Euro. Senza essere Santoni della Economia, o ancor di più senza sapere né leggere né
scrivere, che credibilità può avere un
soggetto, in questo caso lo Stato Italiano, che opera in tal modo? Monti, come peraltro i suoi predecessori,
Berlusconi e Tremonti, superesperti della loro
Economia, per il ruolo che
svolgono, sicuramente hanno almeno letta la Costituzione; come fanno, se in
buona fede, a non comprendere la
difformità profonda del loro agire dalla volontà Costituzionale? Io Penso che
lo stesso Presidente della Repubblica, garante primo della Costituzione, debba
intervenire, fermare qualsiasi altra manovra ed imporre che tutta la Questione Economica del Paese
venga riportata alla discussione ed al voto
sul Bilancio, dove si capiranno
le reali volontà e le scelte di ogni forza politica. Se si vuole rispettare
veramente la Costituzione, non vi può essere
altra via, anche se dettata dalle
potenti banche internazionali o da Sarkozy e dalla Merkel.
Ma la crisi, letta - in contrapposizione ai potentati finanziari
ed economici che l’hanno generata e la stanno gestendo - dal versante dei sacrifici e degli interessi
generali del Paese, di oggi e del futuro, per poter aprire nuovi percorsi, pone la necessità di dissacrare certezze delle economia nazionale, tabu
incontestabili.
Sicuramente il primo riguarda l’Euro* sotto due fondamentali
aspetti: il primo come scelta della
adesione ad esso come moneta nazionale.
In una pesante subalternità politica, economica a Germania e a Francia, in una Europa inesistente come realtà
istituzionale e di pari dignità tra i
suoi Stati, che interesse ha il nostro
Paese ad agire al suo interno e verso l’estero con tale moneta con tutti i vincoli
che ne derivano: una moneta nazionale accompagnata da una forte politica ecologista
di tutela e valorizzazione delle risorse interne, a partire dalla energia
solare e dalla materia da riciclare, non genererebbe miseria o collasso
economico ma creerebbe potenzialità
grandi su produzioni ecocompatibile, su spesa sociale, su lavoro; in un
corretto, intenso rapporto alla pari di
scambio e di solidarietà e di comuni interessi con il Resto del Mondo ne
potrebbero certo guadagnare la Bilancia
dei Pagamenti ed il Debito Estero.
Il secondo aspetto riguarda il Soggetto che emette la Moneta. Il
nodo del cosiddetto Debito Pubblico sta in questo innaturale ribaltamento dei
ruoli tra chi decide (dovrebbe decidere)
la politica, anche quella economica e di
conseguenza quella monetaria, che in una democrazia dovrebbe naturalmente
appartenere alla Collettività e cioè allo Stato e chi, anche in un Paese ad
economia di mercato, ne può costituire un esecutore, cioè le banche ed ogni
sistema similare. In una logica di interesse generale della Collettività, come
si giustifica l’assurdo che la “Banca” emette moneta e che lo Stato acquista la
moneta, pagando con complessi intrecci e meccanismi finanziari, ossia
pesantissime speculazioni, interessi da
usurai? Se lo Stato emette moneta, mai
lo Stato può essere debitore con se stesso e cioè è inesistente la stessa
identità, l’essere stesso di “debito
pubblico”.
Gravissima, pesantemente contraria agli interessi della
collettività e tutta a favore di quelli privati e dei grandi gruppi finanziari
sarebbe l’approvazione della Modifica
Costituzionale agli articoli 53, 81, 119
e 123 con la introduzione del titolo I – bis della parte seconda della
Costituzione, in materia di equità tra
le generazioni e di stabilità di bilancio, in discussione anzi in fase di
votazione alla Camera: si è proprio con questa definizione di interesse per le
future generazioni che il governo
Berlusconi ha attivato il percorso del progressivo annientamento del peso e
della funzione del bilancio dello Stato!!
Tutto, di ogni natura, sociale, educativo, assistenziale, di “tutela dell’ambiente
e dei beni culturali”, anche di sicurezza
lo si farà sempre più con il
privato; il pubblico può anche scomparire! Al contrario la emissione di moneta
da parte diretta della Stato, con la inesistenza del debito pubblico verso
l’esterno, consente di programmare uno squilibrio tra entrate ed uscite
funzionale alle cose in più che - in una nuova compatibilità di risorse e
vincoli - lo Stato, e ciò che di pubblico e privato agisce in
sintonia con Esso, può realizzare quale
reale costruzione di Ricchezza vera del Paese di oggi e delle future
generazioni.
Partendo proprio da questa ultima considerazione occorre perciò
dissacrare il tabù fondamentale del PIL
come indicatore della Ricchezza del Paese ed introdurre i nuovi indicatori di
una Economia che nasce dalla Ecologia;
nell’Editoriale sul Sito VAS** quale specifico contributo indicai
un decalogo che mi sembra giusto
riproporre:
1- la Sostenibilità
Energetica e della Materia nella produzione dei beni materiali e di consumo,
con il crescente, fino al totale impiego del Sole, del rinnovabile e del
riciclo della materia;
2 - la Tutela della Biodiversità Animale, Vegetale e del Volto del Pianeta;
3- la Tutela e la
Preservazione integrale da inquinamento
dei Beni Comuni, Acqua , Aria , Etere;
4 - La tutela della Storia e della Cultura Umana e dei Beni da Essa prodotta;
5 - il Diritto di ciascuna
Persona Umana a realizzarsi con il Lavoro e perciò la Politica per la Piena
Occupazione;
6 - la Produzione ed il Lavoro quali arricchimento dei Valori
dell’Uomo e del Pianeta;
7 - l’Agricoltura e l’Alimentazione nella Naturalità e nella
Rinnovabilità;
8 - la Salute quale Diritto inalienabile di tutti i cittadini al
livello massimo consentito dalle conoscenze di oggi;
9) il Diritto alla Scuola, alla crescita Culturale, alla
Università ed alla Ricerca scientifica , Umanistica e Tecnologica;
10) la Solidarietà
Non sono naturalmente Comandamenti, ma necessari contenuti per un radicale cambiamento del Mondo al mondo, profondamente ingiusto ed insostenibile, costruito nei Sancta Sanctorum dei Templi del
Potere finanziario, economico e politico di oggi.
Antonio D’Acunto, presidente onorario VAS Campania
Napoli, 28 novembre 2011