martedì 29 novembre 2011

Editoriale Sito Nazionale VAS del 28 novembre 2011 Il Falso Mito dei Sacrifici ovvero la Dissacrazione dei Sancta Sanctorum della Economia di Antonio D’Acunto



  La felicità collettiva, in senso epicureo o la santa comunità agostiniana,  la realizziamo se neghiamo i sacrifici, ci contrapponiamo alla loro  religione, e cioè  DISsacriamo questi falsi Dei ed i loro sacerdoti, dando al prefisso  dis tutta la valenza sia latina di  negazione che  greca di male, di   mancanza  qualità, di degrado.”
Partiamo oggi da Monti e dal suo Governo? Sono sotto gli occhi di tutti le immani catastrofi ambientali che colpiscono il Mondo e, anche in questi giorni,  l’Italia:  le alluvioni, le frane, le esondazioni, i  fiumi  di fango,  le vittime, gli immani danni,  dalla Liguria alla Sicilia. Sempre più rari sono i negazionisti del cambiamento climatico quale origine di tale calamità; da oggi,  lunedì 28 novembre a sabato 10 dicembre si terrà a Durban, in Sud Africa, la 17° Conferenza Mondiale ONU sul Clima. Non è di una gravità  estrema che l’Italia si presenti a tale appuntamento,  di fondamentale importanza per il Pianeta,   senza che il Capo del Governo e,  a parte la formale audizione in Commissione Ambiente del Senato del  Ministro dell’Ambiente,  l’intero Parlamento abbia  discusso la questione ed abbia approvato le proprie  scelte sulle quali confrontarsi?  Il Presidente del Consiglio o  ignora la esistenza stessa della questione e  dell’appuntamento e o li ritiene  “tecnici” e perciò  da delegare direttamente al Ministro dell’Ambiente, senza avere minimamente consapevolezza che la intera economia reale mondiale, la pace, la cooperazione, lo sviluppo sono strettamente legate alle decisioni della Conferenza. La delega in bianco al Ministro Clini, già Direttore generale del Ministero dell’Ambiente, è, poi densa di gravissime preoccupazioni per il Suo  ben noto percorso personale rispetto alle questioni dell’Ambiente, alle incredibili prese di posizioni alla ultima Conferenza di Copenhagen con cui equiparava il nucleare alle fonti rinnovabili!  ed alle ultime dichiarazioni  su Ogm ed ancora sul Nucleare, brillantemente ed efficacemente contestate da Simona Capogna,  Vice Presidente Nazionale VAS.   E’ perciò parimenti grave  il silenzio -  a parte addirittura qualche  dichiarazione a  sostegno di  Clini -  delle forze politiche della ex opposizione a Berlusconi sull’assenza di un documento del Governo e del Parlamento sulla Conferenza di Durban, nonché sulla  costituzione della  delegazione   e del modo della sua realizzazione.  Ciò, purtroppo sta avvenendo nella  logica della sacralità ed intoccabilità dell’operato di Monti indipendentemente dalle scelte; se prima le gravi vicende personali di Berlusconi facevano da copertura al silenzio sulla moltitudine delle scelte sbagliate, oggi il dogma che copre tutto è l’intoccabilità di Monti, indicato come  l’ultima spiaggia per la salvezza dell’Italia!
Passa così sotto silenzio un altro gravissimo  attacco alla Costituzione, lo svuotamento dell’Articolo 81, che disciplina le regole  del bilancio dello Stato. La nostra Costituzione prevede saggiamente che siano la discussione parlamentare sul bilancio ed il conseguente documento finale il cuore delle scelte politiche, degli obbiettivi  da realizzare, in una  connessione stretta, unitaria, indissolubile con la scelta delle vie  per realizzarne la loro copertura finanziaria: e’ in tale momento che si realizza compiutamente in una democrazia parlamentare  il confronto  tra gli interessi e le diversità ideali, culturali, sociali rappresentati  dai Partiti Politici presenti in Parlamento: se voto missioni di guerra e  potenzio gli armamenti,  sottraggo risorse all’ambiente, alla cultura, alla scuola, ai disabili, agli ospedali; se voto tasse su stipendi e salari di pensionati e  lavoratori a basso reddito, ne chiedo meno e perciò regalo a chi ha molto. La contestualità delle scelte di spesa e delle scelte di entrate  è chiarezza politica, trasparenza, certezza.
E la Storia  del nostro Paese - fin quando è stata  democratica e costituzionale -  è sempre stata questa: solo eventi eccezionali  ed imponderabili - l’alluvione del Polesine e di Firenze, i terremoti dell’Irpinia, del Friuli, del Belice portavano a manovre eccezionali fuori dalla discussione del bilancio annuale, decise autonomamente dal Parlamento Italiano, senza missioni e condizionamenti dall’estero. Siamo ora all’assurdo per cui non si esaurisce una manovra dell’ordine di grandezza del  bilancio dello Stato che già è pronto un nuovo decreto per una manovra sempre dello  stesso ordine di grandezza, delle decine di miliardi di Euro. Senza essere Santoni della Economia, o ancor  di più senza sapere né leggere né scrivere,  che credibilità può avere un soggetto, in questo caso lo Stato Italiano, che opera in tal modo?  Monti, come peraltro i suoi predecessori, Berlusconi e Tremonti, superesperti della loro  Economia,  per il ruolo che svolgono, sicuramente hanno almeno letta la Costituzione; come fanno, se in buona fede,  a non comprendere la difformità profonda del loro agire dalla volontà Costituzionale? Io Penso che lo stesso Presidente della Repubblica, garante primo della Costituzione, debba intervenire, fermare qualsiasi altra manovra ed imporre  che tutta la Questione Economica del Paese venga riportata alla discussione ed al voto  sul Bilancio, dove  si capiranno le reali volontà e le scelte di ogni forza politica. Se si vuole rispettare veramente la Costituzione, non vi può essere  altra via,  anche se dettata dalle potenti banche internazionali o da Sarkozy e dalla Merkel.
Ma la crisi,  letta -  in contrapposizione ai potentati finanziari ed economici che l’hanno generata e la stanno gestendo -  dal versante dei sacrifici e degli interessi generali del Paese, di oggi e del futuro, per poter aprire nuovi percorsi,  pone la necessità di dissacrare  certezze delle economia nazionale, tabu incontestabili.
Sicuramente il primo riguarda l’Euro* sotto due fondamentali aspetti: il primo come scelta  della adesione ad esso come moneta nazionale.  In una pesante subalternità politica, economica  a Germania e a Francia,  in una Europa inesistente come realtà istituzionale e di  pari dignità tra i suoi Stati,  che interesse ha il nostro Paese ad agire al suo interno e verso l’estero con tale moneta con tutti i vincoli che ne derivano: una moneta nazionale accompagnata da una forte politica ecologista di tutela e valorizzazione delle risorse interne, a partire dalla energia solare e dalla materia da riciclare, non genererebbe miseria o collasso economico ma  creerebbe potenzialità grandi su produzioni ecocompatibile, su spesa sociale, su lavoro; in un corretto, intenso  rapporto alla pari di scambio e di solidarietà e di comuni interessi con il Resto del Mondo ne potrebbero certo  guadagnare la Bilancia dei Pagamenti ed il Debito Estero.
Il secondo aspetto riguarda il Soggetto che emette la Moneta. Il nodo del cosiddetto Debito Pubblico sta in questo innaturale ribaltamento dei ruoli tra chi  decide (dovrebbe decidere) la politica, anche quella  economica e di conseguenza quella monetaria, che in una democrazia dovrebbe naturalmente appartenere alla Collettività e cioè allo Stato e chi, anche in un Paese ad economia di mercato, ne può costituire un esecutore, cioè le banche ed ogni sistema similare. In una logica di interesse generale della Collettività, come si giustifica l’assurdo che la “Banca” emette moneta e che lo Stato acquista la moneta, pagando con complessi intrecci e meccanismi finanziari, ossia pesantissime  speculazioni, interessi da usurai?  Se lo Stato emette moneta, mai lo Stato può essere debitore con se stesso e cioè è inesistente la stessa identità, l’essere stesso  di “debito pubblico”.
Gravissima, pesantemente contraria agli interessi della collettività e tutta a favore di quelli privati e dei grandi gruppi finanziari sarebbe l’approvazione della  Modifica Costituzionale agli articoli 53, 81, 119  e 123 con la introduzione del titolo I – bis della parte seconda della Costituzione, in materia  di equità tra le generazioni e di stabilità di bilancio, in discussione anzi in fase di votazione alla Camera: si è proprio con questa definizione di interesse per le future generazioni  che il governo Berlusconi ha attivato il percorso del progressivo annientamento del peso e della funzione del bilancio dello Stato!!  Tutto, di ogni natura, sociale, educativo, assistenziale, di “tutela dell’ambiente e dei beni culturali”, anche di sicurezza  lo si farà sempre più  con il privato; il pubblico può anche scomparire! Al contrario la emissione di moneta da parte diretta della Stato, con la inesistenza del debito pubblico verso l’esterno, consente di programmare uno squilibrio tra entrate ed uscite funzionale alle cose in più che - in una nuova compatibilità di risorse e vincoli -  lo Stato,  e ciò che di pubblico e privato agisce in sintonia con Esso,   può realizzare quale reale costruzione di Ricchezza vera del Paese di oggi e delle future generazioni.
Partendo proprio da questa ultima considerazione occorre perciò dissacrare il tabù fondamentale del  PIL come indicatore della Ricchezza del Paese ed introdurre i nuovi indicatori di una  Economia che nasce dalla Ecologia; nell’Editoriale sul Sito VAS** quale specifico contributo   indicai  un   decalogo che mi sembra giusto riproporre:
 1- la Sostenibilità Energetica e della Materia nella produzione dei beni materiali e di consumo, con il crescente, fino al totale impiego del Sole, del rinnovabile e del riciclo della materia;
2 - la Tutela della Biodiversità Animale, Vegetale e  del Volto del Pianeta;
3-  la Tutela e la Preservazione integrale da inquinamento  dei Beni Comuni, Acqua , Aria , Etere;
4 - La tutela della Storia e della Cultura Umana e dei Beni  da Essa prodotta;
5 -  il Diritto di ciascuna Persona Umana a realizzarsi con il Lavoro e perciò la Politica per la Piena Occupazione;
6 - la Produzione ed il Lavoro quali arricchimento dei Valori dell’Uomo e del Pianeta; 
7 - l’Agricoltura e l’Alimentazione nella Naturalità e nella Rinnovabilità;
8 - la Salute quale Diritto inalienabile di tutti i cittadini al livello massimo consentito dalle conoscenze di oggi;
9) il Diritto alla Scuola, alla crescita Culturale, alla Università ed alla Ricerca scientifica , Umanistica e Tecnologica;
10)  la Solidarietà
Non sono naturalmente Comandamenti,  ma necessari contenuti per un radicale   cambiamento del Mondo  al mondo, profondamente ingiusto ed insostenibile,  costruito nei Sancta Sanctorum dei Templi del Potere finanziario, economico e politico di oggi.

Antonio D’Acunto, presidente onorario VAS Campania

Napoli, 28 novembre 2011

Nessun commento:

Posta un commento