La vicenda è grosso
modo questa e anche per questa, la storia la dovrebbero raccontare i
giornalisti, che invece si fanno dare la notizie telefonando al comune, invece di
fare ricerche approfondite, ma tant’è. Dunque la racconto io :Il Parco
Regionale dei Monti Lattari ha fornito il parere favorevole al piano redatto
dalla SMA Campania ovvero una società partecipata della Regione Campania
le cui attività sarebbero finalizzate alla prevenzione e al contrasto degli
incendi nelle aree boschive, al risanamento ambientale, al monitoraggio del
territorio e al riassetto idrogeologico, per l’intervento di rimozione degli
alberi pericolanti del Monte Faito.
A seguito di tale
parere la SMA avrebbe iniziato una
prima fase di lavori consistente nel taglio degli alberi pericolanti sul versante
vicano. In pratica si tratta dei tronchi bruciati dagli incendi del
2017 i quali rappresentano, ancora oggi, un pericolo per
residenti e turisti e per chiunque si avventura sulla strada carrozzabile. In una seconda fase
successiva invece dovrebbero essere oggetto di taglio i rami che si trovano nei pressi
di impianti di illuminazione pubblica. Il tutto sarebbe stato accolto abbastanza
favorevolmente dall’Ente Parco, Ente che- per chi scrive – dovrebbe invece avere
un ruolo più incisivo e più specifico su tutta la montagna, nella veste del suo
Presidente Tristano Dello Ioio che a
tal proposito pare abbia detto: «Qualcuno
ha tentato di lucrare sull’emergenza dei cittadini, noi abbiamo sempre seguito
la linea degli Enti competenti ed ora che Città Metropolitana e Regione hanno
dato il via libera alla SMA, la messa in sicurezza si realizzerà nel massimo
rispetto della natura i
cittadini sono stufi di chiacchiere e noi siamo dalla loro parte e abbiamo
lavorato in silenzio perché i processi messi in campo venissero velocizzati il
più possibile ».
Il progetto della SMA
Campania era stato deciso in una riunione del 30 ottobre 2019 presso la Uod foreste della Regione. In
quella data tutti gli Enti
competenti, tra cui: la città di Vico, l’Ente Parco, la Regione e la Città
Metropolitana avevano condiviso la necessità di un piano della SMA per
intervenire sulle molteplici criticità del patrimonio boschivo del Faito. Per
la rappresentanza di Vico Equense erano
presenti l’assessore Gennaro Cinque e ‘ing.Giovanna
Capuozzi, mentre per l’Ente Parco il dr.
Raffaele Celentano. In quella
sede, si concordò che : al primo punto si sarebbero eliminate le piante secche
e bruciate sul pendio che gravavano sulla strada statale; successivamente si
sarebbero dovute alleggerire le chiome e i rami che ostacolavano o si
insinuavano tra i cavi elettrici e dunque potenzialmente dannosi. Con l’assenso
dell’Ente Parco, che avrebbe dovuto avere voce anche in altre operazioni
relative alla montagna, si dava il via
all’intervento. Da questo
momento in poi è cominciata la faida di cui scrivo nel titolo, ovvero tutta una
serie di azioni ingiustificate e ingiustificabili, sembrerebbe per detenere il
controllo della montagna da parte del Comune di Vico.
Gli interventi sarebbero
dovuti iniziare alla fine di novembre di quest’anno e infatti la SMA si è
presentata il primo dicembre, ma,
sorpresa delle sorprese, ha trovato quello che potete vedere nelle foto accluse:
una distruzione selvaggia, barbarica e incomprensibile dei muretti,
alla quale ha fatto seguito una determina: la
numero1170 del 04/11/2019 con la quale il comune avviava un contenziose contro
la Regione Campania a questa è seguita un’altra determina la 1221 servizio
protezione civile di Vico Equense. per la rimozione dei rami, alberi bruciati e
ancora il 20 /11/2019 un’ ordinanza la n.289... che disponeva un “contigibile ed urgente” taglio di alberi.
In risposta a questi
fatti la Citta' Metropolitana dispone immediatamente una determina nella quale ricorda alla Regione Campania ovvero, cosa sta
accadendo sulla statale di Monte Faito, dei pericoli che ci sono e delle
sollecitazioni dell’Ente Parco, che come sempre non riesce a far valere il suo
ruolo di Ente preposto, e chiude la
strada a tutela dei cittadini. Allo stato attuale, ovvero ora, l’assessore Gennaro Cinque avrebbe
incaricato un agronomo, sempre lo stesso, ovvero quello dell’abbattimento degli alberi in Piazza
Marconi e sarebbe cominciato il taglio degli alberi.
La storia che qui ho
riportato evidenzia tutta la guerra che
si sta consumando per il controllo della montagna, giocata anche con azioni
barbare: quei muri distrutti, dei quali sempre lo stesso assessore ha
previsto la sostituzione con gardrail di legno, e quei tronchi fatti precipitare sulla strada (da chi? Perché non si
apre una inchiesta? Chi li ha buttati?) . Da ambientalista non posso
non notare che in questo paese gli alberi sembrerebbero essere diventati
dannosi per tutti. Si tagliano quelli bruciati, ma si tagliano anche quelli
vivi. Ma soprattutto emerge l’arroganza di un assessore che crede che su quella
montagna debba essere sempre lui a
dire l’ultima parola e lo fa con un esercizio del potere sicuramente non coerente
agli accordi presi con altri Enti: della serie, quella montagna è mia e guai
chi me la tocca!
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