nelle loro richieste, la colpa è soltanto la loro . Sono troppo difficili e, come tutti i vecchi, sono bizzosi e insofferenti. La verità è un'altra. Chi ormai si muove negli ambiti della cultura a Napoli - come in Italia, paese condannato alla catastrofe e alla ignoranza - si muove in ambiti affaristici che ormai poco o niente hanno più a che fare con la ricerca culturale. Contano, la visibilità, la facile fruizione, e soprattutto far girare soldi facili per la creazione a sua volta di camarille, potentati, affiliazioni. Devi buttarti sul carro del politico di turno e questi, a sua volta, si fregerà poi del titolo di uomo di cultura mentre artisti, giovani e meno giovani che non si sono abbassati o, non hanno avuto la conoscenza giusta, annaspano tra frustrazione e indifferenza. E' un refrain un deja vu, che a Napoli si è suonato e visto in epoca bassoliniana e che felicemente prospera ancora oggi con gli stessi nomi e le stesse facce, che vestono abiti apparentemente diversi ma in fondo sempre uguali. Resta l'underground - come dice De Simone - la sperimentazione di chi magari ci rimette in proprio soldi e faccia, i teatri lab locali, che si barcamenano tra gestioni cooperativistiche e abbonamenti tra soci,per garantirsi la sopravvivenza, mentre chi era "alternativo " trenta o quaranta anni fa, oggi è governativo D.O.C anche loro sul caro del più forte e mi riferisco soprattutto a chi si muove nel teatro. I vecchi un tempo ascoltati ascoltati, oggi sono derisi dai più. I vecchi che una volta erano patrimonio ricco di esperienza e cultura, oggi sono guardati con sospetto e avversati con malcelata insofferenza, si sa, va di moda la rottamazione. Napoli è una città di anime morte, in questo perfettamente allineata col paese Italia. Ci si illude di partecipare ad eventi al San Carlo, di mantenere in vita manifestazioni evento, teatrali o artistiche tout court fatte su misura per l'amico di, il figlio di. Si certo, qualcosa di interessante si può anche trovare in genere non negli ambiti deputati, mentre la qualità è sempre più scadente e soprattutto ciò di cui si sente maggiormente il bisogno è l'esigenza di una fuga sempre più necessaria.
Franco Cuomo
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