Stamattina, ho appreso con
tristezza, che l’unica libreria che avevamo a Vico Equense, ha chiuso i
battenti. La gente non compra libri, la gente non legge più, ma anche, il fitto
da pagare è troppo alto per poter restare aperti e allora, complice la crisi,
si chiude, stanno per chiudere altre librerie in penisola e quelle poche che
resistono se la passano male. Ma a Vico Eqiense la situazione è ben più grave
perche oltre alle librerie mancano tante altre cose. Dunque il paese, oltre a
non avere una sala cinematografica, un centro sportivo, una biblioteca vera e
non solo sulla carta, una piscina o una palestra pubbliche, da qualche
settimana non ha più neanche una libreria. Vico Equense non è uno sperduto
paesello dell’entroterra campano, è la prima città della penisola sorrentina,
una città, che a parte i quattro bar nella piazza del paese, quando c’è una
bella giornata di sole, non ha un solo punto di ritrovo o creativo o come si
dice adesso, un polo attrattore per attività ludico culturali per le giovani
generazioni, ma non solo per loro: gli anziani attivi non è che se la passino
meglio. Se si esce un pomeriggio o una serata di una giornata grigia un
profondo senso di desolazione ti attanaglia e bisogna spostarsi nella vicina
Castellammare per avere “una botta di vita”: librerie, palestre, due sale
cinematografiche, una multisala un punto vendita Mondadori. Perché Vico Equense
non ha niente di tutto questo? Perché questo paese è diventato solo un punto di
ristoro per chi viene da fuori e poi non ha più niente di niente. Eppure
qualche ventennio fa questo paese era dotato di una libreria e di un cinema a chi
imputare questa triste escalation in senso negativo? La libreria Diana era li
da più di vent’anni ora non c’è più
neanche questa. Un paese che bandisce la cultura è destinato a morire e Vico
Equense è una città morta una città di anime morte, con amministratori ombra
con un Sindaco inutile alla crescita della collettività e lontano da qualsiasi
iniziativa che possa promuovere gli interessi delle giovani generazioni. Cosa
dire di più: non c’è mai stata nessuna programmazione culturale degna di questo
nome, che non si sia esaurita nella sagra di paese o abbia avuto qualcosa di differente
dalle solite degustazioni che coniugano sempre attività mangerecce o, come si
dice oggi, enogastronomiche. Allora faccio al primo cittadino qualche domanda:
Sindaco! Lei va o è andato qualche volta al cinema? Ha mai provato il piacere
di uscire la sera per guardate un bel film, non alla televisione, ma in una
sala cinematografica, dove il piacere consiste anche nell’incontrare altra
gente.Ha mai sfogliato qualche libro? Ha provato mai il piacere di leggere un
romanzo o un saggio per il gusto di apprendere
una storia o semplicemente di saperne di più. E’ mai entrato in qualche libreria o biblioteca, ha mai frequentato
qualche centro sportivo? E’ importante che glielo chieda e sa perché? Perché per
il fatto che queste cose non le faccia lei o non senta di farle Lei non è detto
che un intero paese o anche una piccola parte dei suoi cittadini ne debbano
essere privati. Saluti.
Franco Cuomo
e adesso io come faccio a rintracciare i miei libri ?
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