A Vico Equense come un po' dappertutto ormai si fanno
incontri virtuali, ovvero on line, sono i Vico
Town Meeting, organizzati da due consiglieri comunali: la dr.ssa Rossella Staiano e il dr. Ciro Maffucci e si apre una pagina FB che si chiama “VICO EQUENSE – LO SPIRITO DEL TEMPO. In filosofia i tedeschi lo
chiamano Zeitgeist ovvero un'espressione
adottata nella storiografia filosofica otto-novecentesca, per indicare la tendenza culturale predominante in una
determinata epoca, forse la tendenza è questa visto che fare meeting in cui ci
si incontra dal vivo ormai sembra non più possibile. L’incontro di Venerdi prossimo alle 19 dovrebbe
essere un Tavolo-Ambiente, ovvero un
tavolo dove i partecipanti discuteranno di ambiente o si presume dovrebbero
discutere di ambiente e i punti sui quali si dovrebbe discutere sembrano essere
stati fissati in quattro idee guide
che riporto integralmente.
“ 1) turismo legato all'agricoltura. Fare in
modo di tutelare i nostri presidi ed in questo gli agriturismo, potrebbero
essere i punti fondamentali di una nuova stagione, in cui i nostri prodotti
possano assumere un ruolo centrale, nell'offerta enogastronomica del territorio
2)Produzione e Trasformazione del prodotto agricolo
devono rimanere sul territorio per garantire un margine superiore ale aziende
ed un prodotto piu' tutelato ai consumatori. Si puo' parlare di laboratori Agrituristici.
3) istituzioni
di piu' denominazioni comunali d'origine
4) creazione di
mercati dove poter vendere il prodotto locale, sviluppando il concetto di sano
e vicino a noi”.
Allora voglio subito
fare una domanda agli organizzatori: queste
sarebbero le idee per rispettare l’ambiente e i beni
naturali del nostro territorio o quelle per favorire
l’economia di chi già la fa o la faceva prima, considerata la fase di recessione
legata al covid 19? Perché credo che forse bisognerebbe essere più attenti i e guardare onestamente all’ambiente, con altri occhi: perché preservare l’ambiente significa rispettarne e attuarne la sua tutela. Quella del verde e dei parchi
come quello del Faito, la conservazione e la tutela floro faunistica di un
territorio, il controllo del consumo di suolo, la tutela delle acque e del mare
e dell’aria che respiriamo, la protezione delle coste dall’abuso privatistico
. Non i quattro punti elencati da voi,
scusatemi la franchezza.
Questi mi sembrano
essere il solito discorso di un
incremento del settore enogastronomico e
basta. Intanto si dovrebbe chiarire e, senza ipocrisie, di smetterla
di chiamare tutti i ristoranti collinari , nati come i funghi, agriturismi, poiché
l’agriturismo serio, ha regole nazionali serie e precise. Intanto dovrebbe
vedere impegnata seriamente una ripresa
dell’agricoltura locale attraverso
la coltivazione di orti e giardini e
dell’allevamento di bestiame anche di pochi
capi in stalle o pollai attrezzati secondo le tecniche più innovative, e poi,
l’ utilizzo reale dei prodotti a km
zero, cioè prodotti da questa attività e non come succede in tutti quelli che
ci sono sulla nostra zona ovvero : ristoranti,
aperti spesso devastando aree protette come uliveti per la maggior parte , con
strutture invasive, dove due caprette e due galline creano l’effetto
bucolico e poi si costruiscono strade
che prima magari erano sentieri del CAI, eppoi si fanno sbancamenti di interi
ettari di uliveti o vigneti o altro genere di vegetazione, per creare parcheggi
auto, mentre la carne magari la si acquista a San Giuseppe Vesuviano o a
Ottaviano e la frutta e la verdura la si
va a comprare al mattino al mercato generale come fanno i fruttivendoli.
Questo non è fare
agriturismo. Giustissima l’idea di sviluppare
mercati per poter vendere il prodotto locale, ma questo prodotto deve essere
prima prodotto in loco innanzitutto, giustissimo un marchio per la produzione
locale che è prevalentemente casearia, anche se in giro non si vedono mucche al
pascolo, né pascoli e bisogna andare sulla vicina Agerola
per vedere qualcosa di simile, non certo sulla collina equense, dove pure il
latte per fare i nostri rinomati formaggi, viene acquistato fuori. Ma cosa c’entra tutto questo con l’ambiente? Me lo chiedo come operatore di
una associazione ambientale nazionale.
Quella che proponete mi
sembra sempre la stessa musica, che avvantaggia sempre gli i soliti operatori
commerciali della ristorazione, che è verissimo che hanno avuto un danno con
questa chiusura-e non sono i soli insieme agli operatori del turismo- ma
questo, consentitemelo, non è parlare di ambiente e che parteciperanno a questo
tavolo.
Ben altra cosa sarebbe
stata se ai vostri punti tematici ne aveste aggiunto altri come: quella
di parlare di incentivi alle politiche agricole, di incentivi economici e
sostegni ai giovani che volessero coltivare la terra, e quindi di bonifiche di intere aree una volta ubertose
e oggi abbandonate , ben altra cosa
sarebbe quella di fare un censimento del suolo e predisporre vincoli reali
contro il suo consumo indiscriminato, visto che il PUT ormai è una fortezza più
volte violata e scassinata .
La
piana del rivo d’Arco in una foto di sessanta anni fa, che
uno degli organizzatori di questa iniziativa, ha postato qualche settimana fa,
evidenzia drammaticamente ciò che essa è diventata, e si attesta ad essere
oggi, l’emblema del degrado ambientale di Vico Equense! Ne vogliamo parlare? Il
monte Faito è un altro territorio equense sottoposto ai più incredibili abusi:
dal taglio indiscriminato di alberi secolari, all’incuria del suo sottobosco,
alle discariche abusive! Ne vogliamo
parlare? La costa completamente
cementificata in buona parte dei suoi punti soprattutto a Marina d’Aequa! Ne vogliamo parlare?
Ecco, questo vorrebbe dire parlare di ambiente, temi trattati ampiamente nel mio
ultimo libro “Lo spirito di natura in costiera sorrentina”, molto diverso
dallo “Spirito del tempo” che mi
sembra voi rincorriate e invochiate, e nel quale faccio una denuncia senza
possibilità di appello delle inesistenti
politiche ambientali delle
amministrazioni locali della costiera sorrentina, e l’ultimo scempio
nella Valle dei Mulini di Sorrento,
mi sembra che vada nella stessa direzione che è quella degli attori che
prenderanno parte a questo tavolo: il solito incentivare il commercio
enogastronomico e turistico stravisando il territorio con opere brutte e con
cemento anche in luoghi che ne rappresentavano la sua storia ed erano diventati
tópos
della memoria ancestrale di quei posti. Ecco ! Voi direte; “ma potresti sempre partecipare al tavolo e
fare le tue proposte”si, potrei ma credo che mi troverei fuori contesto,
per gli argomenti di cui si discuterebbe.
Circolo " GIOVANNI ESPOSITO" - Vico Equense- NA
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