mercoledì 20 maggio 2020

Vico Town Meeting: VICO EQUENSE – LO SPIRITO DEL TEMPO. Tavolo-Ambiente




A Vico Equense come un po' dappertutto ormai si fanno incontri virtuali, ovvero on line, sono  i  Vico Town Meeting, organizzati da due consiglieri comunali: la dr.ssa Rossella Staiano e il dr. Ciro Maffucci e si apre una pagina FB che si chiama “VICO EQUENSE – LO SPIRITO DEL TEMPO. In filosofia i tedeschi lo chiamano Zeitgeist ovvero un'espressione adottata nella storiografia filosofica otto-novecentesca, per indicare la tendenza culturale predominante in una determinata epoca, forse la tendenza è questa visto che fare meeting in cui ci si incontra dal vivo ormai sembra non più possibile. L’incontro di Venerdi prossimo alle 19 dovrebbe essere un Tavolo-Ambiente, ovvero un tavolo dove i partecipanti discuteranno di ambiente o si presume dovrebbero discutere di ambiente e i punti sui quali si dovrebbe discutere sembrano essere stati fissati in quattro idee guide che riporto integralmente.

 1) turismo legato all'agricoltura. Fare in modo di tutelare i nostri presidi ed in questo gli agriturismo, potrebbero essere i punti fondamentali di una nuova stagione, in cui i nostri prodotti possano assumere un ruolo centrale, nell'offerta enogastronomica del territorio
2)Produzione e Trasformazione del prodotto agricolo devono rimanere sul territorio per garantire un margine superiore ale aziende ed un prodotto piu' tutelato ai consumatori. Si puo' parlare di laboratori Agrituristici.
3) istituzioni di piu' denominazioni comunali d'origine
4) creazione di mercati dove poter vendere il prodotto locale, sviluppando il concetto di sano e vicino a noi”.

Allora voglio subito fare una domanda  agli organizzatori:  queste sarebbero le idee per rispettare l’ambiente e   i beni naturali del nostro territorio o quelle per   favorire l’economia di chi già la fa o la faceva prima, considerata la fase di recessione legata al covid 19? Perché credo che forse bisognerebbe  essere più attenti i e guardare onestamente all’ambiente, con altri occhi:  perché preservare  l’ambiente significa rispettarne e attuarne  la sua tutela. Quella del verde e dei parchi come quello del Faito, la conservazione e la tutela floro faunistica di un territorio, il controllo del consumo di suolo, la tutela delle acque e del mare e dell’aria che respiriamo, la protezione delle coste dall’abuso privatistico . Non i quattro punti elencati da voi,   scusatemi la franchezza.  
Questi mi sembrano essere il solito discorso di un incremento  del settore enogastronomico e basta. Intanto si dovrebbe chiarire e, senza ipocrisie, di   smetterla di chiamare tutti i ristoranti collinari , nati come i funghi, agriturismi, poiché l’agriturismo serio, ha regole nazionali serie e precise. Intanto dovrebbe vedere impegnata seriamente una ripresa  dell’agricoltura  locale attraverso  la coltivazione di orti e giardini e dell’allevamento di  bestiame anche di pochi capi in stalle o pollai attrezzati secondo le tecniche più innovative,   e poi,  l’ utilizzo reale dei prodotti a km zero, cioè prodotti da questa attività e non come succede in tutti quelli che ci sono sulla nostra zona ovvero : ristoranti, aperti spesso devastando aree protette come uliveti per la maggior parte , con strutture invasive, dove due caprette e due galline creano l’effetto bucolico  e poi si costruiscono strade che prima magari erano sentieri del CAI, eppoi si fanno sbancamenti di interi ettari di uliveti o vigneti o altro genere di vegetazione, per creare parcheggi auto, mentre la carne magari la si acquista a San Giuseppe Vesuviano o a Ottaviano e la frutta e la verdura  la si va a comprare al mattino al mercato generale come fanno i fruttivendoli.
Questo non è fare agriturismo. Giustissima l’idea di sviluppare  mercati per poter vendere il prodotto locale, ma questo prodotto deve essere prima prodotto in loco innanzitutto, giustissimo un marchio per la produzione locale che è prevalentemente casearia, anche se in giro non si vedono mucche al pascolo, né pascoli e bisogna andare sulla vicina   Agerola per vedere qualcosa di simile, non certo sulla collina equense, dove pure il latte per fare i nostri rinomati formaggi, viene acquistato fuori. Ma cosa c’entra tutto questo con  l’ambiente? Me lo chiedo come operatore di una associazione ambientale nazionale.
Quella che proponete mi sembra  sempre la stessa musica, che avvantaggia sempre gli i soliti operatori commerciali della ristorazione, che è verissimo che hanno avuto un danno con questa chiusura-e non sono i soli insieme agli operatori del turismo- ma questo, consentitemelo, non è parlare di ambiente e che parteciperanno a questo tavolo.
Ben altra cosa sarebbe stata se ai vostri punti tematici ne aveste aggiunto altri come:  quella di parlare di incentivi alle politiche agricole, di incentivi economici e sostegni ai giovani che volessero coltivare la terra, e quindi  di bonifiche di intere aree una volta ubertose e oggi abbandonate , ben altra  cosa sarebbe quella di fare un censimento del suolo e predisporre vincoli reali contro il suo consumo indiscriminato, visto che il PUT ormai è una fortezza più volte violata e scassinata .
La piana del rivo d’Arco in una foto di sessanta anni fa, che uno degli organizzatori di questa iniziativa, ha postato qualche settimana fa, evidenzia drammaticamente ciò che essa è diventata, e si attesta ad essere oggi, l’emblema del degrado ambientale di Vico Equense! Ne vogliamo parlare? Il monte Faito è un altro territorio equense sottoposto ai più incredibili abusi: dal taglio indiscriminato di alberi secolari, all’incuria del suo sottobosco, alle discariche abusive! Ne vogliamo parlare? La costa completamente cementificata in buona parte dei suoi punti soprattutto a Marina d’Aequa! Ne vogliamo parlare? Ecco, questo vorrebbe dire parlare di ambiente, temi trattati ampiamente nel mio ultimo libro “Lo spirito di natura in costiera sorrentina, molto diverso dallo “Spirito del tempo” che mi sembra voi rincorriate e invochiate, e nel quale faccio una denuncia senza possibilità di appello delle inesistenti politiche ambientali delle amministrazioni locali della costiera sorrentina, e l’ultimo scempio nella Valle dei Mulini di Sorrento, mi sembra che vada nella stessa direzione che è quella degli attori che prenderanno parte a questo tavolo: il solito incentivare il commercio enogastronomico e turistico stravisando il territorio con opere brutte e con cemento anche in luoghi che ne rappresentavano la sua storia ed erano diventati tópos della memoria ancestrale di quei posti. Ecco ! Voi direte; “ma potresti sempre partecipare al tavolo e fare le tue proposte”si, potrei ma credo che mi troverei fuori contesto, per gli argomenti di cui si discuterebbe.

                                Circolo " GIOVANNI ESPOSITO" - Vico Equense- NA

Nessun commento:

Posta un commento