Dopo il 1989, ovvero la caduta
del famoso muro di Berlino, si decretò la fine del comunismo su scala planetaria
e la vittoria del capitalismo su scala planetaria. Oggi, se solo potessimo
ragionare con le nostre sole teste dovremmo
ormai aver compreso che capitalismo non fa rima con democrazia, uguaglianza, e
libertà, ma fa rima invece con
disuguaglianze sempre crescenti e con lo sfruttamento violento e imperialista
del pianeta , di territori di conquista, dove esporta conflitti sanguinari per
meri interessi economici,mentre al suo interno mantiene disequilibri ogni
giorno crescenti nell’ordine di una società ogni giorno più reificata dal
proliferare incontrollato delle merci dalla produzione di armi vendute come la
più redditizia delle merci. Li sentite tutti dire continuamente : l’economia
può ripartire solo se si incrementano i
consumi. Ecco, noi per essere bravi cittadini responsabili dobbiamo solo
consumare incessantemente tutto. Il mondo in questo modo è considerato solo
sotto la “forma merce” . La caduta del muro di Berlino non rappresentò
il trionfo del mondo sempre più libero ed uguale, ma il trionfo della “ragione
strumentale” preconizzata da Adorno e Horckeimer che disumanizza ogni giorno di
più i rapporti umani e rende ogni giorno più barbara una produzione che che è asservita
ad una razionalità tecnica che orma sfugge al controllo di qualsiasi eticità
pensabile. Il capitalismo però,
gestendo la formazione dei discorsi
attraverso il controllo dei media e dell’informazione spaccia l’omologazione,
si, quella pasoliniana, per uguaglianza. Un’omologazione planetaria attraverso la quale tutti i consumatori
sono uguali: da Tokio, a New York, da Roma a Parigi, da Londra a Mosca veicolando un’ideologia del classismo, ,dell’imperialismo
statunitense e della reificazione, ovvero della riduzione planetaria del mondo
e della natura e degli uomini a merci. E’ un processo che oggi viene
imposto dagli spin doctor dei nostri sistemi
politici asserviti all’economia come il volterriano “migliore dei mondi
possibili”. Se ci si prova ad immaginare
qualcosa di diverso da questo ordine di idee, ci sentiremo dire che non c’è
altro sistema e conomico diverso, che la strada delle economie chiuse e
controllate, porta alla povertà e ai totalitarismi, mentre si fa passare la
menzogna che con questo sistema tutti possono diventare ricchi, e che con la
nobilitante etichetta di uguaglianza (uguaglianza e libertà di consumare), si
fa passare l’omologazione planetaria al sistema delle merci. In questo
modo si alimentano disuguaglianze ogni giorno crescenti, fatte passare come il
prezzo da pagare per consentire l’esistenza di questo wonderland, di questo
mondo meraviglioso, dove alienazione
e conflitti sanguinari alimentano la potenza economica di pochi sfruttatori.
Sembra un raccontino, ma vi
assicuro che le cose vanno proprio così, solo che non ve lo dice nessuno e,
tutti voi che vi nutrite di televisione continuamente stenterete a credere a tutto questo. In sostanza il
capitalismo omologa e rende diseguali perché il capitalismo per sua stessa
essenza è fondato sulle disuguaglianze tra gli uomini, sul classismo e sullo
sfruttamento del lavoro umano. Oggi
questa Europa di cui tutti si riempiono la bocca, che dovrebbe rappresentare il
baluardo di civiltà contro la barbarie, come ha fatto sempre- ma questo non ve
lo dice nessuna televisione o giornale, ma è scritto sui libri di storia- si mostra neutrale sul massacro dei curdi da
parte della Turchia. Il consiglio europeo non raggiunge, però, una posizione
unitaria: nessun embargo della Ue, ogni Stato potrà decidere tempi e modi per
procedere. Perché questo? Perché la decisione arriva a conclusione di un
Consiglio dei ministri degli Affari esteri molto vivace, insieme con la parola
condanna che viene pronunciata ufficialmente nel documento finale, sebbene ci
siano state l'opposizione della Gran Bretagna e la resistenza di Ungheria e
Bulgaria. Ankara rischia sanzioni, ma non per il massacro di bambini, donne e vecchi, bensì per il petrolio,
per la vicenda delle trivellazioni turche nelle acque di Cipro. E Lussemburgo
ribadisce un principio chiaro: la Turchia è un partner chiave dell'Europa,
soprattutto nel quadro mediorientale e sul dossier dell'immigrazione.
Ecco allora riassunto in breve cosa è stato veramente il crollo del muro di
Berlino: questa Europa, cosi com’è, è la quintessenza del più selvaggio spirito
capitalista contrabbandata per la culla della democrazia e dei diritti.
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