martedì 15 ottobre 2019

ECCOLA QUI LA VOSTRA EUROPA!



Dopo il 1989, ovvero la caduta del famoso muro di Berlino, si decretò la fine del comunismo su scala planetaria e la vittoria del capitalismo su scala planetaria. Oggi, se solo potessimo ragionare con le nostre sole teste    dovremmo ormai aver compreso che capitalismo non fa rima con democrazia, uguaglianza, e libertà, ma fa rima invece con disuguaglianze sempre crescenti e con lo sfruttamento violento e imperialista del pianeta , di territori di conquista, dove esporta conflitti sanguinari per meri interessi economici,mentre al suo interno mantiene disequilibri ogni giorno crescenti nell’ordine di una società ogni giorno più reificata dal proliferare incontrollato delle merci dalla produzione di armi vendute come la più redditizia delle merci. Li sentite tutti dire continuamente : l’economia può  ripartire solo se si incrementano i consumi. Ecco, noi per essere bravi cittadini responsabili dobbiamo solo consumare incessantemente tutto. Il mondo in questo modo è considerato solo sotto la “forma merce” . La caduta del muro di Berlino non rappresentò il trionfo del mondo sempre più libero ed uguale, ma il trionfo della “ragione strumentale” preconizzata da Adorno e Horckeimer che disumanizza ogni giorno di più i rapporti umani e rende ogni giorno più barbara una produzione che che è asservita ad una razionalità tecnica che orma sfugge al controllo di qualsiasi eticità pensabile. Il capitalismo però, gestendo  la formazione dei discorsi attraverso il controllo dei media e dell’informazione spaccia l’omologazione, si, quella pasoliniana, per uguaglianza. Un’omologazione planetaria attraverso la quale tutti i consumatori sono uguali: da Tokio, a New York, da Roma a Parigi, da Londra a Mosca   veicolando un’ideologia del classismo, ,dell’imperialismo statunitense e della reificazione, ovvero della riduzione planetaria del mondo e della natura e degli uomini a merci. E’ un processo che oggi viene imposto dagli spin doctor dei nostri sistemi  politici asserviti all’economia come il volterriano “migliore dei mondi possibili”. Se ci si prova ad immaginare qualcosa di diverso da questo ordine di idee, ci sentiremo dire che non c’è altro sistema e conomico diverso, che la strada delle economie chiuse e controllate, porta alla povertà e ai totalitarismi, mentre si fa passare la menzogna che con questo sistema tutti possono diventare ricchi, e che con la nobilitante etichetta di uguaglianza (uguaglianza e libertà di consumare), si fa passare l’omologazione planetaria al sistema delle merci. In questo modo si alimentano disuguaglianze ogni giorno crescenti, fatte passare come il prezzo da pagare per consentire l’esistenza di questo wonderland, di questo mondo meraviglioso, dove alienazione e conflitti sanguinari alimentano la potenza economica di pochi sfruttatori.
Sembra un raccontino, ma vi assicuro che le cose vanno proprio così, solo che non ve lo dice nessuno e, tutti voi che vi nutrite di televisione continuamente stenterete  a credere a tutto questo. In sostanza il capitalismo omologa e rende diseguali perché il capitalismo per sua stessa essenza è fondato sulle disuguaglianze tra gli uomini, sul classismo e sullo sfruttamento del lavoro umano. Oggi questa Europa di cui tutti si riempiono la bocca, che dovrebbe rappresentare il baluardo di civiltà contro la barbarie, come ha fatto sempre- ma questo non ve lo dice nessuna televisione o giornale, ma è scritto sui libri di storia-  si mostra neutrale sul massacro dei curdi da parte della Turchia. Il consiglio europeo non raggiunge, però, una posizione unitaria: nessun embargo della Ue, ogni Stato potrà decidere tempi e modi per procedere. Perché questo? Perché la decisione arriva a conclusione di un Consiglio dei ministri degli Affari esteri molto vivace, insieme con la parola condanna che viene pronunciata ufficialmente nel documento finale, sebbene ci siano state l'opposizione della Gran Bretagna e la resistenza di Ungheria e Bulgaria. Ankara rischia sanzioni, ma non per il massacro di bambini, donne e vecchi, bensì per il petrolio, per la vicenda delle trivellazioni turche nelle acque di Cipro. E Lussemburgo ribadisce un principio chiaro: la Turchia è un partner chiave dell'Europa, soprattutto nel quadro mediorientale e sul dossier dell'immigrazione.
Ecco allora riassunto in breve  cosa è stato veramente il crollo del muro di Berlino: questa Europa, cosi com’è, è la quintessenza del più selvaggio spirito capitalista contrabbandata per la culla della democrazia e dei diritti.



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