mercoledì 23 gennaio 2019

FAITO DISCARICA: MA COSA C'E' DIETRO QUESTE CONTRADDIZIONI VISTOSE? E DIETRO IL SILENZIO DEGLI ASSESSORI COMUNALI?










Sul FAITO discarica, il silenzio assordante dell’ amministrazione locale sconcerta e lascia interdetti! L’indifferenza ostentata e arrogante dell’assessore ai lavori pubblici, Ambiente ed ecologia / Servizi al territorio / Protezione civile ovvero Gennaro Cinque o quella inespressiva dell’assessore allaPianificazione del territorio /   Verde pubblico / Demanio Angelo Castellano ,non sono spiegabili alla luce di quanto sta accadendo su quella montagna! Sotto l’egida di questa indifferenza, si stanno consumando reati ambientali ma anche si potrebbero rilevare   gravissime inadempienze e contraddizioni amministrative, tra bugie, dinieghi di responsabilità, atti che prima scrivono una cosa eppoi ne scrivono un’altra, analisi che mancano di fogli e soprattutto con valori non congrui:   Documenti emessi tutti dalla: Città Matropolitana, dal genio Civile della Regione Campania, dal Demanio, dalla Città di Vico Equense, dall’ARPAC. Non si è mai capito per esempio e nessuno lo dice: chi trasportò i rifiuti dalla SS269 all’area, oggi definita “depressa”, una volta area “pic nic”, chi era la ditta e soprattutto da chi fu incaricata a fare l’operazione. Scarico che prima fu denunciato dall’Ente Parco con una lettera firmata dal dr. Antonio Malafronte , poi , in conferenza di servizio, lo stesso Malafronte  (Genio Civile e Regione)  insieme a Gennaro Cinque (Comune) , la dr.ssa Giovinazzi ( ARPAC) e Giancarlo Sarno( Citta metropolitana), ne approvarono l’interramento. Ma la premessa necessaria a tutta questa vicenda è quella che tutti i soggetti in questione sembrerebbero aver ignorato  è che: il FAITO è un Parco naturale ! E in esso  non avrebbe dovuto  esservi gettato niente ! Alla luce di questo tutta la vicenda sembra essersi ulteriormente ingarbugliata mentre prenderebbe corpo un’altra   versione   che sosterrebbe  che il pietrame era stato portato sul FAITO in quell’area dove sta tuttora,  a seguito di un programma di “riutilizzo materiali”  e l’area scelta era quella perché era stata considerata, non si capisce da chi e perché :un’   "area depressa", avvalendosi di esami che sembrerebbero non a norma ( mancherebbe anche un foglio, la pagina 2)  e, sembrerebbero, fuori da limiti consentiti dal decreto 2017, ovvero (10 volte sotto).

Per quanto riguarda poi  l’altro    materiale contaminato( amianto, bombole del gas vuote,lamiere, copertoni), aggiunto al pietrame, non si sa da chi, più il materiale di risulta   di costruzioni edile etc, le figure  e gli enti  sopra citati , dichiarerebbero di non saperne nulla attribuendo il tutto ad ignoti, gli stessi ignoti che a colpi di piccone avrebbero smantellato i muretti di protezione sulla strada del FAITO. Sorgono dunque spontanee le domande : Ma allora a cosa serviva convocare una Conferenza di Servizi? E a cosa servivano le analisi per altro mancanti di un fogli e tutte sballate? Lo chiediamo all’ing.    Giancarlo Sarno  della Città Metropolitana e agli altri intervenuti alla Conferenza , all’assessore Gennaro Cinque .Ora rispetto a tutte queste contraddizioni, evidenziate in atti pubblici, da enti pubblici, qualcuno dovrebbe pur rispondere, dire uno straccio di verità, di come si sono realmente  svolti i fatti e soprattutto, se ci sono protezioni o omissioni . Qualcuno dovrà pur  dire a chi come cittadini indignati che abitano sul Faito, o alle associazioni ambientaliste, come qquella a cui appartiene  chi scrive, come sia stato possibile che si siano consumati nel silenzio tali reati? E se non lo faranno ancora una volta bisognerà rimettere tutto nelle mani della Procura e sarà un Giudice a far venir fuori i responsabili. Infine  dovrebbero spiegare poi come sia stato possibile che un’ area adibita da sempre a pic nik  sia stata trasformata in un’area "depressa" quando immediatamente accanto vi e' un parco giochi per bambini a pochi metri di fronte insiste l’area attrezzata della festa della castagna.




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