Sul FAITO discarica, il silenzio
assordante dell’ amministrazione locale sconcerta e lascia interdetti! L’indifferenza
ostentata e arrogante dell’assessore ai lavori pubblici, Ambiente ed ecologia /
Servizi al territorio / Protezione civile ovvero Gennaro Cinque o quella inespressiva dell’assessore allaPianificazione
del territorio / Verde pubblico / Demanio Angelo Castellano ,non sono spiegabili alla luce di quanto sta
accadendo su quella montagna! Sotto l’egida di questa indifferenza, si stanno
consumando reati ambientali ma anche si potrebbero rilevare gravissime inadempienze e contraddizioni
amministrative, tra bugie, dinieghi di responsabilità, atti che prima scrivono
una cosa eppoi ne scrivono un’altra, analisi che mancano di fogli e soprattutto
con valori non congrui: Documenti emessi tutti dalla: Città
Matropolitana, dal genio Civile della Regione Campania, dal Demanio, dalla
Città di Vico Equense, dall’ARPAC. Non
si è mai capito per esempio e nessuno lo dice: chi trasportò i rifiuti dalla SS269
all’area, oggi definita “depressa”, una volta area “pic nic”, chi era la ditta
e soprattutto da chi fu incaricata a fare l’operazione. Scarico che
prima fu denunciato dall’Ente Parco con una lettera firmata dal dr. Antonio Malafronte , poi , in
conferenza di servizio, lo stesso Malafronte (Genio Civile e Regione) insieme a Gennaro
Cinque (Comune) , la dr.ssa
Giovinazzi ( ARPAC) e Giancarlo
Sarno( Citta metropolitana), ne
approvarono l’interramento. Ma la premessa necessaria a tutta questa
vicenda è quella che tutti i soggetti in questione sembrerebbero aver ignorato è che:
il FAITO è un Parco naturale ! E in esso non avrebbe
dovuto esservi gettato niente !
Alla luce di questo tutta la vicenda sembra essersi ulteriormente ingarbugliata
mentre prenderebbe corpo un’altra versione che sosterrebbe che il pietrame era stato portato sul FAITO
in quell’area dove sta tuttora, a
seguito di un programma di “riutilizzo
materiali” e l’area scelta era
quella perché era stata considerata, non si capisce da chi e perché :un’ "area depressa", avvalendosi di esami che sembrerebbero
non a norma ( mancherebbe anche un foglio, la pagina 2) e, sembrerebbero, fuori da limiti consentiti
dal decreto 2017, ovvero (10 volte sotto).
Per quanto riguarda poi l’altro materiale contaminato( amianto, bombole del gas vuote,lamiere, copertoni), aggiunto al pietrame, non si sa da chi, più il materiale di risulta di costruzioni edile etc, le figure e gli enti sopra citati , dichiarerebbero di non saperne nulla attribuendo il tutto ad ignoti, gli stessi ignoti che a colpi di piccone avrebbero smantellato i muretti di protezione sulla strada del FAITO. Sorgono dunque spontanee le domande : Ma allora a cosa serviva convocare una Conferenza di Servizi? E a cosa servivano le analisi per altro mancanti di un fogli e tutte sballate? Lo chiediamo all’ing. Giancarlo Sarno della Città Metropolitana e agli altri intervenuti alla Conferenza , all’assessore Gennaro Cinque .Ora rispetto a tutte queste contraddizioni, evidenziate in atti pubblici, da enti pubblici, qualcuno dovrebbe pur rispondere, dire uno straccio di verità, di come si sono realmente svolti i fatti e soprattutto, se ci sono protezioni o omissioni . Qualcuno dovrà pur dire a chi come cittadini indignati che abitano sul Faito, o alle associazioni ambientaliste, come qquella a cui appartiene chi scrive, come sia stato possibile che si siano consumati nel silenzio tali reati? E se non lo faranno ancora una volta bisognerà rimettere tutto nelle mani della Procura e sarà un Giudice a far venir fuori i responsabili. Infine dovrebbero spiegare poi come sia stato possibile che un’ area adibita da sempre a pic nik sia stata trasformata in un’area "depressa" quando immediatamente accanto vi e' un parco giochi per bambini a pochi metri di fronte insiste l’area attrezzata della festa della castagna.