sabato 23 dicembre 2017

ENNESIMA VIOLENZA A UN TERRITORIO MARTORIATO. CHI DOVREBBE TUTELARE IL TERRITORIO RINTRACCI I RESPONSABILI E FORNISCA RAGIONI AMMETTENDO CHE POSSANO ESSERCENE







La violenza che si sta esercitando sul territorio di Vico Equense, sembra diventare sempre più virulenta e più cattiva, gratuitamente cattiva. Il consumo di suolo, e la distruzione del verde in aree di valenza paesaggistica sembra ormai aver raggiunto livelli parossistici non più sostenibili. Quello che potete vedere in queste foto è stato fatto nel giro di qualche giorno, in una zona di lussureggiante vegetazione, ma anche in una zona ad altissimo rischio idrogeologico R3. Le foto satellitari di Google heart, mostrano com’era la zona prima, mentre le altre mostrano lo scempio inconsulto e non ancora comprensibile  poiché non se ne conoscono ancora né gli autori, né le finalità. Di fronte a quello che  dal ponte dell’EAV di Seiano apparentemente sembrava una frana o un grosso smottamento, non ci sono parole che possano commentare quello che si vede. Un territorio barbaramente trucidato, da chi nella sua grossolana e crassa ignoranza e avidità, sicuramente intende lucrare su quel terreno una volta ricco di ulivi, lecci e macchia mediterranea. Come è stato possibile fare tutto questo? Come è possibile che nessuno sia intervenuto? Hanno forse ottenuto autorizzazione per fare questo e chi l’avrebbe mai concessa, ammettendo che ci sia autorizzazione e per cosa, per quello  che si configura essere un  autentico  reato ambientale nonché disastro annunciato, poiché quella zona gravita nel perimetro di zona R3, ovvero di grande rischio idrogeologico, mentre pochi metri più sopra vi si snoda il Corso Filangieri? La verità tristissima e drammatica che ne viene fuori è che  Il territorio è nelle mani di vandali, temendo però, che nel dire questo si offenda l’antico popolo: gente senza scrupoli che appena può distrugge alberi per edificare o cementificare  con complici connivenze di chi invece il territorio dovrebbe tutelarlo e proteggerlo. Gli ambientalisti –pochi – che denunciano questi delitti vengono descritti nel migliore dei casi  come invasati radicali, nel peggiore, come rompicoglioni, che si oppongono al turismo e all’afflusso di soldi e alle attività commerciali, ma qui, quella ferita, come già tante altre, per una zona di Vico Equense che gravita sulla pianura del  Rivo d’Arco orrendamente stravisata sembrerebbe la goccia che fa traboccare il vaso: a cosa può servire quello sbancamento con una pendenza simile? Sembra improbabile una strada o qualsiasi altra cosa. Un parcheggio? Una costruzione?. A nulla vale il richiamo dell’Unione Europea: siamo i peggiori, gli ultimi nella lista rispetto alla salvaguardia e alla conservazione delle aree di verde e delle coste. Noi ambientalisti faremo ancora una volta il nostro dovere, denunciando agli enti preposti affinché sia fatta chiarezza su questo ennesimo delitto, su questa ennesima ferita inferta al territorio per amore dei soldi, per lucrare sulla terra, per fare ancora una volta affari alla faccia di piani territoriali e normative  non rispettate col consumo di suolo, con l’aiuto di uomini senza scrupoli, con bassissima cultura e di grossolana stazza morale e non. Verso questi, poiché le denunce non ci restituiranno più quel verde mutilato e distrutto tutto quello che loro si può augurare è una sorta di anatema, una maledizione, perché chi continua a fare del male al territorio non può pensare di farla sempre franca e di restare impunito. E allora, che possano fare la stessa fine di quelle piante: essere tranciati brutalmente e finire a rinsecchire nella terra, ammonticchiati. Chi specula sul territorio non rispettando leggi è divieti non può non finire altrimenti. Salvatore Settis in molti suoi interventi  ha denunciato il consumo selvaggio del territorio e la distruzione delle coste e del paesaggio, oggi queste foto ci dicono che non possiamo più fare finta di non vedere. Ci dicono che noi sappiamo chi sono i colpevoli, li conosciamo uno per uno, ma non abbiamo le prove per denunciarli personalmente, e allora ci rivolgiamo a chi le leggi dovrebbe farle rispettare nella speranza di far pagare i colpevoli in un paese nel quale natura, paesaggio, verde non rappresentano un valore in sé ma solo un tornaconto per fare affari.  

Nessun commento:

Posta un commento