Un commento mio ad un post di Ernesto Paolozzi, studioso di Benedetto
Croce e docente storia della filosofia contemporanea presso il
Suor Orsola Benincasa di Napoli che riporto integralmente. “La questione morale si è lentamente
degradata, prima in cupo moralismo, poi in perbenismo piccolo borghese,quindi
si è trasformata in rancorosa e invidiosa antipolitica. Oggi sta diventando un
gioco di società sostitutivo del burraco.Speriamo che la moda passi. Al grido
di viva Sandra Mondaini, che barba, che noia”.
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Si parla spesso di antipolitica,
ma mi chiedo: e la politica? Qual' è quella "cosa" alla quale oggi si
può attribuire il sostantivo di Politica, così come l'ho studiato per anni sui
testi di Storia delle Dottrine Politiche, o nelle letture di Gramsci, di
Omodeo, di Croce, Habermas? Quello che c'è oggi in giro, quello che il
marketing e il mercato ci offrono oggi col termine di politica, a mia
modestissima opinione, è solo comunicazione mutagena, ovvero un linguaggio che
serve a controllare e a nascondere la realtà di ciò che attiene alla sfera
dell'opinione pubblica – oeffentlichkeit-
per dirla con Jurgen Habermas. A conti
fatti oggi, quella politica non esiste
più , perché sostituita da una tecnica
amministrativa finalizzata alla conservazione e al mantenimento di potentati economico/ finanziarii. Questo
linguaggio della comunicazione utilizza un formulario concettuale e
simbolico che ha estromesso definitivamente le categorie valoriali dei diritti
e del sociale, mentre l’idea stessa di cittadinanza sparisce per fare posto a
quella di utenza. Ergo sostengo, in
opposizione a ciò che afferma Ernesto Paolozzi, che: come non esiste più la
politica così non esiste nemmeno il suo contrario ovvero l'antipolitica e
Sandra Mondaini forse era più avanti solo perché oltre a far parte dell’universo
spettacolo dei media poteva ancora annoiarsi. Vorrei ricordare ad Ernesto che prima di scagliarmi contro l'antipolitica
inviterei a riflettere su cosa e su chi fa politica oggi. Posso fare dei nomi a
... caso, eccoli: quella di Renzi è politica? Matteo Renzi è un politico?
Berlusconi ha fatto politica ? Maria Elena Boschi è una politica? Lo è Daniela
Santanchè ? Voglio spiegarmi meglio: non entro nel merito delle persone in
quanto tali e delle cose che hanno fatto e stanno facendo, che sono un prodotto
di questa mutazione ,entro invece nei modi di presentarsi in qualità di
personaggi completamente avulsi da nozioni storiche e politiche, nel senso
antico e per loro desueto del termine . Entro nei linguaggi usati, ma
soprattutto sulla acultura che ostentano. Mi scuserete se uso dei paradossi, ma
lo faccio solo per dimostrare che oggi la politica è sparita e al suo posto c'è
solo una tecnica amministrativa con i suoi esecutori al servizio del primato
dell'economico. Allora ecco che pongo un esempio. Ravvisate differenze - ovviamente oltre quelle
epocali - tra Walter Rathenau, Winston Churchill, François Mitterrand e Angela
Merkel, François Hollande Matteo Renzi? La mia opinione è che la prima triade
aveva una storia della cultura politica che era composta di una grande
considerazione verso la Humanitas, di un grande rispetto verso i principi della
Morale pubblica e privata per i ruoli istituzionali ricoperti e di un'alta
considerazione del senso dello Stato. In altri termini questi uomini erano
degli autentici politici il cui fine era quello di tenere alti i valori del
primato della Humanitas contro lo scadimento della vita verso la barbarie, si
inserivano cioè in quella formazione storico culturale che da Hobbes, passa per
Locke e poi per Rousseau, e poi per Kant e per Voltaire fino ad arrivare alle
basi dei dettati costituzionali. La seconda triade invece si occupa di far
quadrare i conti di un sistema economico l’unico che si fa passare per essere
il migliore dei mondi possibili ( quello capitalista/finanziario) e di curarne
gli interessi a discapito della Humanitas che per essi rappresenta un intoppo,
un incidente di percorso. Per la seconda triade lo scadimento della vita è un
dato necessario anzi quasi naturale: si ritorna cioè a considerazioni ante Adam
Smith, ovvero che l’essere poveri è una colpa e chi lo è lo è solo per colpa
sua, questa triade continua a conservare modelli rappresentativi del secolo
scorso: parlamenti, democrazia parlamentare, elezioni, ma di fatto li esautora
e li modifica fino a renderli completamente finalizzati alla sola conservazione di questo stesso sistema
economico. Rifkin e ultimamente Piketty, da punti di vista differenti, hanno
sottolineato l'estrema pericolosità della deriva o, se volete, del primato dell’
economico rispetto al primato del politico, come lo si intendeva un tempo, ovvero
al primato delle vite umane che compongo il sociale. Questo stato di cose
potrebbe portare a gravissimi conflitti su scala planetaria, alla scomparsa dei
diritti alla fine delle autonomie governative: poche nazioni amministrate da “facenti
funzioni” della finanza internazionale. Questa tecnica di far quadrare i conti
è supportata da un linguaggio asettico molto povero con scarsissimi concetti,
nel quale prevalgono acronimi e sigle, lingua inglese o un inglese mondializzato
molto usato sia dai media che dagli attori amministrativi che lo pongono in
essere: i primi ministri e i ministri stessi . Tutto questoallora non ha più
niente da spartire con quello che una volta si definiva politica e dunque tutto
questo, per ritornare al tuo post iniziale caro Ernesto, è per me la vera
antipolitica.
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