Qualcuno dirà che non sono mai
contento, qualche altro che sono perennemente infelice, qualche altro ancora
che non sono utile a me stesso e all’altra metà del cielo e che sono vecchio, decrepito, insomma un
relitto umano. Smentisco, non sono giovanissimo ma mi sento molto utile ancora
a molti e ho cura di me stesso e di altri e proprio per questo mentre mi godevo
la pensione passeggiando giù alla marina di Seiano, alle Calcare per la
precisione, insieme ad alcuni amici, non ho potuto fare a meno di vedere quegli
orrendi lampioni da autostrada di periferia urbana piantati in maniera
selvaggia e senza alcun criterio lungo quel tratto di spiaggia e, sulla sabbia, i
resti di tubi di plastica bianche e azzurri sparsi d’ovunque. Ho provato una
pena profonda per il mio territorio, non ho avuto neanche la voglia di
fotografarli quei lampioni tanto sono brutti, chi vorrà vederli non faticherà molto a
notarli. Chi li ha scelti? Chi ha potuto pensare che quel tipo di illuminazione potesse essere sistemato in un posto simile? Chi li ha commissionati? Ma li ha visti qualcuno prima di interrarli? I raffinatissimi assessori che pure si dice facciano parte di questa Giunta hanno permesso un simile acquisto? Quella spiaggia un tempo era una pietraia assolata, che si concludeva
con le rovine cinquecentesche di un vecchio arsenale, con alle spalle piccoli
vigneti e ulivi e fichi d’india. Oggi, dalla Torretta normanna al vecchio
arsenale è solo un continuum di baracche di legno, di ferro arrugginito, di
cancelli davanti alle quali spesso sono state gettate colate di cemento per
improbabili piattaforme e ancora più improbabili ristoranti o paninoteche o bar
che alla rinfusa d’estate servono di tutto. Qualche piattaforma vuole essere
più pretenziosa, ma resta il fatto che quel posto è stato orrendamente
devastato e lo è ancora con permessi e autorizzazioni e concessioni che il
sindaco Gennaro Cinque continua a rinnovare. Oggi con questa illuminazione
voluta da questo sindaco, e tutti quei cancelli pure questi autorizzati da lui
che vengono chiusi di notte, quel posto somiglierà ulteriormente ad un tremendo
lager. Allora la mia riflessione, perché di questo si tratta è: ma perché ci si
ostina a distruggere un territorio con manufatti bruttissimi e, questi si,
inutili, che un tempo aveva in sé, nella sua intima costituzione una sua
bellezza e un suo equilibrio naturale? Sarebbe bastato dotare quella pietraia
di docce e servizi igienici e lasciarla
così com’era . A cosa o a chi servirà tutta quella luce sulla spiaggia di
notte? A nessuno o forse a proteggere solo tutte quelle baracche di ferro
arrugginito che si aprono solo per tre mesi estivi a contendersi
quel piccolo tratto di mare. Questa è l’estetica del sindaco Gennaro
Cinque e della sua Giunta e questa
purtroppo è anche il suo modo di amministrare il territorio.
Franco Cuomo - VAS -Circolo Giovanni Esposito
Vico Equense
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