Un
Italia politicamente e moralmente brutta fa bella mostra di sé su tutti i media,
brutti politicamente e moralmente pure questi. Un'Italia che ha deciso di
gettare chissà dove intelligenza, buon gusto, razionalità, laicità, tolleranza per
stringere le sue braccia al collo
dell'ottusa e violenta alleanza fascistoide leghista di Matteo Salvini o
l'ottusa, incolta e brutta cultura di centro destra di Matteo Renzi e dei
democratici. Non c'è niente altro sulla scena politica e sociale italiana di
questo scorcio di inizio di XXI secolo. Una società regredita a livelli
provinciali di campanilismi che si scaglia con veemenza contro immigrati, e
contro tutte le possibili diversità sociali che sarebbero la causa di tutti i
mali che ci affliggono. Spaventa e inorridisce riflettere sui livelli culturali
di chi oggi è sotto i quarant'anni anche se laureato. Sembra non esserci più
spazio per nessuna elevazione morale, spirituale o semplicemente estetica.
Siamo in un
guado nel quale ci si imbatte sempre più raramente in modelli sparuti di
esempi di raffinata espressione intellettuale e sempre più quotidianamente con
la melmosa palude di una cattiva lingua, di una pessima estetica, di uno
sciatto universo politico appiattito spesso su pessima amministrazione e sostenuto
da ignoranza e luoghi comuni. Nel 2015 sono oggetto del dileggio di un
diciannovenne grossolano che mi chiama ricchione per strada tra le risatine dei
suoi amici; pance enfiate, cinture sotto ombelicali dialetto gergale,
sciattezza vestiaria, facce trucide. L'ho denunciato , ma questo non basta
perché la maggior parte dei ventenni non si discosta molto da questo esempio di
ritrovate virtù italiote. Quello che conta oggi è sentirsi parte di un branco,
ventre molle delle peggiori espressioni sociali: può essere quello di Salvini o
di Casa Pound o quello di Renzi e compagni non cambia di molto la pochezza
è sempre tanta. Analfabetismo di ritorno crescita zero della cultura,
riottosità verso qualsiasi atteggiamento che si distanzi dalla massa
strafottenza e disprezzo per l'ambiente che - soprattutto dalle nostre parti -
subisce aggressioni e violazioni ormai difficilmente più recuperabili.
Questo è quello che sta succedendo oggi in questo paese! Questo è l'autentico
terrorismo che fa tutt'uno col clima di paura planetario diffuso ad arte dai
padroni assoluti della finanza e del capitale. Si creano e si costruiscono ad
arte nemici esterni col supporto dei media e così le coscienze individuali
spariscono spazzate via da deprecabili e discutibili riconoscimenti identitari
indotti: l'occidente, l'Islam, gli immigrati, gli italiani, i settentrionali i
meridionali e così fino ad arrivare al proprio campanile e al proprio naso.
Ci sarebbe da fare parecchio contro questo degrado socio culturale, dovrebbero
insorgere le università, la scuola, i possibili intellettuali e o chi fa un
lavoro intellettuale, se non fosse che tutte queste categorie sono state
assorbite dal vortice dei media e poi, mi chiedo, oggi in Italia, ma anche in Europa,
che potrebbe ricoprire il ruolo che una volta era occupato da nomi quali
Habermas, Foucault, Barthes, Pasolini? Una volta si facevano i conti con l’estetica
della verità di Adorno, oggi con gli slogan sulle felpe di Salvini o con i
trilli twittati di Renzi. L’umanismo classico, sorto come cura personalistica
di un animismo svilito, oggi è praticamente esaurito, anzi si è svilito da sé e
si è messo sulla difensiva: gli umanisti contemporanei organizzano primarie truffaldine che altri truffatori di democrazie pongono sotto controllo.
Oggi, di quei pensatori che hanno fatto grande il pensiero critico europeo ci rimangono solo i loro
scritti nel loro chiarore fioco e nella loro crescente oscurità. Si trovano
ancora in edizioni più o meno accessibili e potrebbero venire ancora letti, se
qualcuno ritrovasse soltanto i motivi per poterli leggere. Tra tutto questo
vociare volgare, tra giovani che parlano male nella crescita crescente di
ideologie mediocri e proprio per questo pericolose, il loro destino è di
starsene in silenziosi scaffali, come lettere in giacenza che nessuno andrà più
a ritirare: immagini o illusioni di una cultura cui questi ottusi contemporanei
non vogliono e non possono più fare propria.
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