domenica 1 marzo 2015

Tra felpe, twitt e primarie controllate, quello che è diventato questo paese


Un Italia politicamente e moralmente brutta fa bella mostra di sé su tutti i media, brutti politicamente e moralmente pure questi. Un'Italia che ha deciso di gettare chissà dove intelligenza, buon gusto, razionalità, laicità, tolleranza per stringere  le  sue braccia al collo dell'ottusa e violenta alleanza fascistoide leghista di Matteo Salvini o l'ottusa, incolta e brutta cultura di centro destra di Matteo Renzi e dei democratici. Non c'è niente altro sulla scena politica e sociale italiana di questo scorcio di inizio di XXI secolo. Una società regredita  a livelli provinciali di campanilismi che si scaglia con veemenza contro immigrati, e contro tutte le possibili diversità sociali che sarebbero la causa di tutti i mali che ci affliggono. Spaventa e inorridisce riflettere sui livelli culturali di chi oggi è sotto i quarant'anni anche se laureato. Sembra non esserci più spazio per nessuna elevazione morale, spirituale o semplicemente estetica.
Siamo in un guado nel quale ci si imbatte sempre più raramente in modelli sparuti di  esempi di raffinata espressione intellettuale e sempre più quotidianamente con la melmosa palude di una cattiva lingua, di una pessima estetica, di uno sciatto universo politico appiattito spesso su pessima amministrazione e sostenuto da ignoranza e luoghi comuni. Nel 2015 sono oggetto del dileggio di un diciannovenne grossolano che mi chiama ricchione per strada tra le risatine dei suoi amici; pance enfiate, cinture sotto ombelicali dialetto gergale, sciattezza vestiaria, facce trucide. L'ho denunciato , ma questo non basta perché la maggior parte dei ventenni non si discosta molto da questo esempio di ritrovate virtù italiote. Quello che conta oggi è sentirsi parte di un branco, ventre molle delle peggiori espressioni sociali: può essere quello di Salvini o di Casa  Pound o quello di Renzi e compagni non cambia di molto la pochezza è sempre tanta. Analfabetismo di ritorno crescita zero della cultura, riottosità verso qualsiasi atteggiamento che si distanzi dalla massa strafottenza e disprezzo per l'ambiente che - soprattutto dalle nostre parti - subisce aggressioni e violazioni  ormai difficilmente più recuperabili. Questo è quello che sta succedendo oggi in questo paese! Questo è l'autentico terrorismo che fa tutt'uno col clima di paura planetario diffuso ad arte dai padroni assoluti della finanza e del capitale. Si creano e si costruiscono ad arte nemici esterni col supporto dei media e così le coscienze individuali spariscono spazzate via da deprecabili e discutibili riconoscimenti identitari indotti: l'occidente, l'Islam, gli immigrati, gli italiani, i settentrionali i meridionali e così fino ad arrivare al proprio campanile e al proprio naso. Ci sarebbe da fare parecchio contro questo degrado socio culturale, dovrebbero insorgere le università, la scuola, i possibili intellettuali e o chi fa un lavoro intellettuale, se non fosse che tutte queste categorie sono state assorbite dal vortice dei media e poi, mi chiedo, oggi in Italia, ma anche in Europa, che potrebbe ricoprire il ruolo che una volta era occupato da nomi quali Habermas, Foucault, Barthes, Pasolini? Una volta si facevano i conti con l’estetica della verità di Adorno, oggi con gli slogan sulle felpe di Salvini o con i trilli twittati di Renzi. L’umanismo classico, sorto come cura personalistica di un animismo svilito, oggi è praticamente esaurito, anzi si è svilito da sé e si è messo sulla difensiva: gli umanisti contemporanei organizzano primarie truffaldine che altri truffatori di democrazie pongono sotto controllo.
 Oggi, di quei pensatori che hanno fatto grande il pensiero critico europeo ci rimangono solo i loro scritti nel loro chiarore fioco e nella loro crescente oscurità. Si trovano ancora in edizioni più o meno accessibili e potrebbero venire ancora letti, se qualcuno ritrovasse soltanto i motivi per poterli leggere. Tra tutto questo vociare volgare, tra giovani che parlano male nella crescita crescente di ideologie mediocri e proprio per questo pericolose, il loro destino è di starsene in silenziosi scaffali, come lettere in giacenza che nessuno andrà più a ritirare: immagini o illusioni di una cultura cui questi ottusi contemporanei non vogliono e non possono più fare propria.  

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