mercoledì 25 marzo 2015

Ma il Novecento è davvero così ignobile? Una riflessione su un convegno che si terrà a Napoli

franco cuomo : DANCING, ACRILICO SU TELA 120X80 
Le sequenze formali sono di numero limitato: la loro durata può essere lunghissima (come quella degli arnesi), oppure brevissima ( come la moda). Così come molto varia è la loro velocità; vi sono serie che vedono formazioni serrate di molti operatori, altre che sovrappongono immagini e tagli di altre immagini, altre caratterizzate dalla discontinuità degli interventi. Tuttavia nessuna opera d’arte esiste al di fuori di queste sequenze continue che le collegano ad un unico progetto, ad un unico disegno ad un'unica finalità. Questo è per me il Novecento in arte, in letteratura, in musica: potrei riassumerne l’estetica rimandando a Pulp Fiction film di Quentin Tarantino che appunto sembra chiudere il Novecento , oppure fare scorrere una sequenza di immagini tratte da opere pittoriche o filmiche con una canzone di    Urge Overkill - Girl, You'll Be A Woman Soon, che tra l’altro era parte della colonna sonora del film, quella dove Uma Thurman balla prima di finire in over dose. Frammentarietà, tagli, discontinuità: Walter Benjamin più che Martin Heidegger, Theodor Adorno più che Ernest Cassirer, Michel Foucault più che Jurgen Habermas e poi tutta la cultura e la musica pop  i Beatles, gli Stones, i Pink Floyd più che Nono, Stravinsky, Stockhausen. In un convegno tenuto proprio al Suor Orsola Benincasa nel maggio del 1990, venticinque anni fa, Domenico Conci, Sergio Givone, Ives Ersant, Enzo Siciliano, Carlo Sini, Aldo Trione e Stefano Zecchi, si riunirono per discutere di Mito e Bellezza nel Novecento. Ricordo che proprio Stefano Zecchi aveva appena scritto un libro intitolato La Bellezza, edito da Bollati Boringhieri il cui primo capitolo “ Uscire dal Novecento”. In quello convegno e in quel libro mi ricordo che  il Novecento non ne uscì bene, l’unico che ebbe parole più tenere e comprensive verso quel secolo scomodo – che allora era agli sgoccioli, fu Enzo Siciliano, forse ancora direttore di Nuovi Argomenti. Ora finalmente è finito ( già da quindici anni), e un convegno fatto sempre al Suor Orsola Benincasa adopera ancora un termine come “Ignobile” per definirlo, anche se – credo Emma Giammattei, abbia scritto che il termine non vuole essere dispregiativo. Io amo tutto il novecento, anche se storicamente  ha partorito esperienze agghiaccianti per il genere umano. Amo profondamente quella cultura e quegli uomini che – soprattutto nella sua seconda metà, si sono sforzati di comprenderne e definirne i linguaggi multipli, molteplici, vari e soprattutto di rappresentarne la definitiva sparizione dell’Europa come centro produttivo di senso. Non so quali saranno gli assunti di questo convegno né le tesi sostenute dai relatori, i titoli mi farebbero sperare in un recupero di quello che per me resta un grande secolo, ma allora non mi spiego l’ignobile che gli fa da attributo, anzi che gli è stato attribuito. E allora mi piace ritornare sul Novecento come il secolo dell’ estetica frantumata, magari questa attribuzione poteva rendergli più giustizia e ritornare a quel pezzo a cui facevo riferimento all’inizio di questo brevissimo scritto: Girl, You’ll be a woman soon ( Ragazza, presto sarai una donna), non per il contenuto ma per come è realizzato il video, anzi per come è concepita tutta la temporalità e la visualità su You Tube. E’ la dimensione dinamica e erompente e multi temporale preconizzata dalle avanguardie novecentesche che attraversa le strutture formali dei linguaggi oggi super evoluti rispetto a quelle concettualizzazioni. Voglio dire che siamo ancora profondamente e esteticamente  intrisi di Novecento . La vera figura retorica di questo secolo appena passato è l’irrequietezza utopica, una tensione che non si accontenta di nessun risultato ma si appropria di un’esperienza istantanea acquisita per farne la base di un ulteriore passo avanti. Mentre scrivevo questo pezzo per il mio blog, ho postato su FB, ho chattato su Skype, ho ascoltato musica e visto video da You Tube spaziando dai sessanta del secolo scorso agli anni 10 di questo secolo. Ecco, questo era già stato pensato nel Novecento da musicisti, artisti filosofi, questo era già lo zeitgeist di quel secolo: tutto questo è semplicemente l’estetica del Novecento.
Franco Cuomo

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