franco cuomo : DANCING, ACRILICO SU TELA 120X80 |
Le sequenze formali sono di
numero limitato: la loro durata può essere lunghissima (come quella degli
arnesi), oppure brevissima ( come la moda). Così come molto varia è la loro
velocità; vi sono serie che vedono formazioni serrate di molti operatori, altre
che sovrappongono immagini e tagli di altre immagini, altre caratterizzate
dalla discontinuità degli interventi. Tuttavia nessuna opera d’arte esiste al
di fuori di queste sequenze continue che le collegano ad un unico progetto, ad
un unico disegno ad un'unica finalità. Questo è per me il Novecento in arte, in
letteratura, in musica: potrei riassumerne l’estetica rimandando a Pulp Fiction
film di Quentin Tarantino che appunto sembra chiudere il Novecento , oppure
fare scorrere una sequenza di immagini tratte da opere pittoriche o filmiche
con una canzone di Urge
Overkill - Girl, You'll Be A Woman Soon, che tra l’altro era parte della
colonna sonora del film, quella dove Uma Thurman balla prima di finire in over
dose. Frammentarietà, tagli, discontinuità: Walter Benjamin più che Martin Heidegger,
Theodor Adorno più che Ernest Cassirer, Michel Foucault più che Jurgen Habermas
e poi tutta la cultura e la musica pop i
Beatles, gli Stones, i Pink Floyd più che Nono, Stravinsky, Stockhausen. In un
convegno tenuto proprio al Suor Orsola Benincasa nel maggio del 1990,
venticinque anni fa, Domenico Conci, Sergio Givone, Ives Ersant, Enzo Siciliano,
Carlo Sini, Aldo Trione e Stefano Zecchi, si riunirono per discutere di Mito e
Bellezza nel Novecento. Ricordo che proprio Stefano Zecchi aveva appena scritto
un libro intitolato La Bellezza, edito da Bollati Boringhieri il cui primo
capitolo “ Uscire dal Novecento”. In quello convegno e in quel libro mi ricordo
che il Novecento non ne uscì bene, l’unico
che ebbe parole più tenere e comprensive verso quel secolo scomodo – che allora
era agli sgoccioli, fu Enzo Siciliano, forse ancora direttore di Nuovi
Argomenti. Ora finalmente è finito ( già da quindici anni), e un convegno fatto
sempre al Suor Orsola Benincasa adopera ancora un termine come “Ignobile” per
definirlo, anche se – credo Emma Giammattei, abbia scritto che il termine non
vuole essere dispregiativo. Io amo tutto il novecento, anche se storicamente ha partorito esperienze agghiaccianti per il
genere umano. Amo profondamente quella cultura e quegli uomini che –
soprattutto nella sua seconda metà, si sono sforzati di comprenderne e
definirne i linguaggi multipli, molteplici, vari e soprattutto di rappresentarne
la definitiva sparizione dell’Europa come centro produttivo di senso. Non so
quali saranno gli assunti di questo convegno né le tesi sostenute dai relatori,
i titoli mi farebbero sperare in un recupero di quello che per me resta un
grande secolo, ma allora non mi spiego l’ignobile che gli fa da attributo, anzi
che gli è stato attribuito. E allora mi piace ritornare sul Novecento come il
secolo dell’ estetica frantumata, magari questa attribuzione poteva rendergli
più giustizia e ritornare a quel pezzo a cui facevo riferimento all’inizio di
questo brevissimo scritto: Girl, You’ll be a woman soon ( Ragazza, presto sarai
una donna), non per il contenuto ma per come è realizzato il video, anzi per
come è concepita tutta la temporalità e la visualità su You Tube. E’ la dimensione
dinamica e erompente e multi temporale preconizzata dalle avanguardie
novecentesche che attraversa le strutture formali dei linguaggi oggi super
evoluti rispetto a quelle concettualizzazioni. Voglio dire che siamo ancora
profondamente e esteticamente intrisi di
Novecento . La vera figura retorica di questo secolo appena passato è l’irrequietezza
utopica, una tensione che non si accontenta di nessun risultato ma si appropria
di un’esperienza istantanea acquisita per farne la base di un ulteriore passo
avanti. Mentre scrivevo questo pezzo per il mio blog, ho postato su FB, ho
chattato su Skype, ho ascoltato musica e visto video da You Tube spaziando dai
sessanta del secolo scorso agli anni 10 di questo secolo. Ecco, questo era già
stato pensato nel Novecento da musicisti, artisti filosofi, questo era già lo zeitgeist
di quel secolo: tutto questo è semplicemente l’estetica del Novecento.
Franco Cuomo
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