martedì 13 maggio 2014

V per Vendetta


Ho scritto che voterò alle Europee Movimento 5 Stelle e subito si è verificata la levata di scudi che ormai rappresenta la risposta del conformismo indotto e manipolato dal media: televisioni e giornali, tutte e tutti. Non mi stupisce che nessuno più colga la manipolazione del linguaggio e delle immagini, costruita intorno al Movimento 5 Stelle: antipolitica, populismo, neofascismo e chi più ne ha più ne metta. Non possono più coglierla, non riesce a coglierla più nessuno, perché si è immersi 24 ore su 24 in una bolla di disinformazione che ormai avvolge e fornisce anitride carbonica alle nostre coscienze, per altro già instupidite da molte altre cose. Qualsiasi programma di  – si fa per dire –  informazione politica  disgusta per la faziosità di regime che vi si manifesta: da Formigli, Gruber, Santoro, Floris, Vespa  è tutto un “dagli all’untore”, un descrivere il demonio e la sua genia di invasati ! Ho conosciuto in questi giorni molti amici del M5 Stelle, persone per bene, normalissime, preparatissime, informatissime, su argomenti di vitale importanza per tutti: gestione dell’acqua bene pubblico, tutela del mare e delle sue coste, organizzazione del bene pubblico inteso come beni culturali e pubblica amministrazione. Ho visto e percepito anche qualche ingenuità, ma assolutamente non ho riscontrato né trovato ciò che  l’ideologia di un PD/PdL  sta diffondendo. La Bonafé ieri sera era inascoltabile, tanto da far apparire la Biancofiore addirittura più accettabile ed è quanto dire! Ascoltare Renzi i renziani del partito democratico, ma ascoltare tutti quelli del partito democratico i Civati, i Cuperlo,  è come ascoltare un vinile inceppato, una mediocre sequela di frasi fatte, un vuoto argomentativo e culturalmente povero che non è altro che la continuazione di ciò che ci è stato propinato dalla melassa berlusconiana tutt’ora in auge. Si assiste poi in questa levata di scudi, la presa di posizione  di quelli  che, ritenendosi intellettualmente più evoluti, quelli di sinistra, dicono di votare  Alexis Tsipras , ovvero la lista Tsipras. Ebbene, pur riconoscendo il grande ruolo giocato da Alexis Tsipras nel suo paese, la Grecia, e pur condividendo moltissime ( quasi tutte) problematiche sostenute da lui e dalla sua lista, fatta da persone degnissime,  sono convinto che essa sia una lista civetta ad uso e consumo del PD. Riuscire cioè a convogliare elettori di sinistra per toglierli al M5Stelle, portare a casa un magro risultato, indebolire il Movimento e consentire a Renzi di frenare lo tsunami 5 Stelle che lo travolgerà. Naturalmente, come ho sostenuto in qualche mio post:  con la mia dichiarazione di voto io non faccio nessun  un atto di fede! Non ci sono più da tempo verità assolute e i credi politici sono tutti molto opinabili e discutibili. Chi ha partecipato agli incontri organizzati dai meetup  - ed io ho cominciato a farlo - sa che questi sono formati da gruppi composti da cittadini informati, solitamente ad alto tasso di scolarizzazione, impegnati nel sociale o in iniziative legate alle condizioni del territorio: inquinamento, energia, modelli di sviluppo, spesa pubblica nei comuni e nelle regioni. Non sono affatto le persone invasate e sprovvedute che i vari Formigli & Company fanno passare in televisione. Ovviamente, se davvero alle prossime europee il Movimento raccoglierà quel successo vaticinato dagli ultimi sondaggi, questo sarà dovuto anche al voto di protesta. Ma basta questo per bollare i 5 Stelle come espressione dell’anti-politica, come fanno spaventati, su quasi tutti i giornali, i grandi commentatori del secolo scorso sagrestani del potere? Se questa che vediamo  tutte le sere in TV è la politica allora ben venga l’antipolitica!Gli osservatori attenti e in buona fede, infatti, non possono negare che l’attività degli attivisti e dei rappresentanti dei cittadini fin qui eletti nei comuni e nelle regioni, dimostra proprio il contrario. Le scelta di rinunciare ai finanziamenti pubblici, di mettere un tetto al numero di candidature consecutive, la presenza di programmi precisi, sono un fatto politico. Così come sono state politica, con la P maiuscola, le raccolte di firme per le leggi d’iniziativa popolare che il parlamento ha scandalosamente ignorato. Solo prossimi anni sapremo se il Movimento 5 stelle sarà parte (e quale parte) di quel grande cambiamento di cui ha bisogno il Paese. Che Grillo dica di non aspirare a nessuna carica pubblica è un buona cosa. Dunque  al di là dei giudizi sulle singole iniziative e prese di posizione, resta un fatto. Il Movimento 5 stelle è una realtà viva e dinamica che sta crescendo. E questo oggi, in un mondo popolato da partiti corrotti , sfasciati in rivoli di correnti personali con interessi personalistici a me sembra già tanto. Se poi sia abbastanza non dipenderà né da Grillo né da Casaleggio ma dalla qualità, dalle capacità e dalla volontà, dei cittadini che corrono a formarlo. Dunque  oggi voto Movimento 5 Stelle perché sono gli unici che stanno tra la gente, domani si vedrà, io poi non votavo più da una decina di anni. Se ritorno a farlo oggi, per le Europee poi che sembrano essere più distanti o più neutre, un motivo ci sarà. Dopo tre "repubbliche", tangentopoli varie, le farse dei rimborsi consiliari, scandali a ripetizione, istituzioni fini non a se stesse ma al benessere di chi le conduce, casi Gladio, casi P1, P2, ..., Pn, tragedie orchestrate dallo stato (Ustica, Italicus, stazione di Bologna, Aldo Moro) vent'anni di dittatura della mafia, trattative stato-mafia, e la lista potrebbe continuare: il Movimento 5 stelle rappresenta, al momento, per me, una risposta possibile a questi ladri massoni e a queste consorterie trasversali che hanno dissanguato  , un paese.





4 commenti:

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  2. Caro Franco,
    Ma veramente crediamo ancora che la disoccupazione, la precarietà, la povertà incalzante, la distruzione dell'ambiente, siano causati dal malaffare italiano? Dai politici che intascano stipendi da capogiro e, non paghi, "arrotondano" con tangenti e ruberie? Ancora speriamo che, con una (fantomatica) gestione migliore, più onesta e trasparente, più "umana, del capitalismo qualcosa possa cambiare? Ancora pensiamo che in un sistema produttivo basato sul profitto privato possa esistere una società senza mafie, senza corruzione, senza sfruttamento dei lavoratori? Davvero ci sfugge ancora la reale natura dei mali che ci affliggono? Davvero pensiamo che bastino piccoli e semplici gesti di onestà quotidiana per cambiare le catastrofiche prospettive che le famiglie dei lavoratori italiani hanno davanti a se?
    Possibile che "stare tra la gente" per raccogliere suppliche e seminare promesse possa bastare? Possibile che fare meno schifo sia un pregio ed essere ingenui un difetto perdonabile?
    Syriza, il M5S, Izquierda Unida...tutti aspiranti al ruolo di nuovo maggiordomo dello stesso intoccabile padrone!
    Eppure il mondo lo abbiamo gia cambiato piu di una volta! Dovremmo ricordarcelo! Dovremmo ricordarci come si fa a cambiarlo!

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  3. Purtroppo non lo ricorda più nessuno e nessuno vuole più ricordarlo.E comunque la tragedia è che chi perde il passato non ha neanche futuro. Condivido ogni virgola di quello che hai scritto - come sempre d'altra parte- ma anche dopo questo voto, penso proprio che non voterò mai più. La gestione delle coscienze attraverso i soldi e i media ( e non la chiamo politica ), non mi interessa più. Se fossi giovane, ma se ci fossero dalle mie parti, oggi lavorerei con i giovani dei centri sociali o in attività che potrebbero aiutare la povera gente che non sa difendersi da questi affaristi disonesti e se avessi più aiuti e più energie le spenderei solo per la difesa e la lotta contro lo sfruttamento dell'ambiente .Ti abbraccio

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  4. I centri sociali, l'associazionismo di beneficenza, il mondo del no profit e tutte quelle realtà che tamponano gli effetti catastrofici dello sfruttamento e sopperiscono alle mancanze di uno stato sociale in veloce disfacimento, sono totalmente funzionali alla conservazione degli attuali rapporti di forza tra le classi.
    Da giovane militante, rifiuto di spendermi per la creazione e la conservazione di queste isole felici, all'interno delle quali far finta che il mondo sia meno ingiusto e crudele di quello che è. Il rifiuto del capitalismo, se non si traduce nella lotta per il suo abbattimento e per la costruzione di una società alternativa, è totalmente inoffensivo.
    Sul problema delle fatidiche "coscienze", sappiamo benissimo che istituzioni, cultura e identità sociale sono sovrastrutture determinate dalla struttura dei rapporti di produzione. Possiamo, dunque, lamentarci per decenni dell'abrutimento culturale degli italiani e della manipolazione delle loro coscienze (confidando, spesso dichiaratamente, che la tanto sospirata rivoluzione sarà tutta culturale, tutta spirituale, tutta ideale) quando sappiamo perfettamente come si origina, come si perpetra e in quale relazione è con le condizioni materiali della nostra esistenza? Possiamo mai farci sistematicamente trovare dal nostro oppressore in uno stato di lamentosa isteria, intrisi di un idealismo sconclusionato e sofisticato che lascia "la povera gente" indifesa (cornuta) e giudicata in maniera sprezzante (mazziata)?
    Io sono per la lotta. E non sono affatto solo...
    Ricambio l'abbraccio.

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