Ho letto l’articolo di Gian
Antonio Stella apparso sul Corriere della Sera sulla cronistoria dell’ecomo
mostro di Alimuri e su un suo possibile abbattimento, vorrei sottolineare
perché nessuno si è premurato di informare il giornalista che all’epoca furono
i VAS e il sottoscritto, nella qualità di coordinatore del circolo di Vico
Equense a denunciare alla stampa l’accordo scellerato che si stringeva tra la Sa.An , la Regione Campania , il Comune di
Vico Equense ( con l'attuale sindaco Gennaro Cinque) e il Ministero dei beni Ambientali e culturali. All’epoca il
Corriere del Mezzogiorno mi fece passare per una specie di eroe, soprattutto
perché il suo direttore era impegnato in una campagna critica nei confronti
dell’allora assessore regionale all’industria e alla produttività Andrea
Cozzolino, e il sottoscritto “ casualmente” sottolineò il legame familiare tra
il potente assessore e la famiglia Normale, proprietaria dell’ecomostro.Non
passava giorno che non venissi chiamato per interviste telefoniche
sull’accordo. Oggi l’Alimuri torna a far parlare di sé: Fabrizio Geremicca mi
ha chiamato qualche giorno fa perché voleva sapere da me cosa ne pensassi di
tutta la faccenda e se ero d’accordo per l’abbattimento. La faccenda mi suscita
ancora dubbi e perplessità ed è opinione di chi scrive, che l’accordo – che
molti dicono ormai decaduto – potrebbe ripresentarsi in altre forme. Di fatto,
il Comune di Vico Equense non ha mai
predisposto un’ordinanza di demolizione, e se anche l’avesse fatto chi avrebbe
dovuto pagare i costi per l’abbattimento? Né mi risulta abbia mai fatto
un’ingiunzione in danno alla famiglia Normale per farlo abbattere e in ogni caso
se accadesse una cosa del genere la famiglia Normale sicuramente farebbe
ricorso per essere risarcita in qualche modo ed ecco che torniamo al punto di
partenza: oggi si riparla dell’abbattimento di quel rudere che sta lì da
cinquant'anni perché ? E' mia opinione che su quello scheletro c’è chi vuole fare
ancora l’affare! Lega ambiente ne vuole l’abbattimento e le “anime belle”
impegnate in "denunce floreali", nel senso che se le appuntano sul bavero,
dovrebbero essere più serie nell’affrontare la problematica. Il sottoscritto
non ha agganci tali da invitare giornalisti e poi ospitarli a Vico Equense come ce li hanno altri, e
se ne sbatte del politically correct e dunque per quanto mi riguarda, da
ambientalista di frontiera e senza referenze, dico che per conto mio quello
scheletro potrebbe rimanere lì per altri cinquant’anni esposto alla consunzione
naturale degli agenti atmosferici e che ben altri mostri deturpano Vico Equense e molto più recenti . L’architetto Antonio Irlando, presidente
dell'Osservatorio Archeologico Vesuviano, che ha invitato il noto giornalista
del Corriere della sera, e del quale ho tentato più volte di rinvenire tramite
Google le coordinate del fantomatico Osservatorio, senza mai trovare una sede
ufficiale, autore tra del libro fotografico <<Vico Equense, che bellezza!>>
non può gettare il sasso e nascondere la mano. Bisogna essere chiari! Se quella
struttura deve essere abbattuta lo deve essere solo per liberare un tratto di
costa da un rudere ingombrante e impattante e chiunque ne decida l’abbattimento
non deve farlo diventare un affare! Oggi questo non mi sembra venga detto da nessuno:
l’abbattimento certamente attiverà un ricorso dei proprietari che, anche qui
nessuno lo dice mai, quando acquistarono il complesso sapevano di acquistare un
abuso edilizio e sapevano di poter lucrare sull’acquisto. Allora? Allora se lo
si vuole demolire lo si demolisca, ma questo non dovrà consentire nuove
operazioni pericolose e al dire altrui scadute, ma che di fatto sono ancora lì
con tutto il loro carico di ambiguità : la richiesta della famiglia Normale di
una struttura di pari volumetria in una zona del Comune di Vico Equense ecco,
questo pericolo per il sottoscritto incombe ancora in tutta la sua integrità e
potrebbe ripresentarsi sotto altre forme a seguito dell’abbattimento.
Franco Cuomo VAS –Vico Equense
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