giovedì 4 luglio 2019

A proposito della discarica interrata sul Faito





Sulla vicenda della discarica sul monte Faito, vicenda denunciata alle autorità competenti ( si fa per dire)  da VAS, WWF,e alcuni residenti del Faito Pino De Vivo in testa,  quest’inverno con la neve  anche con l’apposizione di uno striscione, la risposta arrivata dalle dette “autorità competenti”, nel caso specifico dalla Città Metropolitana, solo ora e lascia attoniti per l’indifferenza, io userei anche un altro Termine che comincia con para e finisce con agine, che mi sembra molto più appropriato alla sensibilità dimostrata su tutta la vicenda.   La risposta è stata più o meno questa: signori miei, siccome l’Autorità di Distretto Idrografico dell’Appenino Meridionale, per intenderci l’ex Autorità di bacino, ci ha risposto il 6 maggio scorso chiedendoci una relazione tecnica dettagliata e siccome la stessa autorità ci “consigliava” di rimuovere dal sito quel materiale “ senza una specifica relazione tecnica” ( un’altra? Ma c’è o non c’è?) e siccome i costi per lo smaltimento sarebbero troppo alti, noi ( ovvero la Città metropolitana) abbiamo deciso di convocare una Conferenza di servizi per 11 luglio prossimo, dove allo stesso tavolo si incontreranno: il Distretto idrografico,Il genio Civile,il Demanio, l’Ente Parco, il sindaco di Vico Equense, l’ARPAC, la Soprintendenza e la Direzione amministrativa Patrimonio, Provveditorato, tutti insieme appassionatamente. Detto in altre parole insomma, il materiale rimane sempre lì, interrato, le relazioni “tecniche”, fino ad ora presentate sono riferite solo al materiale spostato dalla strada dopo la frana e a tutta una serie di rilevi stratigrafici fatta all’area per stabilirne la pendenza e la conformazione idrogeologica, con formulette criptiche e parametri e indici relativi sempre al posto e non mai   al materiale, si badi bene, non quello originario della frana, ma a quello scaricato dopo che nel frattempo è molto cambiato, ma nessuno  fino ad ora dei soggetti in causa si è premurato di verificarne la natura. Il sito inoltre non è stato mai messo in sicurezza o delineato, così il Comune con mezzi comunali e di ditte locali, ha continuato a scaricare altri materiali, rendendo quel posto  appunto una vera e propria discarica a cielo aperto. Questi i fatti, tutto rimane dove sta, VAS e WWF non possono partecipare alla Conferenza di servizi e anche se potessero farlo non avrebbero diritto di parola. Tutto il resto è deja vù con palleggi di responsabilità e complicità aguzzine e il silenzio assordante dell’Ente Parco e del suo Presidente Tristano Ravallese Dello Ioio  ai danni di ambiente e territorio e anche di legalità, ma questo ormai lo diciamo da troppo tempo e sembra non interessare nessuno.




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