Sulla vicenda della discarica sul monte Faito, vicenda denunciata alle
autorità competenti ( si fa per dire) da
VAS, WWF,e alcuni residenti del Faito Pino De Vivo in testa, quest’inverno con la neve anche con l’apposizione di uno striscione, la
risposta arrivata dalle dette “autorità competenti”, nel caso specifico dalla
Città Metropolitana, solo ora e lascia attoniti per l’indifferenza, io userei
anche un altro Termine che comincia con para e finisce con agine, che mi sembra
molto più appropriato alla sensibilità dimostrata su tutta la vicenda. La
risposta è stata più o meno questa: signori miei, siccome l’Autorità di Distretto
Idrografico dell’Appenino Meridionale, per intenderci l’ex Autorità di bacino,
ci ha risposto il 6 maggio scorso chiedendoci una relazione tecnica dettagliata
e siccome la stessa autorità ci “consigliava” di rimuovere dal sito quel
materiale “ senza una specifica relazione tecnica” ( un’altra? Ma c’è o non c’è?)
e siccome i costi per lo smaltimento sarebbero troppo alti, noi ( ovvero la
Città metropolitana) abbiamo deciso di convocare una Conferenza di servizi per
11 luglio prossimo, dove allo stesso tavolo si incontreranno: il Distretto
idrografico,Il genio Civile,il Demanio, l’Ente Parco, il sindaco di Vico
Equense, l’ARPAC, la Soprintendenza e la Direzione amministrativa Patrimonio,
Provveditorato, tutti insieme appassionatamente. Detto in altre parole insomma,
il materiale rimane sempre lì, interrato, le relazioni “tecniche”, fino ad ora
presentate sono riferite solo al materiale spostato dalla strada dopo la frana
e a tutta una serie di rilevi stratigrafici fatta all’area per stabilirne la
pendenza e la conformazione idrogeologica, con formulette criptiche e parametri
e indici relativi sempre al posto e non mai al
materiale, si badi bene, non quello originario della frana, ma a quello
scaricato dopo che nel frattempo è molto cambiato, ma nessuno fino ad ora dei soggetti in causa si è premurato di
verificarne la natura. Il sito inoltre non è stato mai messo in sicurezza o
delineato, così il Comune con mezzi comunali e di ditte locali, ha continuato a scaricare altri materiali, rendendo quel posto appunto una vera e propria discarica a cielo aperto.
Questi i fatti, tutto rimane dove sta, VAS e WWF non possono partecipare alla
Conferenza di servizi e anche se potessero farlo non avrebbero diritto di
parola. Tutto il resto è deja vù con palleggi di responsabilità e complicità
aguzzine e il silenzio assordante dell’Ente Parco e del suo Presidente Tristano
Ravallese Dello Ioio ai danni di
ambiente e territorio e anche di legalità, ma questo ormai lo diciamo da troppo
tempo e sembra non interessare nessuno.
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