Luigi De Magistris |
Marco Rossi Doria |
La vita fa strani scherzi a
volte eppure le cose sembrano andare
proprio in questo modo anche se ci sono eccezioni e sono molto rare . Si
dice: “ si nasce incendiari e si muore pompieri” ecco, oggi a leggere un fondo
di Marco Rossi Doria su tutta la vicenda napoletana di De Magistris mi è venuto
in mente proprio questo adagio: da barricadiero anti PCI da giovane che dava
del revisionista e me e Silvio militanti del PCI , a sottosegretario del
ministero della Pubblica istruzione del governo Monti e fustigatore degli agitatori di popolo – a
suo dire Luigi De Magistris lo sarebbe - a
foriero di modelli di ordine volti a ritrovare " il senso dei ruoli simbolici(?)" atti
a far riconoscere che:" le regole
possono non essere le migliori, però una volta date lo sono per tutti e lo sono
di più per chi ha maggiori responsabilità". Insomma un parlare da
indecifrabile uomo politico italiano che utilizza un frasario adattabile ad
ogni situazione che adopera luoghi comuni senza affrontare la vera catastrofe
che si sta consumando da tempo in Italia: la delegittimazione delle istituzioni
e un’anarchia dei poteri attraversata da una crisi economica senza pari che
forse ha precedenti solo nello sfaldamento delle Signorie e dei Principati nell’Italia
della fine del ‘400 e del primo ‘500 . Una
crisi di legittimità radicata tutta nella crisi della partecipazione politica
dei cittadini, diventati ormai ininfluenti e insignificanti e nel trionfo della
smodata sete di controllo della cosa pubblica a fini di lucro esercitata da
potentati e segreterie di partiti che
ormai esistono solo per dar forza alla loro stessa esistenza. A Marco Rossi
Doria, vorrei ricordare che, se non ci servono più né demiurghi né capi popolo,
non sappiamo che farcene neanche di astrusi e trasformistici politici che sono
funzionali a questi potentati. Scrivere – come ha fatto lui -di confronti tra "vecchio centro
sinistra" e "una proposta seria di nuovo PD", mi crea un
malessere strisciante e mi verrebbe da chiedergli se lo avessi davanti: ma che
cosa è stato il “vecchio centro sinistra” in Italia e a Napoli soprattutto,
quali sono stati i nomi che hanno governato il comune di Napoli e la Campania
negli ultimi vent’anni? E quali sarebbero le proposte serie del PD – ammettendo
che ve ne siano. Un PD napoletano, il nazionale non lo considero più da tempo,
dove principi reggenti hanno truccato i voti delle primarie, tra faide interne
e vendette trasversali , tra partecipazioni di cinesi e seggi controllati.
Forse le proposte serie sono quelle di mummie che hanno devastato una regione
intera e ora risorgono dagli avelli dove erano stati precipitati da tempeste
giudiziarie come novelli zombies presentando verginità eburnee tra presentazioni
di libri inutili e apparizioni televisive? Come si possono ancora scrivere certe cose dopo la scoperta della
devastazione delle “terre dei fuochi”, dei morti per cancro,degli affari tra
camorra e politica, della distruzione ambientale attraverso patti del partito
camorristico del cemento che hanno prodotto
normative liberistiche provinciali e regionali col plauso del PD, finanche in una zona come la costiera
sorrentina? Come si fa ad avere il tono da predicatore di bontà istituzionali e
difesa delle leggi esistenti fatte da questi stessi uomini per poter conservare
i loro poteri. Un sistema trasversale che ha trovato e ancora trova accordi con
tutti gli altri che si definiscono di centro destra? Oggi ci sarebbe un lavoro
faticosissimo da fare, pari ad una neo evangelizzazione per riportare la gente
comune, i cittadini, tutte quelle persone di cui i politici come Marco Rossi Doria
si riempiono la bocca , ad avere di nuovo l’importanza che meritano di avere,
rifondando così la politica e ridarle il senso che questa deve avere altro che “senso dei ruoli simbolici”!. Non mi
sembra che le parole di Marco Rossi Doria, il suo lessico, ma soprattutto le
sue scelte politiche vadano in questa direzione, anzi secondo me la tradiscono
vistosamente per perpetuare ancora questo stato di cose. Ognuno a Napoli ora,
si sta giocando la carta della credibilità per propri tornaconti personali,
proprio come facevano i Signori o i Principi nell’Italia del ‘400. Chi vuole
resistere deve uscire da questo sistema e mettersi contro. Tutto il resto sono
solo difese di interessi e di status. Non sono mai stato un fervente ammiratore
di Luigi De Magistris, ma ora ne difendo le posizioni perché ciò che sta
accadendo a Napoli è una violenta aggressione delle forze del malaffare tracimate
da tempo nei vecchi apparati politici che si stanno ricompattando per
riconquistare il controllo della città e della regione.
Franco Cuomo –VAS Verdi Ambiente e Società