martedì 9 settembre 2014

A proposito dell'uccisione di un minore a Napoli: la camorra non è solo un associazione criminale.



"Il cattivo è un professionista del crimine e il buono un coatto dell'illegalità ".
"Vivendo in un deserto civile, abitato dall'illegalità , nessun ragazzo ha fiducia nei poliziotti. In un ambiente, in cui è facile che si mimetizzi un criminale, nessun poliziotto si fida di chi si trova di fronte ".
" Sembra infatti che alcuni abitanti abbiano deciso di traslocare alla chetichella i nuovi cassonetti per la raccolta dell'umido spostandoli [...] dalle adiacenze della propria abitazione a quella degli altri e viceversa"
Le prime due citazioni sono del filosofo Aldo Masullo, la terza è dello scrittore Massimiliano Virgilio. Le ho espunte dagli articoli che parlavano dell’uccisione del giovane diciassettenne perché credo che tutte e tre evidenzino qualcosa che le retoriche analisi dei politici locali e no non fanno. Esse secondo me evidenziano una mancata civilizzazione delle popolazioni di Napoli e provincia. Sia ben chiaro: esistono persone per bene alle Vele di Secondigliano e a Scampia, come nel Rione Traiano, ma qui, quello che viene fuori in questa vicenda, con tutto il portato di montatura mediatica volgare fino all’inverosimile e con tutte le strumentalizzazioni dall’una e dall’altra parte, è lo iato che esiste ancora a Napoli e provincia tra civilizzazione e barbarie: la politica ha contribuito a mantenere la seconda ostacolando la prima. Per civilizzazione intendo un processo psicologico-sociale, che porta i singoli ad interiorizzare un sempre maggiore controllo e ripudio della violenza e di ogni manifestazione di corporeità. Così ritorno alle tre citazioni: il buono, praticando l’arte di arrangiarsi spesso vive nell’illegalità, l’illegalità è spesso diffusa, i poliziotti sono visti come nemici, ma in genere ogni rappresentante dell’ordine costituito: docenti, giudici, medici, ma anche i netturbini che sistemano i cassonetti per la differenziata che sono prontamente rimossi se posti davanti alla propria abitazione. E’ anche vero che va detto che questi vengono rimossi, perché il cittadino individualista napoletano sa che presto quei cassonetti tracimeranno di monnezza fetida perché non raccolta. Dunque  questo coacervo di violenza anti istituzionale presente anche nelle istituzioni sta alla base della mancata civilizzazione di Napoli e della sua provincia, in questa faccio entrare anche Caserta che è provincia a sé. Va un po’ meglio nelle altre: il beneventano, l’avellinese e il salernitano. Non tener conto di questo è un grosso errore . Sostengo da tempo che Napoli è una città ancora profondamente plebea alla quale è mancata la rivoluzione borghese , quando parlo di rivoluzione borghese intendo anche buone maniere, gentilezza, affabilità, cortesia, ovvero comportamenti che si dovrebbero riscontrare dalla strada alle istituzioni, dalla gente agli uffici ecc. ecc. Così non è: per strada c’è una finta disponibilità, quando la si incontra , si è spesso disponibili per fregare l'altro ,e spessissimo nelle istituzioni predomina la cattiva educazione e l’assenza di buone maniere. Vorrei dire che a Napoli si spara e si uccide né più e né meno delle altre metropoli di questo mondo, ma, in molte di queste, la civilizzazione è stata ormai introiettata dalla maggior parte delle popolazioni e dunque il rispetto delle regole, della legge, praticato con le buone maniere crea una differenza sostanziale tra comportamenti violenti e illegali,appannaggio della criminalità, e società detta appunto civile .A Napoli e provincia tutto questo non è ancora avvenuto perché a molti non interessa che avvenga ma anche perché il plebeismo diffuso si è adattato sul trash mediatico diffuso dalle televisioni nazionali e non o viceversa . Non tener conto della diffusione della volgarità mediatica in relazione alla violenza delle giovani generazioni significa essere ciechi e sordi. A Castellammare di Stabia l'altra sera, in villa comunale, una gang di ragazzini quindicenni e sedicenni, ha aggredito un uomo di quarant'anni. I bulli gli hanno sequestrato il motorino, lo hanno portato sull'arenile, lo hanno picchiato e insultato, e poi lo hanno buttato a mare, nonostante il poveraccio gridava di non saper nuotare, tutto questo solo per poterlo filmare e mettere su you tube. E allora ? Cosa scriviamo su questo? La politica ha spesso coniugato demagogia e plebeismo e continua a farlo i politicanti fanno retorica della peggiore specie. Se non si affrontano e si superano queste pratiche non ci saranno politiche occupazionali che tengano. Mia madre 89 enne, mentre scorrevano le riprese televisive che mostravano la gente in rivolta contro la polizia commentava così: “ napulitani scassa campane se vendono e figli e s’accattono o pane” con la variante di “ se vendono e pelli  “. Lo dice sempre ogni volta che vede manifestazioni di piazza fatte da napoletani . Lei, napoletana, ricordava questo detto, che gli recitava suo padre e che era stato affibbiato ai napoletani chissà da chi, forse da loro stessi. Come a dire che i napoletani sono facinorosi e violenti, lo dicevano già Leopardi, Goethe, Stendall, Gide, e per far soldi sono capaci di vendersi i figli o la pelle, altro che piezze e' core e se lo dice lei che è napoletana antica chissà . Mi sono vergognato di questa Napoli e delle chiacchiere inutili di chi non affronta il problema a monte, meglio tacere allora. La camorra non è solo un'associazione criminale. Non parliamo o scriviamo solo di economia e rilancio economico o di Bagnoli . Parliamo di educazione alla solidarietà, umanità, eleganza, gentilezza , cortesia, cultura un patrimonio che sembra ormai non appartenere più a nessuno .


Franco Cuomo

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