"Il cattivo è un
professionista del crimine e il buono un coatto dell'illegalità ".
"Vivendo in un deserto
civile, abitato dall'illegalità , nessun ragazzo ha fiducia nei poliziotti. In
un ambiente, in cui è facile che si mimetizzi un criminale, nessun poliziotto
si fida di chi si trova di fronte ".
" Sembra infatti che alcuni
abitanti abbiano deciso di traslocare alla chetichella i nuovi cassonetti per
la raccolta dell'umido spostandoli [...] dalle adiacenze della propria
abitazione a quella degli altri e viceversa"
Le prime due citazioni sono del
filosofo Aldo Masullo, la terza è dello scrittore Massimiliano Virgilio. Le ho
espunte dagli articoli che parlavano dell’uccisione del giovane diciassettenne
perché credo che tutte e tre evidenzino qualcosa che le retoriche analisi dei
politici locali e no non fanno. Esse secondo me evidenziano una mancata
civilizzazione delle popolazioni di Napoli e provincia. Sia ben chiaro:
esistono persone per bene alle Vele di Secondigliano e a Scampia, come nel
Rione Traiano, ma qui, quello che viene fuori in questa vicenda, con tutto il
portato di montatura mediatica volgare fino all’inverosimile e con tutte le
strumentalizzazioni dall’una e dall’altra parte, è lo iato che esiste ancora a
Napoli e provincia tra civilizzazione e barbarie: la politica ha contribuito a
mantenere la seconda ostacolando la prima. Per civilizzazione intendo un
processo psicologico-sociale, che porta i singoli ad interiorizzare un sempre
maggiore controllo e ripudio della violenza e di ogni manifestazione di
corporeità. Così ritorno alle tre citazioni: il buono, praticando l’arte di arrangiarsi
spesso vive nell’illegalità, l’illegalità è spesso diffusa, i poliziotti sono
visti come nemici, ma in genere ogni rappresentante dell’ordine costituito:
docenti, giudici, medici, ma anche i netturbini che sistemano i cassonetti per
la differenziata che sono prontamente rimossi se posti davanti alla propria
abitazione. E’ anche vero che va detto che questi vengono rimossi, perché il
cittadino individualista napoletano sa che presto quei cassonetti tracimeranno
di monnezza fetida perché non raccolta. Dunque
questo coacervo di violenza anti istituzionale presente anche nelle
istituzioni sta alla base della mancata civilizzazione di Napoli e della sua
provincia, in questa faccio entrare anche Caserta che è provincia a sé. Va un
po’ meglio nelle altre: il beneventano, l’avellinese e il salernitano. Non
tener conto di questo è un grosso errore . Sostengo da tempo che Napoli è una
città ancora profondamente plebea alla quale è mancata la rivoluzione borghese
, quando parlo di rivoluzione borghese intendo anche buone maniere, gentilezza,
affabilità, cortesia, ovvero comportamenti che si dovrebbero riscontrare dalla
strada alle istituzioni, dalla gente agli uffici ecc. ecc. Così non è: per
strada c’è una finta disponibilità, quando la si incontra , si è spesso
disponibili per fregare l'altro ,e spessissimo nelle istituzioni predomina la
cattiva educazione e l’assenza di buone maniere. Vorrei dire che a Napoli si
spara e si uccide né più e né meno delle altre metropoli di questo mondo, ma,
in molte di queste, la civilizzazione è stata ormai introiettata dalla maggior
parte delle popolazioni e dunque il rispetto delle regole, della legge,
praticato con le buone maniere crea una differenza sostanziale tra
comportamenti violenti e illegali,appannaggio della criminalità, e società
detta appunto civile .A Napoli e provincia tutto questo non è ancora avvenuto
perché a molti non interessa che avvenga ma anche perché il plebeismo diffuso
si è adattato sul trash mediatico diffuso dalle televisioni nazionali e non o viceversa
. Non tener conto della diffusione della volgarità mediatica in relazione alla
violenza delle giovani generazioni significa essere ciechi e sordi. A Castellammare
di Stabia l'altra sera, in villa comunale, una gang di ragazzini quindicenni e
sedicenni, ha aggredito un uomo di quarant'anni. I bulli gli hanno sequestrato
il motorino, lo hanno portato sull'arenile, lo hanno picchiato e insultato, e
poi lo hanno buttato a mare, nonostante il poveraccio gridava di non saper nuotare,
tutto questo solo per poterlo filmare e mettere su you tube. E allora ? Cosa
scriviamo su questo? La politica ha spesso coniugato demagogia e plebeismo e
continua a farlo i politicanti fanno retorica della peggiore specie. Se non si
affrontano e si superano queste pratiche non ci saranno politiche occupazionali
che tengano. Mia madre 89 enne, mentre scorrevano le riprese televisive che
mostravano la gente in rivolta contro la polizia commentava così: “ napulitani scassa campane se vendono e figli
e s’accattono o pane” con la variante di “ se vendono e pelli “. Lo
dice sempre ogni volta che vede manifestazioni di piazza fatte da napoletani . Lei,
napoletana, ricordava questo detto, che gli recitava suo padre e che era stato
affibbiato ai napoletani chissà da chi, forse da loro stessi. Come a dire che i
napoletani sono facinorosi e violenti, lo dicevano già Leopardi, Goethe,
Stendall, Gide, e per far soldi sono capaci di vendersi i figli o la pelle,
altro che piezze e' core e se lo dice
lei che è napoletana antica chissà . Mi sono vergognato di questa Napoli e
delle chiacchiere inutili di chi non affronta il problema a monte, meglio
tacere allora. La camorra non è solo un'associazione criminale. Non parliamo o scriviamo solo di economia e rilancio economico o
di Bagnoli . Parliamo di educazione alla solidarietà, umanità, eleganza,
gentilezza , cortesia, cultura un patrimonio che sembra ormai non appartenere
più a nessuno .
Franco Cuomo
Nessun commento:
Posta un commento