Non c’è un solo spazio degno di
umanità dove poter fare un bagno di mare in questo posto. Anche i cosiddetti
stabilimenti o complessi balneari sono dei lager dove l’estrema prossimità, la
musica ad alto volume, i controlli, qui puoi fare questo lì puoi fare quell’altro,
rendono ciò che una volta era un piacere un momento di nauseante frustrazione. Negli
altri posti prevale l’orrore del chiosco
dato in concessione sempre alla stessa gente che ormai si sente proprietaria
dei luoghi senza mai aver cacciato un solo soldo per acquistarlo e lucrando la
concessione acquistata facendoti pagare anche l’aria che respiri. Spazi recintati
e cementificati senza alcun controllo: reti metalliche, catene, transenne, come
a dire questo posto è mio. In più, a rendere ancora più impossibile e
invivibile un quadro del genere, aggiungeteci una folla immane e rumorosa di
diseredati che si adatta a pagare tutto. Accalcati uno sull’altro in un mare torbido
chiuso in un golfo bagnarola consumano una concezione dell’esistenza che è a dir
poco aberrante. Poi intorno alle 17, come una mandria di Gnu che abbandona l’argine
del fiume sporco dove si è abbeverata, lasciano in massa questi piccoli tratti
di pietraia scogliosa e si infilano in macchine roventi per rimanere
intrappolati in ingorghi chilometrici per essere restituiti alle loro favelas .
In questa odissea hanno pagato tutto, miseria su miseria: pessimi panini
farciti venduti senza la normativa per la somministrazione dei cibi, kebab
disgustosi, bevande gassate, gelati, lettini ombrelloni e fatto l’esperienza di
latrine sporche e maleodoranti. Questo è oggi il turismo prevalente di posti come Vico
Equense o Meta , ma questo è il turismo di tutta la costiera sorrentina, si
salva un poco Sorrento, città souvenir
e patacca kitch, che è diventata un
ospizio per vecchi inglesi della middle
class sempre più povera pure questa. La Costiera ormai , partendo proprio
da Vico Equense, per miopi politiche legate ad interessi di alcune parti
sociali, e per l’incultura marchiana dei suoi amministratori,ha praticamente
distrutto tutto quello che l’aveva resa
famosa in passato: aranceti e limoneti, silenzi estenuanti, cale incontaminate,
mare pulito, aria buona, che facevano scrivere a viaggiatori colti e raffinati : “ da Ravello, per una stretta stradina
arrivammo a Sorrento. Là l’aria era più pungente, la seduzione delle rocce
piene di anfratti e orridi oscuri e
sorprese, la profondità misteriosa dei precipizi, accrescendo le mie forze e la
mia gioia favorirono nuovi slanci […]Sopra la collina ulivi ed enormi carrubi;
alla loro ombra crescevano ciclamini, più su molti castagni, aria fresca, più
in basso, vicino al mare giardini di limoni” è André Gide in L’Immoralista, pag.164, che
descrive così la Costiera Sorrentina. Oggi di questa descrizione non rimane più
nulla neanche i valloni, coperti quasi tutti o frananti. Alla Regina Giovanna
il mare è pieno di schiuma densa, anche lì paghi tutto . A Piano, alla marina
di Cassano, la gente fa il bagno in un parcheggio di grosse barche, poi c’è il
grande spazio lager di Meta beach,
anche lì si paga tutto, poi, dopo Scutolo, venendo da Sorrento per mare, ti appare
la pietraia della Calcare che sembra la riva del Gange invasa per la festa del Kumb mela fino ad arrivare agli
stabilimenti di Pozzano: tutto a pagamento. L’idea di una giornata al mare
fatta di silenzio un po’ di vento e
tanta pace non appartiene a questo posto che ormai è diventata una proche balie di Napoli. Bisogna
spostarsi a sud nel Cilento o in Sicilia per piantare un ombrellone tuo e
godere del piacere del mare e del sole senza cacciare un soldo per paesaggi e
natura molto lontani da quelli appena descritti. Il fatto è, che questa banlieue
è funzionale soprattutto alle esigenze
della macro e micro-criminalità penetrata nel territorio e che fa sentire il
suo peso anche sulle amministrazioni, che attecchisce e fiorisce come in una
sorta di laboratorio a cielo aperto, grazie all’altissimo tasso di folla urbana
che vi si concentra. Ed è territorio di caccia per le holding criminali, che ormai
hanno impiantato un vero e proprio
mercato dell’illecito. La Costiera sorrentina oggi, senza voler essere
drammatici, è diventata una sorta di corollario mostruoso allo sviluppo urbano
e diventerà sempre peggio e tutto questo non è avvenuto per caso o perché nel
tempo tutto cambia, in questo caso tutto è cambiato in peggio. Tutto questo è
avvenuto perché alcune parti sociali, con la connivenza delle amministrazioni
comunali hanno rapinato quello che una volta apparteneva a tutti. Non si illuda
chi crede di poter continuare all’infinito: sarà proprio la criminalità
organizzata a uscire allo scoperto e a imporre la sua legge, la sua estetica e
i suoi modelli e allora anche chi ha lucrato fino ad ora farà i conti con la
distruzione di un territorio diventata irreversibile.