La sinistra ormai è
definitivamente spacciata, oggi il mondo avrebbe bisogno di comunismo, ma l’ideologia
imperante ne ha cancellato persino il ricordo. Con una mistificazione ideologica
aggressiva e falsa si è raccontata una grande menzogna e si continua a dire che
ormai è una ideologia del secolo scorso, come se il capitalismo fosse invece
una ideologia e un sistema economico nato oggi. Non è vero e se si guarda a ciò
che sta accadendo in Italia, soprattutto, ma anche in Europa e nel resto del
mondo, ce ne possiamo fare un’idea. La gente comune, i cittadini comuni, vogliono
un salario garantito, vogliono diritti sociali, un welfare state, questa gente
comune oggi non può seguire più una sinistra che invece propone più Europa, più
globalizzazione, più fiscal compact, più teologia del libero mercato. Ecco che allora questa gente viene diffamata
perennemente con un termine, che oggi ascoltiamo fino alla nausea da TV e
giornali, come populista, xenofoba, razzista, nella misura in cui non aderisce
ai dettati delle élites finanziare chiedendo con forza di sopravvivere e
perseguendo i suoi obiettivi che sono quelli di avere un salario fisso,
garantito. Questo è il punto fondamentale: sono sparite la tutela, le garanzie
e la dignità del lavoro e dei lavoratori. A mio avviso il 1989, la data della
caduta del muro di Berlino è stata la data decisiva della sparizione della
sinistra e il momento in cui l’offensiva capitalista ha potenziato la sua
strategia di controllo totale . Oggi la sinistra ha come unica funzione, quella
di ingessare in senso globalista,
liberista e atlantista le masse nazionali popolari, le quali, ancora danno
credito a questa sinistra in forza del giacimento di consensi che, essa
sinistra, ha maturato ai tempi del forte Partito Comunista italiano e che oggi utilizza
tale consenso per traghettare le masse nazionali popolari ( termine non
disprezzato, come è oggi, ma utilizzato da Antonio Gramsci), verso l’abisso,
verso la loro disintegrazione, cioè verso l’adesione a un modello che va negli
interessi opposti di queste masse nazionali e popolari. Chiediamoci allora perché mai dovrebbe essere
di sinistra difendere l’immigrazione di massa, non quella che fugge dalle guerre,
ma quella organizzata in quei paesi come nuovo schiavismo? Chiediamoci che vantaggio ne ha un lavoratore
italiano dell’arrivo di milioni di masse di migranti che lavorano in tutte le
condizioni, schiavizzati, in condizioni tali per cui il salario si abbassa
anche per i lavoratori italiani. Questi immigrati, questi nuovi e sempre vecchi
dannati della terra, come li definì Franz Fanon, non vengono integrati oggi dal
capitale, è bene ricordarlo, vengono invece
disintegrati e sfruttati come bassa manodopera, per abbassare i costi
della forza lavoro. Perché mai la sinistra dovrebbe dire: ci vuole più Europa,
se l’Europa oggi è un meccanismo finanziario a beneficio del capitale europeo
contro le classi lavoratrici e il ceto medio?
Perché mai una sinistra dovrebbe dire più globalizzazione, se la
globalizzazione dovrebbe mettere in competizione i lavoratori italiani che
ancora beneficiano, chissà fino a quando ancora, di alcuni diritti sociali
conquistati e oggi fortemente messi in discussione e metterli in competizione
con chi in India, Cina o Bangladesh non ha alcun diritto sociale, sicché gli
italiani, per competere meglio, perché ormai il mantra recitato da tutti è la
parola competitività anche per la sinistra, dovranno privarsi dei loro diritti
conquistati per essere più competitivi
con lavoratori schiavi? Se questa è la sinistra, ebbene questa sinistra ha
rinunciato alla dignità del lavoro, ai diritti sociali, e assume come proprio
orizzonte di riferimento la competitività di mercato, la liberalizzazione dei
mercati, il valore dei mercati, se tutto questo è ciò che stiamo vedendo allora
la sinistra è finita. E allora, oggi, non vi è nel mondo globalizzato, altro
modo per difendere il lavoro e i suoi diritti se non fare opera di protezionismo, sovranità
nazionale, che, badate bene, non significa nazionalismo imperialistico come
solerti giornaliste televisive col sorriso di plastica imboniscono dalle varie
TV, significa invece difesa dell’interesse nazionale e quindi difesa del lavoro
e delle classi medie . Questo è il punto fondamentale sul quale riflettere
tutti. Finché la sinistra non farà questo riorientamento formale e simbolico e
non assumerà la sovranità come baluardo per difendere la democrazia e i diritti sociali, strappandola alla protervia dei gruppi, questi si,
nazionalisti e xenofobi di destra,non vi sarà più sinistra. Perché, e questo lo
sostengono insigni costituzionalisti, e non il ciarpame politico giornalistico
nostrano, non vi può essere democrazia in assenza di sovranità, ogni volta che sentiamo
dire : cessione di sovranità , superamento delle sovranità, state pur certi che
questo significa superamento degli ultimi residui di democrazia possibile di
democrazia reale di manifestazione del volere dei cittadini, questa legge
elettorale ultima approvata ne è l’esempio più vistoso. Questo al di là di
tutte le formule buoniste e pseudo garantiste e politically correct che tutte
sere i talk show delle televisioni generaliste, io direi di tutte le TV, ci
ammansiscono. Chi sono oggi gli ultimi? Sono gli sconfitti dalla
globalizzazione: il proletariato
dissolto nel precariato, le masse di dannati della terra che sono diventata
carne da macello per il capitalismo e la vecchia classe media rapinata a colpi
di rapine legalizzate finanziarie come il “bail in”, il prelievo forzato che le
banche sono autorizzate a fare con i soldi dei correntisti, n caso di difficoltà.
Tutto questo, abilmente pilotato dai media , finisce con lo scatenare una
guerra tra ultimi che, invece di solidarizzare contro il capitale
finanziario sovranazionale, finiscono col farsi la guerra tra loro: questo
è il vero capolavoro del potere supportato dal sistema dei media al suo totale
servizio. Ora il punto è che questa sinistra, se fosse veramente tale si
opporrebbe con tutte le forze al CETA, al trattato di liberalizzazione E di
libero scambio tra Canada e Unione Europea, in fase di ratifica da parte degli
stati membri dell'UE nel 2017, tutto a detrimento dell’interesse economico e
sociale nazionale. Oggi, per dirla tutta, e lo scrivo in chiave paradossale,
l’unico partito veramente riconoscibile e che gioca a carte scoperte in Italia,
è il Partito Democratico, il PD, che ha apertamente preso le parti dell’aristocrazia
finanziaria europea mentre come propri
nemici diretti ha eletto le masse dei lavoratori ( precari ) , quelli esclusi
dal lavoro, il ceto medio e gli ultimi del mondo in senso lato Tutto questo rappresentato
in tre scelte di questo partito:
la riforma della Costituzione, che che in un certo senso è la
distruzione della Costituzione voluta dalle èlites finanziarie, la riforma della scuola che è stata la
distruzione della scuola per dissolvere, dietro formulette tecnocratiche , lo
sviluppo e la cultura alle poche teste pensanti che ancora potevano trovarsi in
questo paese, e infine il jobs act ovvero la distruzione totale dei diritti del
lavoro. Non credo vi sia niente altro da dire, se non il prendere atto di una
debacle di ciò che oggi impropriamente ancora si continua a chiamare sinistra
e, di riconoscere che nello scrivere o riflettere su tutto questo avevo davanti
a me alcuni testi di Antonio Gramcsi, che gli americani stanno studiando nelle
loro università più prestigiose mentre i
cosiddetti quarantenni d’assalto del Partito Democratico ne ignorano anche il
nome, da qui, la mia ferma convinzione che bisognerebbe riparlare di nuovo di
comunismo, che questo non è una cosa vecchia e obsoleta come vogliono farci
credere e che le forze per opporsi a questa offensiva globale del capitalismo
ci sono ancora tutte solo che bisognerebbe di nuovo organizzarle in un progetto
di riscatto della dignità degli uomini rispetto alla dignità del mercato.
Franco Cuomo