domenica 22 ottobre 2017

La "gaffe" VAS e le casette dell'acqua


A seguito di un mio post sulle casette dell'acqua in costiera c'è stato un errore di attribuzione parentale per omonimia, al politico Luigi Cesaro, elemento di spicco di Forza Italia e già Presidente della Provincia, attribuendo al responsabile della Encon un legame che non sussiste col politico. 

Notizie frettolose  senza fonti o con fonti poco attendibili e non corrette possono generare equivoci anche sgradevoli, è successo la prima volta a VAS, con grande rammarico, che si è fidato inopportunamente, ma non succederà più. 

Sono errori che nell’ informazione si pagano, perché quella che Metropolis ha definito una “gaffe”, finisce con l’oscurare il problema case dell’acqua che invece rimane.La prossima volta faremo più attenzione sulle informazioni che si riceveranno.

Detto questo però, vorrei dire che  le perplessità e i dubbi e gli interrogativi su quell'appalto e su come esso venga tuttora gestito rimangono tutte. Sta di fatto che la Encon di S. Antimo ha vinto un appalto di 600 mila euro che non sono certo bruscolini e sarà pure corretta la procedura di assegnazione indipendentemente dall'omonimia del cognome, ma le procedure di controllo dell'acqua destano grandi perplessità e rimando tutti al mio post precedente, dove per altro, particolare non trascurabile, io usavo il condizionale per la !famosa parentela”, ma andiamo avanti.

La Encon che fornisce le casette di acqua e che dovrebbe essere controllata per questo fa i prelievi e li affida alla Roselli che invece dovrebbe farli lei i prelievi. L'adagio dice:" a pensar male ci si azzecca sempre",  e io potrei pure pensare che l'acqua che viene consegnata dalla Encon alla Roselli per essere analizzata potrebbe essere una qualsiasi acqua minerale in bottiglia e non quella delle casette - che ripeto come ho scritto nel mio post precedente - essendo sprovvista di cloro, deve essere consumata entro 36/48 ore. Inoltre il mantenimento delle casette stesse, la singola igiene dei rubinetti e la loro ubicazione, il loro funzionamento ( spesso mancato funzionamento) destano ancora molteplici perplessità e dubbi mentre appare molto discutibile e criticabile il ruolo giocato dalle amministrazioni comunali per le controverifiche relativamente ai campioni di acqua e soprattutto i tempi.

Potrei azzardare che tra un anno o due quelle casette saranno dei rottami e i 600 mila euro chissà a cosa o chi saranno serviti, ma è solo una ipotesi anche se abbastanza plausibile. Allora io scrivo consapevolmente e tristemente che è così che vanno le cose qui e tutto questo riteniamo sia molto grave poiché, oltre trattarsi di un servizio pubblico che viene erogato ai cittadini , è anche in gioco la sicurezza sanitaria della popolazione che ne usufruisce.

Ora fatte tutte le scuse dovute non abbandonerei invece il problema principale, ovvero: la casette dell’acqua. Relativamente poi al citato interessamento da parte del DDA ( Direzione Distrettuale Antimafia) a proposito della ditta Roselli di cui pure si parlava nel mio post, riteniamo di non aver infangato alcuno visto che non abbiamo fatto altro che citare un articolo apparso su Il Fatto Quotidiano il 27 marzo del 2014 titolato:” Napoli, la camorra e quelle analisi truccate dai laboratori privati”  a firma di Chiara Paolin. Dunque i possibili ricorsi legali non trovano appoggi o per lo meno non nei nostri confronti, perché la fonte citata questa volta è corretta e reperibile facilmente. Il problema dunque rimane tutto quanto, mentre a VAS del circolo di Vico Equense, rimane l’impegno di ricostruire una credibilità su questo argomento al fine di poter ripresentare una nuova interrogazione  al Ministro dell'Ambiente .


Franco Cuomo - VAS- Circolo "Giovanni Esposito", Vico Equense




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