A
seguito di un mio post sulle casette dell'acqua in costiera c'è stato un errore
di attribuzione parentale per omonimia, al politico Luigi Cesaro, elemento di
spicco di Forza Italia e già Presidente della Provincia, attribuendo al
responsabile della Encon un legame che non sussiste col politico.
Notizie
frettolose senza fonti o con fonti poco
attendibili e non corrette possono generare equivoci anche sgradevoli, è
successo la prima volta a VAS, con grande rammarico, che si è fidato inopportunamente, ma non
succederà più.
Sono errori che nell’ informazione si pagano, perché quella che
Metropolis ha definito una “gaffe”, finisce con l’oscurare il problema case
dell’acqua che invece rimane.La prossima volta faremo più attenzione sulle informazioni che si riceveranno.
Detto
questo però, vorrei dire che le
perplessità e i dubbi e gli interrogativi su quell'appalto e su come esso venga
tuttora gestito rimangono tutte. Sta di fatto che la Encon di S. Antimo ha
vinto un appalto di 600 mila euro che
non sono certo bruscolini e sarà pure corretta la procedura di
assegnazione indipendentemente dall'omonimia del cognome, ma le procedure di
controllo dell'acqua destano grandi perplessità e rimando tutti al mio post
precedente, dove per altro, particolare non trascurabile, io usavo il
condizionale per la !famosa parentela”, ma andiamo avanti.
La
Encon che fornisce le casette di acqua e che dovrebbe essere controllata per
questo fa i prelievi e li affida alla Roselli che invece dovrebbe farli lei i
prelievi. L'adagio dice:" a pensar male ci si azzecca sempre", e io potrei pure pensare che l'acqua che
viene consegnata dalla Encon alla Roselli per essere analizzata potrebbe essere
una qualsiasi acqua minerale in bottiglia e non quella delle casette - che
ripeto come ho scritto nel mio post precedente - essendo sprovvista di cloro, deve essere consumata entro 36/48 ore.
Inoltre il mantenimento delle casette stesse, la singola igiene dei rubinetti e
la loro ubicazione, il loro funzionamento ( spesso mancato funzionamento) destano ancora molteplici perplessità e
dubbi mentre appare molto discutibile e criticabile il ruolo giocato dalle
amministrazioni comunali per le controverifiche relativamente ai campioni di
acqua e soprattutto i tempi.
Potrei
azzardare che tra un anno o due quelle casette saranno dei rottami e i 600 mila
euro chissà a cosa o chi saranno serviti, ma è solo una ipotesi anche se
abbastanza plausibile. Allora io
scrivo consapevolmente e tristemente che è così che vanno le cose qui e tutto
questo riteniamo sia molto grave poiché, oltre trattarsi di un servizio
pubblico che viene erogato ai cittadini , è anche in gioco la sicurezza
sanitaria della popolazione che ne usufruisce.
Ora
fatte tutte le scuse dovute non abbandonerei invece il problema principale,
ovvero: la casette dell’acqua. Relativamente poi al citato interessamento da
parte del DDA ( Direzione
Distrettuale Antimafia) a proposito della ditta Roselli di cui pure si
parlava nel mio post, riteniamo di non aver infangato alcuno visto che non
abbiamo fatto altro che citare un
articolo apparso su Il Fatto Quotidiano il 27 marzo del 2014 titolato:” Napoli, la camorra e
quelle analisi truccate dai laboratori privati” a firma di Chiara Paolin. Dunque i possibili ricorsi legali non
trovano appoggi o per lo meno non nei nostri confronti, perché la fonte citata questa volta è corretta e reperibile
facilmente. Il problema dunque rimane tutto quanto, mentre a VAS del
circolo di Vico Equense, rimane l’impegno di ricostruire una credibilità su
questo argomento al fine di poter ripresentare una nuova interrogazione al Ministro dell'Ambiente .
Franco Cuomo - VAS-
Circolo "Giovanni Esposito", Vico Equense
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