particolare
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attentato a Bruxelles |
Illary Clinton
Un altro attentato nel cuore dell'Europa, anzi un attacco alla sede
simbolo dell'Europa: Bruxelles sede del Parlamento europeo, un attacco che
viene immediatamente dopo l'arresto di uno degli attentatori di Parigi. L' ISIS
ha rivendicato l'attentato, i media parlano di guerra nel cuore dell'Europa.
Considerazioni da fare ne verrebbero in grande quantità ma a me viene da
chiedermi sempre: ma voi ci credete veramente che chi si fa saltare in aria con una
cintura di tritolo lo faccia per Allah? Io rispondi subito di no. Non ci credo,
anche se il fantomatico e geograficamente inesistente stato islamico - creatura
inventata ed armata dall'occidente per proteggere interessi USA in Medio Oriente-
fa credere che si possa morire per un dio. Bisognerebbe invece chiedersi circa le
immense sacche di miseria che appunto, come cinture esplosive, circondano le
nostre metropoli.Forse molti di voi ignorano che il terrorismo internazionale di matrice islamica, paga
centinaia di migliaia di euro alle famiglie dei cosiddetti martiri della Jihad,
reclutati quasi sempre in queste immense sacche di miseria. Chi si fa saltare
in aria non lo fa per Allah - potete esserne certi anche se in molti non avendo più niente da perdere finiscono per crederlo - ma per dare soldi alla propria famiglia. Ciò che non
sentirete mai dai nostri media è che la povertà e la miseria di masse sempre
più numerose sta crescendo in modo esponenziale nel mondo, mentre sempre meno persone detengono ricchezze ingenti,soprattutto in
quelle aree dove gli europei e gli americani difendono equilibri e interessi
politici ed economici notevoli, ma non solo lì, anche da noi. Aree che sono il
teatro di conflitti sanguinosi per il mantenimento del controllo delle stesse.
Vi siete mai chiesti perché le famose primavere arabe sono fallite e non sono
state sostenute da nessuna potenza occidentale? Io credo che questa domanda
bisognerebbe che se la facessero tutti in questi momenti in cui anche noi
europei sperimentiamo tragicamente bombe e sangue. Ebbene c'è a mio avviso un
preciso disegno politico, oscuro, ma preciso, per il quale, il fondamentalismo islamico è più conveniente all'occidente che non le spinte laiche e
democratiche nate all'interno di quei paesi, d'altra parte, l'odissea del
popolo Curdo ne è la riprova. Le linee guida di questo disegno sono: mantenere
queste aree in uno stato di miseria e di povertà e fomentare e gestire la
disperazione di reietti armati di tutto punto da fabbricanti d'armi che
prosperano in Europa e negli Stati Uniti. Questo disegno poi contempla anche la
diffusione di un profondo odio culturale da diffondere tra ignoranti e poveri d'Europa e
poveri islamici nati e cresciuti ai margini delle stesse città europee. Nessun telegiornale vi dirà mai questo, sentirete invece interviste
che parleranno di innalzamenti di muri, di potenziamento di controlli
polizieschi a tappeto, di scontro culturale. Niente di più falso, niente di più
lontano dalla verità rispetto a ciò che sta realmente succedendo.
E’ nel cuore delle periferie degradate delle
metropoli europee, più che tra i migranti che premono alle porte
dell'Europa, che è più forte il pericolo
del fondamentalismo islamico. I
terroristi non sono stranieri, ma cittadini europei a tutti gli effetti,
immigrati di terza generazione che si sono radicalizzati nelle periferie delle
nostre città, come la stessa Molanbeek, la zona di Bruxelles dove è cresciuto
ed è tornato a nascondersi lo stesso Salah Abdeslaam. Tutto questo dovrebbe farci capire anche che
la vulgata per la chiusura delle frontiere non è certo la soluzione all'enorme
problema di sicurezza che abbiamo davanti: i pericoli vengono oggi dal cuore
delle nostre metropoli, non dall'esterno, ma i pericoli vengono dall’
allargarsi sempre di più delle forbici tra chi ha e chi non ha niente e questo
non vale soltanto per chi è culturalmente diverso, ma anche per chi è europeo.
Allora è importante far credere che un pericolo esterno ci minacci, è
importante creare e far credere che ci sia una guerra in corso tra noi e l’Islam,
è importante ridurre sempre di più le libertà all’interno dei nostri stati con
la giustificazione del terrorismo: in questo modo ci avviamo sempre più verso
stati di polizia che sono sostenuti dalla massiccia vulgata dei media. Il
fondamentalismo religioso c'entra e non c'entra. Per i terroristi cresciuti in
Europa il fondamentalismo religioso è spesso un pretesto, più o meno
consapevole, per manifestare una forma di rifiuto apocalittico ma anche
politico di una società che, pensano, tende a espellerli, rifiutarli o a
ghettizzarli. È un meccanismo che tende
ad autoalimentarsi ed è autoalimentato proprio dai nostri media ogni giorno in
ogni ora del giorno attraverso le iniezioni di odio contro presunti nemici: i rom, gli immigrati,
gli omosessuali tutti sono nemici e contro questi bisogna difendersi. E’ gioco
forza che chi vive nel degrado di una balieu e non ha più niente da perdere, se
gli prometti centomila euro alla sua famiglia diventa immediatamente un
potenziale martire. Una volta c’era il comunismo, non parlo dello statalismo,
ma dell’idea comunista. Una volta era facile riconoscere che il capitalismo era
spietato nel raggiungimento delle proprie finalità economiche che chiamavamo
imperialismo. Oggi no. Oggi siamo immersi in una bolla in cui predomina solo un
sistema di pensiero e chi non si uniforma a questo è immediatamente ridicolizzato o criminalizzato. I conflitti in medio oriente sono un nostro prodotto, l’ISIS è
una nostra creatura, d’altra parte Illary Clinton lo disse chiaramente quando
ci furono gli attentati di Parigi: l’ex segretario di Stato Usa rivendicò la
creazione della guerriglia islamista, in funzione anti Assad. Poi accusò Obama
di averne perso il controllo a causa della sua posizione troppo attendista. <<Avrebbe
dovuto fare come Netanyahu, affondando il colpo>>, così disse. «È stato un fallimento. Abbiamo fallito nel
voler creare una guerriglia anti Assad credibile. Era formata da islamisti, da
secolaristi, da gente nel mezzo. Il fallimento di questo progetto ha portato
all’orrore a cui stiamo assistendo oggi in Iraq».[i]
Oggi è chiaro che ogni conflitto, ogni
guerra fornisce riferimenti identitari a chi magari, di suo, ne ha pochi.
Quello che succede in Iraq e in Siria contribuisce indubbiamente a favorire la
coesione di queste reti già presenti nelle nostre città. Ma favorisce anche,
all'inverso, il flusso dei foreign fighters europei verso la Siria, di gente
che in Europa ormai non può più vivere e va a combattere in Siria per un
presunto ideale. L’Europa ancora una volta sta sbagliando, ma sta sbagliando perché
sta alimentando il sogno liberista di una società governata dai mercati e non
dai valori sociali, così non andremo da nessuna parte, anzi, andremo verso una
catastrofe più grande e molte vite si perderanno per non voler riconoscere
queste argomentazioni che nessun telegiornale ci dirà mai.
[i] http://popoffquotidiano.it/2014/08/11/hillary-clinton-lisil-e-roba-nostra-ma-ci-e-sfuggito-di-mano/
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