Ieri sera, vagando un po' per la città, ho deciso di visitare "Frida ( virtual reality images) Khalo", realtà virtuale più immagini, Vico Equense, Atrio Palazzo Comunale, Corso Filangieri,98, dal 3 dicembre 22 al 6 gennaio 23. Ingresso sei euro o cinque, non ricordo, tre per i residenti; 7 minuti di esperienza nella realtà immersiva assolutamente inutili, della grande Khalo assolutamente niente, qualche foto fuori e una spiegazione frettolosa stampata su un manifesto in ingresso. Della sofferenza, del suo amore tormentato per Diego Rivera - artista di Stato messicano, grande muralista che la tradiva continuamente, della sua tragedia che la menomò per sempre, delle sue frequentazioni con il fiore dell'intellettualità europea degli anni dieci e venti del secolo scorso, assolutamente nulla. Del come divenne famosa e nota al grande pubblico agli inizi degli anni 80, grazie a Warhol , Madonna e al gotha del rock star system che cominciarono ad acquistare sue opere, niente di niente. All'ingresso due giovani volenterosi, messi li a staccare i biglietti. Sono uscito con un senso di frustrazione, anche se sapevo già cosa avrei visto, chiedendomi a chi servono queste cose, e soprattutto perché si tenta di spacciare l'arte e la cultura in genere, con queste miserabili messe in scena ( idem la mostra di gadget di Dalì, paccottiglia spacciata per arte). Queste cose non servono a nessuno, queste cose sono altresì dannose, queste cose sminuiscono il valaore e l'opera di un grande artista e dunque perché proporre queste operazioni in questo modo, perché non affidarsi ad un esperto serio: bastava per esempio proiettare il bellissimo film di Julie Taymor, "Frida", la vera storia di Frida Khalo e del marito Diego Rivera, i pittori con una personalità leggendaria che divennero i più acclamati artisti della storia del Messico. Chi si avvicina a questa stupidaggine venduta al paese per grande evento artistico, se avesse guardato questo film , avrebbe potuto realmente sapere chi era veramente l'artista, e soprattutto la sua ricerca artistica. Parole al vento. Queste riflessioni uno le fa, le comunica pure a chi di dovere, ai gestori del Cinema AEQUA appena aperto: loro ti dicono si, ma poi continuano a muoversi nella direzione di sempre. Mentre montavano il cartellone che vedete nella foto, c'era anche l'assessore preposto, uno degli addetti mi chiese: " Prof la conosci questa artista?" e io: "certo che si, e non da ora ma fatela conoscere veramente anche a tutti gli altri è così che si educa all'arte". Invece, c'è solo quello che vedete in questo manifesto: sette minuti di niente e la gente comune penserà che questa è arte, questo è il danno maggiore che si fa, propagandando queste cose. Con queste cose non cresce nessuno.