Ho appena letto il plauso che Tristano Dello Joio Ravallese,
Presidente dell’Ente Parco Monti lattari ha appena rivolto alle tre
associazioni ambientaliste e ai loro presidenti WWF, Italia Nostra e Lega
Ambiente, Claudio D’Esposito, Massimo Maresca e Ignazio Esposito: VAS non figura perché il responsabile
del Circolo Territoriale, ovvero il sottoscritto, non è aduso a salamelecchi ed
è abituato a chiamare le cose col proprio nome, ma soprattutto non scrive
letterine che trovano il tempo che trovano e che non fanno i nomi e cognomi
nella vicenda del Monte Faito.
E allora siccome ho un caratteraccio è meglio non farmi
figurare in intestazioni.
Ricordo, solo per la cronaca al mondo, e a chi legge, che
anche VAS, Verdi Ambiente e Società, è una associazione ambientalista nazionale
regolarmente riconosciuta.
Il Presidente dell’Ente Parco Tristano dello Joio Ravallese
sta scalpitando come un giovane puledro sostenendo la causa che Faito debba
rimanere proprietà pubblica, cioè sta sostenendo l’acqua calda, sta sostenendo
quello che dovrebbe essere lapalissiano per un Parco naturale, ma dimentica che
egli stesso è stato collocato nel ruolo di Presidente dell’Ente, proprio da chi
invece starebbe perorando l’operazione e che darebbe la stura alla
lottizzazione selvaggia della montagna.
Questo, naturalmente, non lo dice lui, che continua a
scalpitare come un puledrino indomito, e “dimenticano” di dirlo anche le tre
associazioni che si sono “rizelate” a dichiarare subito che l’ambiente
del Faito debba essere salvaguardato da operazioni del genere!
Che grande presa di posizione per tre associazioni
ambientaliste non c’è che dire: difendiamo volpi e barbaggiani, ma non facciamo
nomi altrimenti non ci pubblicano sul giornaletto locale e ci facciamo poi dei
nemici.
Eh! no, signori cari, le
cose non si fanno in questo modo!
La vicenda è ormai nota: il comune di Vico Equense avrebbe
stipulato o starebbe per farlo un accordo con la Città Metropolitana per avere
la proprietà del 50% della montagna, in cambio di un edificio scolastico
piccolo e fatiscente che dovrebbe trovarsi in località Fornacelle, come a dire:
io ti dò una Cinquecento sgangherata
e tu mi dai una Ferrari, d’epoca, ma pur sempre una Ferrari.
La proposta potrebbe essere stata partorita e credo sia
caldeggiata dall’ex sindaco di Vico Equense, nonché ex assessore ai lavori
pubblici Gennaro Cinque, oggi Consigliere regionale che abbandonato il gruppo
in cui era stato eletto, l’UDC, è trasmigrato nel Gruppo Misto, vicino al
Presidente De Luca, e, dopo questa “volata”, è stato subito insignito della
carica di segretario della IV Commissione Regionale Speciale “Innovazione e
Sostenibilità per la competitività e il rilancio delle imprese“.
Dopo di ciò sarebbe e arrivata la proposta: sarebbe da ipocriti non
dire, che il Consigliere regionale Cinque da sempre si senta il legittimo
proprietario del Monte Faito, e in questo, devo dire la verità, riconosciuto
come tale da tutti i residenti del monte e da tutti quelli che hanno una
qualche attività economica.
Grande successo a Vico della proposta: si sa, la gloria del
proprio campanile deve sempre essere portata avanti.
Ma, qualcosa non è andato come si doveva e Castellammare si è
subito indispettita tanto da far intervenire contro questa “presunta appropriazione indebita” il
sindaco della città Gaetano Cimmino che ha addirittura segnalato “questo strano accordo”, cioè il cambio
Scuole di Fornacelle per mezzo monte Faito, ovvero la Cinquecento con la
Ferrari, alla Procura di Torre Annunziata e alla Commissione Antimafia, e a mio
personale avviso bene ha fatto.
Questo tanto per far capire che se le cose bisogna dirle, non
bisogna nascondersi dietro il dito e scrivere elzeviri.
Ora, invece di complimentarsi con le tre associazioni il
Presidente Dello Joio dovrebbe attaccare apertamente il Consigliere Cinque e il
Presidente De Luca; perché dire che il Faito debba essere di proprietà
regionale non significa proprio niente, quando i presupposti per gli accordi di
questo cambio sarebbero stati fatti proprio in ambito regionale.
E allora smettiamola di fare i paladini dell’aria fritta!
Il monte Faito, chiunque lo avrà in gestione dovrebbe
presentare un piano organico di sviluppo che ne definisca il destino: se ne
vuole fare una Disneyland affidandola a
privati, con piste di sci e neve finta, con campetti da golf e stazioni per la pratica del deltaplano, e
ristoranti e bar e negozietti di souvenir, basta dirlo e soprattutto dire chi
saranno i soggetti che metteranno i soldi per tutto questo, che credo poi sia
il progetto o l’idea “Cinque”.
Ma se il Faito invece dovrebbe essere quello per il quale
l’istituzione Ente parco è stata creata, ovvero un parco naturale, con una sua
flora e fauna e ecosistemi da difendere, un polmone di verde e di benessere per
tutti, un luogo di incomparabile bellezza e bio diversità unico nel suo genere,
e allora questo deve venir fuori anche qui con un progetto serio, con
finanziamenti pubblici trasparenti che tengano conto della viabilità e della
pulizia della montagna,e soprattutto con uomini interessati veramente al bene
di questo grande parco e non a marionette che si fregiano di indignazione a
comando solo per mostrare poi qualche medaglia placcata d’oro per una causa
irrimediabilmente persa.
Ecco VAS Verdi Ambiente e
Società la pensa in questo modo.