Sulla vicenda alberi in Piazza Marconi credo ci sia ancora bisogno di spiegare alcune cose, cose che emergono da una sintesi della lunghissima relazione che testimonia delle moltissime letture fatte dall'agronomo Raffaele Starace, più le lunghissime autocitazioni e i molteplici rimandi bibliografici, insomma sessantaquattro pagine, delle quali forse giusto dieci sarebbero state già utili ad una più celere comprensione e due , quelle che riporto fotografate ed evidenziate, ovvero: quei poveri alberi abbattuti " non destano[...] particolari segni di pericolo per la pubblica e privata incolumità" ed erano alberi sani, ma che dovevano essere abbattuti perché ostacolavano il progetto previsto. La domanda da farsi allora è: perché si chiama un agronomo e lo si paga, per sapere lo stato vitale della pianta, quando si è già deciso che quelle piante saranno comunque abbattute perché ostacolano il progetto? E perché si dice che alberi capitozzati, che comunque erano cresciuti, vanno abbattuti? Chi aveva eseguito quelle capitozzature se non i giardinieri del Comune? E ancora: la Soprintendenza pare abbia sostenuto che cinque alberi non siano poi cosi tanti ai fini della rilevanza paesaggistica, ma cinque alberi forse sono irrilevanti in un bosco, ma lo diventano se in quel posto di alberi ce ne erano solo dieci. Inoltre, gli scavi stanno andando molto più sotto di quando sarebbe previsto e questo potrebbero compromettere le radici di quei pochi altri rimasti. Su questi lavori credo che bisognerebbe veramente tenere gli occhi aperti tutti. La butto li: qualcuno si ricorderà del progetto di fare uno scavo per un parcheggio interrato a Piazza Marconi con tunnel sbucante direttamente nelle Cavottole? A volte a pensar male ci si potrebbe pure azzeccare, ma ovviamente la mia è una provocazione.
Cultural studies,Queer/gender studies, urban anthropology,Conteporary Philosophy and contemporary art, politics, indipendent design, literature,art,gay life especially bears-people, electronic music,media studies. Questo blog non può essere considerato una testata giornalistica, in quanto viene aggiornato senza alcuna periodicità predefinita. Pertanto, ai sensi della legge n. 62 del 7 marzo 2001, non può essere considerato un prodotto editoriale.
sabato 30 novembre 2019
venerdì 29 novembre 2019
La minoranza consiliare dovrebbe attivarsi per portare a trasparenza vicende amministrative che non lo sono per niente.
Sulla vicenda dell'abbattimento degli alberi a Piazza Marconi da più parti ho sentito dirmi: "Hanno tutto in regola, figurati se sono cosi ingenui". A queste persone rispondo che dire che hanno tutte le carte in regola non significa molto, perché quelle carte benché “in regola” possono essere illegittime perché permettono un abuso. Un amministrazione può produrre tutta una serie di documenti e perpetrare comunque un abuso. La legittimità di un'azione è cosa ben diversa dall'avere le carte in regola. Su questa vicenda VAS non abbasserà la guardia. Poi relativamente al debito con la Cassa depositi e prestiti per demolire un manufatto abusivo, senza averlo notificato ai legittimi proprietari e senza l'ingiunzione di un magistrato che ne disponesse l'abbattimento in danno, l'amministrazione potrebbe aver commesso un reato contabile da denunciare alla Corte dei Conti. Su questo ma anche sulla legittimità degli alberi abbattuti Ciro Maffucci e la minoranza consiliare dovrebbero attivarsi per portare a trasparenza vicende amministrative che non lo sono per niente.
giovedì 28 novembre 2019
ECCO CHE FINE FANNO GLI ALBERI A VICO EQUENSE!
piazza Marconi stasera |
piazza Marconi oggi pomeriggio |
oggi pomeriggio alle 15 |
Piazza Marconi prima dell'intervento |
Stamattina i solerti lavoratori del
comune di Vico Equense hanno divelto un albero da Piazza Marconi, per un
progetto di ristrutturazione della
piazza. Era un albero vivo, l’ho visto portar via con le radici per aria,
neanche l’idea di piantarlo da qualche altra parte.
A Vico Equense gli alberi
si capitozzano, si segano, si divellono . Mentre stavo scrivendo questo
articolo oggi pomeriggio intorno alle 15 mi è arrivata una chiamata da cittadini che
segnalavano di sradicamenti di più piante e successivamente un video nel quale
si vedeva un pino, non recintato, non legato da corde che veniva scavato dalla
ruspa alle radici e poi spinto per farlo abbattere. La pianta è caduta
malamente rovinando un’altra pianta, una magnolia.
Gli alberi sradicati sono
due cedri, un pino e la magnolia spezzata . Il sindaco di Vico Equense dice che non possono essere in ostaggio di un
solo cittadino che denuncia, ma al sindaco voglio ricordare che i pazienti
ospiti dell’Ospedale De Luca e Rossano, oltre ad aver segnalato a chi scrive la notizia, hanno filmato video e commenti che
possono vedere e sentire tutti. Il
malcontento è generale.
In un momento di emergenza climatica a Vico Equense si
tagliano gli alberi non solo in piazza Marconi, ma dovunque con la scusa che
sono pericolosi. La rozza barbarie con la quale si gestiscono queste operazioni
non è più sostenibile.
Arrivato in piazza ho chiamato i Carabinieri di Vico Equense,
che non sono venuti, mentre dall’Ospedale avevano già chiamato il corpo
forestale dei Carabinieri Castellammare che è arrivato dopo due ore circa, gli
unici intervenuti subito sono stati i Carabinieri di Sorrento che hanno inviato una
squadra mobile sul posto.
Sul cantiere gli operai lavoravano ancora, senza
casco e senza misure di sicurezza. Più tardi il corpo forestale ha richiesto
accertamenti e sul posto è stato convocato anche l’agronomo Starace che, su
richiesta del comandante della squadra mobile di Sorrento, se quegli alberi fossero
alberi malati, rispondeva che, quagli
alberi erano sani e che lui, nella relazione acclusa al progetto, aveva
scritto che, essendo due di essi capitozzati, ovvero erano stati tagliati in
passato, ma che comunque sono cresciuti perché avevano le chiome molto alte,
dovevano considerarsi alberi morti.
E’ bene ricordare che una legge dello Stato,
la legge 14 gennaio 2013 prevede che ogni comune sopra i quindicimila abitanti pianti
un albero per ogni nuovo nato de per ogni bimbo adottato, in Italia è
obbligatoria e ora si chiedono sanzioni per i Comuni inadempienti. Chi scrive rispetta veramente i disabili, non li utilizza per giustificare questi scempi vergognosi, come invece sembra si stia facendo:l'abbattimento delle piante viene giustificato perché il progetto prevederebbe in quel posto una "pista per bambini disabili", aiutatemi a capire che cosa è veramente e perché non poteva essere fatta mantenendo quelle piante in vita?
Evidentemente in questa città questa legge è ignorata. Qui a Vico Equense
alberi sani vengono segati o capitozzati
selvaggiamente, quella piazza poteva
essere con amministratori attenti e più sensibili, e magari che viaggiassero di
più, un polmone verde per la città, in quella piazza invece di tagliare quattro
alberi se ne potevano piantare altri dieci e rendere l’aria più salubre per i
bambini, ai quali poi viene dato un prato finto dove giocare, un’oasi di fresco
urbano per estati sempre più torride, un punto di ristoro per tutta la città.
Questo
è quello che accade nella mia città, dove il sindaco dice che sono amico dei
giornalisti e che da solo terrei in ostaggio il loro operato. Magari fosse così
sindaco! Le cose andrebbero certamente in modo diverso.
martedì 26 novembre 2019
COME DOVREBBE ESSERE RACCONTATA LA STORIA DELLA DEMOLIZIONE SHOW DELL'ECOMOSTRO DI ALIMURI.
Sulla demolizione show dell’eco-mostro
di Alimuri si fa passare tutta la vicenda come se fosse un incidente fortuito quello
che accade oggi, ovvero,che la Cassa depositi e Prestiti, rivuole dal Comune di
Vico Equense i 433mila euro richiesti dalla demolizione e che il comun e
pensava di farsi rimborsare dalla Sica s.r.l. che invece non si ritiene
responsabile dell’abuso edilizio, ma per i magistrati, lo ha solamente
acquistato. La storia i giornalisti che si vogliono esser tali, dovrebbero raccontarla bene e non come se le cose
accadessero per caso, come se fossero incidenti di percorso . Quell’abbattimento show- ve la ricordate, la nave, la banda , gli inviti, i
pasticcini le foto d’occasione con Gennaro Cinque allora sindaco e con l’assessore
Antonio Elefante con la fascia di ambientalisti doc. tronfi, arroganti,
spavaldi, e sono gli aggettivi migliori che mi vengono in mente, attaccarono
allora, anche insultando, l’unico
ambientalista, vero e non d’occasione, che allora scrisse che quella pagliacciata
dinamitarda ci sarebbe costata cara, sarebbe costata cara ai cittadini di
questo comune. Quell’unico ambientalista serio e non d’occasione era il
sottoscritto, che come VAS denunciò già cinque anni fa, e si possono ancora
leggere i post sul mio blog, quello che sembrava essere un favore che si faceva
alla società: perché lo si faceva non sta a me dirlo, ma si può intuire; perché quella operazione era un affare
per la Sica srl? Perché la Sica
srl. si vedeva demolire un esoscheletro abusivo, acquistato, ma non costruito,
col danaro pubblico che il comune di Vico Equense chiedeva in prestito, mentre
l’allora sindaco Gennaro Cinque e il suo assessore Antonio Elefante sostennero
che quei soldi sarebbero rientrati perché il Comune sarebbe stato rimborsato.
Quei soldi non sono rientrati e non rientreranno mai anzi saranno sborsati. Ora,
oltre al danno di un rimborso che non c’è mai stato, c’è anche la beffa della restituzione alla Cassa
Depositi e Prestiti. Pochissimo tempo dopo, l’assessore che aveva “costruito” a
tavolino tutta l’operazione cessò il suo mandato e ritornò a fare quello che ha
sempre fatto: il costruttore in Penisola Sorrentina, mentre Gennaro Cinque,
oggi fa l’assessore ai Lavori Pubblici di questo malnato paese. Se chi
amministra la cosa pubblica pagasse di persona gli“errori” che commette, quei
soldi la Cassa Depositi e Prestiti, non li dovrebbe chiedere ai cittadini di
Vico Equense, perché è a noi che li sta chiedendo, ma li dovrebbe chiedere all’assessore
Gennaro Cinque e all’ing. Antonio Elefante che pensarono e sostennero, plauditi
anche – e mi dispiace dirlo- da altre associazioni ambientaliste che non si resero
conto che quell’esplosione era un affare per qualcuno. Ora la storia è finita
come doveva finire, gli amministratori che sbagliano non pagano e quei soldi
saranno pagati dai cittadini in qualche modo. Ecco, la storia andrebbe
raccontata cosi.
giovedì 21 novembre 2019
Le sardine a Sorrento contro Salvini e sue politiche razziste e nazifasciste e contro i sindaci Giuseppe Cuomo di Sorrento e MicheleDe Lucia di Positano.
Stamattina 21 novembre 2019 mi
sono ritrovato anche io tra le sardine
che contestavano Salvini della Lega, quello che ha sempre detto che i meridionali puzzano, sono sporchi e amenità simili, sono andato lì con amici e
amiche ai quali e alle quali voglio
bene, con cui abbiamo storie culturali e
di vita in comune : Arnaldo, Teresa, Concetta
, Sasà, Sandra , Franco e tanti altri e nonostante la pioggia battente eravamo tutti
li a dire che non volevamo stare con Salvini il suo razzismo e le sue simpatie
per gli ultrà nazifascisti e non volevamo stare con il sindaco di Sorrento né
con quello di Positano Giuseppe
Cuomo e Michele De Lucia che, da Forza
Italia sono trasmigrati nella Lega, per trasformismi e comodità elettorali,
dimentichi di amministrare città conosciute come internazionali e accoglienti.
Ho ritrovato gli amici di battaglie sociali culturali e politiche di
sempre, Nora Rizzi, la preside anticamorra, Tonino, e tanti amici di battaglie
democratiche civili, è stato come un grande abbraccio collettivo in una
mattinata piovosissima e umida fino all’inverosimile.
Per un momento mi son detto,: “ma non smetterà
mai più di piovere”? E infatti non ha smesso, se non per pochi minuti. Dovevamo portare con noi un libro da consegnare simbolicamente a Salvini io ho portato Petrolio di P.P.Pasolini.Sono andato lì, con le sardine che ho disegnato , colorato e ritagliate
io, con le spillette da balia per potersele appuntare dove più si voleva e le
ho donate a chi me le chiedeva. Intorno a noi c’erano i blindati della polizia,
mentre in Piazza S. Antonino c’erano
quelli con gli idranti in assetto anti sommossa. Uno spettacolo indegno per una
città conosciuta internazionalmente e piena di stranieri che chiedevano come
mai quello schieramento di forze dell’ordine . Il ministro Lamorgese dovrebbe chiamare il Prefetto e farsi spiegare perché Sorrento per ricevere un politico che fa tesseramento e proselitismo elettorale, ha blindato una città. Siamo arrivati alle dieci in
Piazza Veniero, mentre Salvini era al Circolo dei Forestieri, lui che dice “
prima gli Italiani” è stato accolto nel Circolo dei Forestieri perché questa
città non alza muri né chiude porte e porti. Ma il suo sindaco e il sindaco di
Positano sembrano averlo dimenticato presi come sono dai loro trasformismi
politici dai loro squallidi giochetti di potere e si sono
gettati tra le braccia di uno squalo, uno squalo che però non è riuscito a far
zittire una città del Sud – e benché non numerose come a Modena e benché in un
giorno feriale e di pioggia, le sardine di Sorrento e della penisola sorrentina
hanno fatto vedere che non ci stanno con le politiche razziste e nazifasciste
della Lega. Questa Lega che si spaccia per essere nuova e che invece è nata l’8
gennaio 1991 e che è stata in tutti i governi di questo paese partecipando a tutte
le corruzioni possibili di tutti o governi nella quale è stata, sia nazionali
che regionali. E’ stata una
manifestazione pacifica, gioiosa, nella quale ci si è ritrovati, perché l’Italia
non è fatta solo da ottuse moltitudini razziste, una manifestazione disturbata alla fine, dalla provocazione di
chi ha ordinato alle forze dell’ordine di non farci attraversare il Corso
Italia. Intorno alle 12, mentre si stava per andar via, la polizia ha vietato l’attraversamento
della città adducendo i motivi di sicurezza. Ci è stato proibito di muoverci da
Piazza Veniero, sono stati chiusi anche i vicoletti, con i blindati che
chiudevano il Corso Italia. Uno
spettacolo indegno per qualsiasi democrazia: non c’erano facinorosi, non c’erano
Black Bloc, c’ erano ragazzi, tante ragazze e ragazzi belli e giovani – e meno
male che c’erano loro- e c’erano quelli della mia età che non è poca, tutti lì
a dire che non volevamo essere, né stare, né riconoscerci, nelle politiche di
Salvini che ha sempre disprezzato le genti del Sud, di qualsiasi Sud. I Tg ne
hanno parlato e questo mi e ci consola, ma dai TG ho potuto vedere anche chi c’era
ad accogliere Salvini al Circolo dei Forestieri tra “stampa locale accreditata”
, si fa per dire, e gente che gli chiedeva selfie. Che pena! Nella
manifestazione notavo anche tanti che con il popolo delle sardine non c’entravano
niente, che erano lì per curiosare, spiare, annotare e, come dice giustamente
il mio amico Arnaldo, bisogna veramente cominciare a mettere paletti e a tenere
a distanza gente che con noi non c’entra proprio niente. Ora e
sempre resistenza!
mercoledì 20 novembre 2019
Karl Marx e la filosofia, sono cose molto ma molto serie e non non sono rappresentate da Lei, glielo assicuro.
Apprezzo molte cose di ciò che lei
dice relativamente alla globalizzazione e alla lettura tutta marxiana della
nostra società contemporanea, ma raccontato da lei però Karl Marx, ma anche
Gramsci sembrano statuine o ninnoli di
porcellana bisquit che una raffinata signora esibisce come collezione privata.
Marx andrebbe studiato per il suo umanesimo innanzi tutto, ma anche per
l’onestà dei suoi intenti e per la profondità del suo pensiero e soprattutto
perché tutto quello che stiamo vivendo nelle nostre società, cosiddette aperte,
è quello che lui aveva previsto, attraverso i concetti di feticismo della merce
e del denaro o circa la reificazione dell’umano, e sta sotto gli occhi di tutti
. Ci ha aperto gli occhi e ce li ha resi
anche più acuti un ritorno alla scienza pre- marxiana sarebbe inconcepibile. Tutti gli autori contemporanei
hanno un debito nei confronti di Marx, anche se non lo sanno o semplicemente
non vogliono ammetterlo, come condivido pure la critica che lei fa rispetto ciò
che oggi viene spacciato di essere o che si dice di sinistra. Ma anche qui devo contestarle i
modi e lo stile. Lei rappresenta tutto intero l’esempio più eclatante di
narcisismo televisivo, compiaciuto, manicheo e esibizionistico e lo manifesta
attraverso un linguaggio che nessun intellettuale serio vorrebbe parlare o
parlerebbe, soprattutto un intellettuale marxista: provo ad immaginare cosa
avrebbe detto di lei Pasolini, se lo avesse ascoltato o Umberto Eco, o Gianni Vattimo,
di cui è stato allievo ma che evidentemente non la segue più molto. Lei riproduce
espressioni metricamente perfette come «turbocapitalismo
apolide», «globalizzazione
linguistica», «contronarrazione
demofila».Dondolando il capo su quei periodi lunghi, asciutti, recitati a
voce impostata e ritmo sostenuto ma costante, che pare non rallentare mai. Un
lavoro di preparazione televisiva veramente notevole. Lei miscela in un blend
di gusto indefinito, giusto per confondere, valori di destra (patria, onore, famiglia,
eticità) e idee di sinistra («diritti sociali, dignità del lavoro, socialismo
democratico). Forse un tempo non lontano lei è stato indubbiamente uno
studioso, ma ora, come Faust ha deciso di vendere l’anima al diavolo: essere in
televisione sempre, non ontologicamente, ma come personaggio che fa spettacolo
rende di più che un’aula universitaria. Così ha deciso di smettere di fare lo studioso
e ha fatto della storia della filosofia un insieme di citazioni disarticolate e
decontestualizzate, buone a solleticare i più bassi istinti di integralisti
cattolici e gentaglia di destra. E a proposito di certe sue elucubrazioni su una cosiddetta “teoria
del gender”, lei ha prodotto veri e propri assalti terroristici, evocando il
pericolo di introduzione di inesistenti “teorie gender” nella scuola, per
spaventare le famiglie rispetto a questioni che nulla hanno a che vedere con
l’attività formativa svolta nei diversi gradi dell’istruzione. Una campagna in
atto da qualche tempo, che intende proporre l’odio nei confronti delle
differenze in risposta alla necessità che si formino i bambini e i ragazzi al
rispetto della dignità di tutte le persone, indipendentemente dalla loro
provenienza, sesso, e credo . Quindi, e concludo su questo argomento : La
smetta di scrivere sciocchezze! Ma da chi è pagato lei? Ma è stato mai
insultato per la strada chiamato frocio? E' stato mai picchiato in classe o in
un giardino pubblico perché non conforme ai suoi criteri di "eticità"
hegeliana- come scandalosamente e falsamente scrive lei citando la dialettica “servo/
padrone”? Lei a questo punto è la
vergogna della filosofia italiana o ciò che la filosofia italiana produce
attualmente? Ma voglio sperare e sono convinto che il panorama filosofico
italiano nel mondo non sia rappresentato da lei! C'è qualcosa di torbido e di
oscuro dietro i suoi pseudo ragionamenti. C'è la presenza di un pensiero
vecchio come il cucco che si chiama machismo fascista, bullismo . Ma di cosa ha
paura lei per avercela tanto con le persone omosessuali e per essere così
violento verso chi sperimenta ogni giorno su di sé la violenza verbale e
fisica? Lei coì perfettino nel look studiato, così belloccio stereotipato da
rivistina fashion, giovane clone - lei si orwelliano- dei tanti figurini che
girano oggi sui media. A 68 anni sono un sopravvissuto, e ancora devo
difendermi, in questa italietta di mediocri fascisti familisti come lei,
dall'aggressione giornaliera di uno pseudo filosofo, o di uno stronzetto
qualsiasi che per strada mi insulta e mi guarda storto solo perché non mi sono
sposato e i miei gusti sessuali potrebbero essere diversi dai suoi! Io non ho
mai aggredito nessunoI Io non ho mai chiamato qualcuno diverso da me con
qualche termine dispregiativo legato alla sua sessualità e la riprova sta nel
fatto che non c'è neanche un termine per poterlo fare, cosa che invece mi
sembra essere molto facile per quelli come lei che di termini ne conoscono
tanti: culattone, frocio, checca, busone, ricchione, femmenella! Si vergogni !
Glie lo ripeto ! Si vergogni, perché lei dietro la facciata della filosofia si
fa portatore del più vile e basso attacco che si possa pensare non
solo contro le persone omosessuali ma contro ogni differenza! Al momento, lei
più che un fine pensatore mi sembra un
mazziere dei concetti al servizio delle più stolte idee reazionarie. Forse i suoi
contatti con Alberto Bagnai, Gianni Vattimo, Massimo Cacciari le sono stati
utili, ma non so quanto lo siano per loro. Per quanto mi riguarda lei
ridicolizza filosofia. Mi ascolti, lasci
perdere la televisione si chiuda in biblioteca e riprenda in mano,
approfondendo seriamente quello che invece aveva lasciato, chissà forse riesce di nuovo ad imboccare
la strada giusta.
domenica 17 novembre 2019
E GIOVEDI 21 SALVINI SARA' A SORRENTO ACCOLTO IN POMPA MAGNA. UN AFFARE TUTTO SETTENTRIONALE...E QUI A SUD GLI DANNO PURE FIDUCIA!
MOSE VENEZIA |
ZAIA LEGA |
SALVINI LEGA |
GALAN FORZA ITALIA |
Venezia affonda. FERMO Modulo Sperimentale Elettromeccanico (Mose).-
Capolavoro firmato Forza Italia e Lega. E non può che far sorridere sentire Matteo Salvini dire che in questa vicenda “la Lega non c’entra niente“ e che “il Mose è fondamentale e conto che la manovra esca con 100 milioni di euro per mettere in esercizio un’opera piuttosto che tenerla ferma”.
Risulta incomprensibile questo tentativo di lavarsene le mani visto che al governo della Regione, dal 2000 al 2010 c’era il forzista Galan supportato dall'allora Lega Nord mentre dal 2015 a oggi c’è Luca Zaia.
Insomma appare complicato dire che il Carroccio in tutta questa storia sia stato un semplice spettatore. Come non regge neanche la questione dei fondi da stanziare di cui, ieri, il Capitano si è fatto promotore, annunciando un apposito emendamento, perché fino a prova contraria per 14 mesi è stato vicepremier e ministro dell’Interno del governo gialloverde. Insomma di tempo e modo per agire ne aveva avuto a sufficienza. La realtà è che nel disastro di Venezia la vecchia politica ha nuovamente dimostrato tutti i propri limiti. Saccheggiato dalla politica, il Mose è l’emblema degli sprechi.- Il governatore Luca Zaia è furente perché non ha idea di dove siano i sei miliardi spesi per il Mose. Venezia è sott'acqua mentre il Mose resta spento a fare la ruggine. È il paradosso dell’opera ambiziosa che avrebbe dovuto mettere al riparo dalla furia delle acque la città lagunare e la cui realizzazione è iniziata nel 2003, quando a capo del governo nazionale c’era Silvio Berlusconi, ma che, nonostante il susseguirsi di differenti amministrazioni comunali e regionali, resta tuttora un’eterna incompiuta. Già perché il gigantesco sistema di dighe, detto Modulo Sperimentale Elettromeccanico (Mose), è stato pensato addirittura negli anni ’80, doveva essere terminato già nel 2016 ma, per problemi di progettazione, scandali e inchieste, ha visto slittare i tempi in modo esponenziale tanto che ora il nuovo termine è previsto per il 2021. Dati alla mano, infatti, l’opera è pronta all'incirca all’85%. Così per capire le ragioni del disastro che sta sconvolgendo Venezia, non si può che partire dalle indagini della magistratura e quindi dalle conseguenti responsabilità della politica. ZAIA-LEGA Forse è andato in Regione quanto Matteo Salvini al Viminale per non sapere che una parte di quei soldi è stata sprecata e l’altra direttamente rubata. Nonostante sia chiaro che i soldi fatti sparire dalla corruzione sono sottratti alle opere, e quindi a tutti noi, la questione morale è un tema che interessa poco gli elettori del Centrodestra, che paradossalmente a ogni scandalo aumentano. Anzi, solo a porre il tema, lo zoccolo duro della Lega prima nega l’evidenza e poi fa spallucce perché nulla è più importante di mandare a casa i Cinque Stelle e le sinistre, gente che ha in testa solo “tasse, manette e sbarchi”, come ripete incessantemente la retorica salviniana.In Olanda fanno dighe con materiale di risulta edile, dei dragaggio dei porti e fiumi. In Italia i fanghi dei porti sono rifiuti speciali. SIAMO LA REPUBBLICA DELLE BANANE. Ah’ aggiungo di mio: i veneziani volevano da sempre l’autonomia ora vogliono i soldi di tutti gli italiani.
E ci sono meridionali che hanno votato questa gente anche nel mio paese e domenica prossima Salvini sarà a Sorrento accolto in pompa magna. Che pena!
* A.M.
giovedì 14 novembre 2019
FAITO L'ODISSEA SENZA FINE DI UN TERRITORIO DOVE VIGE L'ANARCHIA DEGLI ENTI.
Vorrei capire che cosa sta succedendo a proposito del Faito ? Leggo di una
diffida cha sa di surreale, in riscontro ad
una nota del 04/11/2019 , partita dall’Area tecnica del Servizio Tecnico del
Comune di Vico Equense, non leggo nessuna data di partenza in calce o in
altro posto, firmata dal responsabile
del servizio arch. Catello Arpino, dal tecnico del servizio, l’ingegnera Giovanna Capuozzo e dall’assessore al territorio e Protezione
Civile, Gennaro Cinque. In pratica i
tre, per i rispettivi ruoli che rivestono , fanno una diffida alla regione, alla Città
metropolitana, alla Comunità montana,
all’Ente Parco e, segnata in
grassetto, la fanno pure alla Polizia municipale/Protezione Civile, il cui
responsabile è il dr. Ferdinando De Martino, ma il cui assessore è lo stesso
Gennaro Cinque. Cos’è? Un’ auto diffida? Fossi il comandate della
polizia municipale chiederei: “ Assessore
Cinque, ma che fa ? Mi diffida , ma io prendo ordini da Lei che è l’assessore
al territorio e alla protezione civile e mi becco pure una diffida ?”
Questa diffida surreale si associa
ad un’altra diffida, quella di una associazione “IVIX Faito 1444 – Associazione di Promozione Sociale (APS), firmata dall’ avvocata Annunziata Somma,organizzazione
per la tutela dell’ambiente e della comunità locale, di cui, ammetto,
ignoravo l’esistenza, ma può succedere, visto che le associazioni di Faito sono
tantissime e ne spuntano ancora altre come i chiodini dopo una nottata di pioggia.
Naturalmente questa mia nota, come quelle che in genere scrivo, va
nella direzione di smascherare le contraddizioni plateali che emergono quando
si discute della gestione del monte Faito, un monte sul quale si intersecano in un groviglio di interessi, siano essi
economici da parte di chi vi abita e vi lavora, siano essi politici rispetto
alle responsabilità di un luogo con una sua specifica morfologia. Nella prima
diffida, quella surreale, l’assessore Gennaro Cinque e l’Area tecnica del Comune di Vico Equense,
invitano e diffidano gli enti in
indirizzo, quindi pure loro, “ad
attuare senza alcun indugio”
alla “ eliminazione delle piante rese secche dall’incendio del 2017 ed all’alleggerimento
della chioma (potatura dei rami) delle piante che insistono sui pali di
sostegno e relativi cavi elettrici[…]al fine di pervenire con la massima
urgenza al ripristino delle condizioni di sicurezza”. Vorrei
ricordare , per chiarezza, che il Comune di Vico Equense, per stipula e
convenzione con la Regione è tenuto a provvedere alla viabilità e alla illuminazione.
Nella seconda si chiedono le stesse medesime cose agli stessi enti
evidenziando i rischi della pubblica incolumità. Ormai, la gestione del Faito è
da anni oggetto di contese tra enti pubblici, il dato è che sinora nessuno si è
mai interessato realmente di valutare almeno lo stato degli alberi dopo l'
incendio di due anni fa, senza parlare del dato più importante che sarebbe
quello della manutenzione di un parco naturale, a tal proposito vorrei
ricordare la vicenda della “DISCARICA DELLA VERGOGNA” o dell’interramento di
rifiuti in altra area immediatamente prospiciente e sulla quale – a mio avviso
forse andrebbero fatte delle verifiche. Ora , che con queste “diffide” ripeto, un po’ surreali qualcuno pensi di lavarsi
la coscienza con manifestazioni di disponibilità intenzionali lo vedo
davvero patetico oltre che inaccettabile, chi deve agire lo faccia veramente,
anche in danno di coloro che stanno solo a guardare.
mercoledì 13 novembre 2019
VORREI CHE SI FACESSE UN’ALTRA LETTURA DELLA CADUTA DEL MURO DI BERLINO.
In questi giorni si assiste alle
celebrazioni enfatiche della caduta del muro di Berlino, i media europei stanno
facendo l’apoteosi della caduta del muro del
1989. E in prima fila i media, quasi a volerci ricordare che il nostro è
il migliore dei mondi possibili, ci mostrano masse di disoccupati o lavoratori
precari che celebrano l’avvenimento come il simbolo non plus ultra della
libertà. Su questa vicenda io avrei qualche perplessità, anzi più di una per la
verità. La verità è che il 1989, è stato
un anno terribile , ovvero l’anno della liberazione del capitale, della
vittoria delle classi dominanti e dei mercati a livello planetario, rispetto ad
un mondo diviso in due, nel quale era ancora possibile controllare l’espansione
voracissima dei mercati. Il capitalismo fino ad allora era limitato da una
forza che certamente non era esente da contraddizioni e anche da aberrazione (
che forse il capitalismo non ne ha mai avute o non ne ha?), ma della cui
presenza erano certamente quelli che stavano al di qua del muro di Berlino: i
movimenti di critica al capitale, i movimenti di protesta, i partiti socialisti
e comunisti dell’occidente, in primis il PCI in Italia. In fondo i diritti
sociali, il welfare state, i diritti del lavoro,le rivendicazioni delle classi
lavoratrici che ancora scendevano in piazza e ottenevano conquiste
tangibilissime in virtù e in forza di quella presenza che era antagonista al
capitalismo. Prova ne è, che caduto il muro di Berlino, con il massiccio
intervento della chiesa di Papa Woytila, il papa più a destra della storia d’occidente,
crollata ingloriosamente l’Unione Sovietica, sono sparite tutte le conquiste
sociali, tutti i diritti del lavoro, tutte le figure del welfare state, che
ancora erano egemoniche prima del 1989, mentre abbiamo assistito all’escalation
e al trionfo del capitalismo globalizzato che , in assenza dell’altra parte,
ovvero del socialismo realizzato, ha sferrato un attacco massiccio atto a
confermare una restaurazione del potere dei mercati su ogni cosa e spacciando
tutto questo per la vera libertà, contro il controllo della STASI, come se
oggi, non fossimo controllati tutti persino nelle nostre scelte più intime, e
un film come “Le vite degli altri” si potrebbe benissimo girare in una
qualsiasi città del tanto libero e osannato occidente capitalistico. E allora
io credo che peggio del mondo diviso in due blocchi poteva esserci solo quello
che è venuto dopo ovvero il mondo “ a una dimensione” di marcusiana
memoria. Il mondo del capitalismo
americano integrale. E allora io non esulto, e credo che tutti siamo stati
plagiati dalla potere del capitale che mostrava le sue luci e i suoi grandi
centri commerciali immediatamente adiacenti al muro di Berlino Ovest, mentre a
Berlino Est c’era silenzio e oscurità certo e c’erano i controlli di polizia,
ma quell’oscurità permetteva ancora una difesa dalla grande caverna globale della
mercificazione nella quale siamo caduti tutti e nella quale nessuno più riesce ad immaginare un mondo
diverso da questo. Mi piacerebbe ascoltare i cosiddetti commentatori politici
cha affollano i salottini rumorosi del nostri media raccontare la storia in
questo modo , ma purtroppo sono pochissimi che lo fanno, mentre i media di
regime a regime dei padroni della finanza globale, esercitano il loro potere
torvo e violento erigendo altri muri in
altri posti, massacrando poveri e popolazioni in altre parti del mondo , non
più frenati da nessuno che simbolicamente rappresentava qualcosa di diverso da
loro e anche nella stessa Germania di oggi chi era ad est continua ad essere
povero prova ne sono le recrudescenze destroidi che si registrano in quei paesi.
sabato 9 novembre 2019
La vera battaglia la si deve fare contro la barbarie ampiamente rappresentata in Consiglio Comunale
Ho ascoltato e visto l’intervento
del consigliere comunale Ciro Maffucci, una parte suppongo, quella che è stata
postata e nella quale Ciro srotola davanti a una rappresentanza comunale
semplicemente pietosa per lo spirito , per l’attenzione, e per gli atteggiamenti
tenuti, le foto di alcune località del territorio dove sono stati eseguiti o
sono ancora in corso lavori comunali.
Ovvero lavori decisi dall’ufficio tecnico
di questo comune e dall’assessore ai lavori pubblici Gennaro Cinque, lavori
naturalmente, autorizzati poi dal sindaco Andrea Buonocore.
A Ciro un plauso per l’impegno costante, per
la tenacia e la forza di sopportare la rozza volgarità presente in quel
consesso e un plauso soprattutto per il rispetto che manifesta nei confronti
della cittadini, e dell’istituzione in cui si trova ed agisce. Rispetto però
che forse , ma è una mia opinione sia
ben chiaro, i cittadini di questa città non meriterebbero e vi spiego anche il
perché non lo meriterebbero.
Vedere quel video mi ha provocato per un momento un
profondo senso di sconforto: sconforto causato dal constatare sui visi di
quelle persone sedute dal lato opposto a Ciro Maffucci, ovvero nel gruppo della
maggioranza ,indifferenza, assenza, menefreghismo, impassibilità, apatia una
pletora di persone sedute non curanti e del ruolo e del luogo.
Ho pensato, ma come
è stato possibile che persone simili
possano occupare le sedie della più importante assise cittadina? Del luogo dove
si dovrebbero prendere decisioni e
praticare il rispetto delle istituzioni? Se sono seduti su quelle sedie e in
quel luogo, vuol dire che in quel posto ce li hanno mandati i cittadini di
questa città, ecco perché verso gli stessi io non provo rispetto.
Come si può
avere rispetto per chi non ne ha e non mostra di averne?
Vedere l’assessore
Cinque sbracato in maniche di camicia, con ventre che quasi debordava da sotto
l tavolo, giocare con il suo smartphone, senza alzare neanche lo sguardo, né
verso Ciro Maffucci che lo chiamava in causa, né verso un pubblico che forse
pure doveva essere presente, e poi rispondergli in dialetto :” io e sasicce me
magn” o qualcosa di simile perché l’audio non era perfetto, ha causato in me un
disgusto senza limiti.
Quell’individuo in quel modo e in quel luogo stava
manifestando tutta la sua protervia arroganza, tutto il suo manifesto disprezzo
verso chi aveva davanti, ma soprattutto verso il luogo in cui si trovava,
ovvero l’ aula consiliare.
Un atteggiamento da guappo, un atteggiamento di chi pensa:” parla quant
vuò tu, tant ca a cummann io”, ed era quello che poi diceva Ciro a proposito
delle risposte che gli davano gli impiegati comunali, alle reiterate domande
che egli faceva sul perché quei lavori pubblici erano stati mal fatti, male
eseguiti, rimasti incompleti: “ Gennar ha decis accusi”, “ Gennar ha ditt ca
sadda fa accusi”.
Una considerazione poi
andrebbe fatta anche sul ruolo del Presidente del Consiglio
che forse avrebbe potuto pure richiamare – è nel suo diritto farlo, ma non
lo ha fatto- l’assessore Gennaro Cinque
a tenere un comportamento più consono al luogo e al ruolo e soprattutto
a presentarsi un tantino più ordinato ai Consigli comunali.
Ecco ho pensato a
queste cose, e ho pensato che forse bisognerebbe puntare il dito verso queste
marchiane faglie comportamenti e
atteggiamenti che sono la manifestazione più manifesta di un costume che ormai
è diffuso in tutto il paese e fedelmente rappresentato in consiglio comunale,
soprattutto in quello che ho visto ripreso in quel video. Se il territorio di
Vico Equense è regredito a pura incuria e barbarie lo si deve a quelle
persone che occupano in quel modo quelle
sedie ma soprattutto a tutti quelli che in quel posto ce li hanno mandati.