Ho appena finito di vedere su Rai
play, l film documentario di Nanni Moretti, SANTIAGO ITALIA. Intenso,
commovente, in alcune tratti mi sono commosso anch’io come gli intervistati.
Andrebbe proiettato nelle scuole, con bravi docenti a commentarlo e spiegarlo,
benché non ci sia niente da spiegare: L’Italia di oggi, purtroppo dal punto di
vista della solidarietà sociale e della partecipazione politica non è più
quella del 1973, è molto peggio e le dittature di oggi, accantonati i militari
hanno altri deterrenti di controllo: consumismo, individualismo, arrivismo ecc.
ecc. Quando seppi del golpe cileno io ero con Silvio, nella sua stanzetta a
casa della madre, lo apprendemmo attraverso la televisione. Credo che Silvio
pianse, potrei sbagliarmi e se lui potesse leggermi, potrebbe aggiungere o
togliere da ciò che sto scrivendo . Silvio faceva il servizio militare, ma era
a casa perché aveva contratto l’epatite virale, avevamo 22 anni; insieme a Vincenzone Esposito eravamo
gli unici giovani militanti della sezione del PCI della nostra città. Io e lui
eravamo all’università: Scienze
Politiche, sul rettifilo si facevano manifestazioni quasi ogni giorno. Io
andavo a far visita a Silvio tutti i giorni, gli portavo L’unità e i programmi
dei nostri esami. Ricordo che decidemmo di fare un volantino, lo facemmo in
quella stanzetta, poi, io andai in sezione e confrontatomi con Gianni Arpino
decidemmo che avremmo volantinato la domenica mattina raccontando l’atroce
barbarie cilena e la caduta del sogno socialista di Salvador Allende. Lo scrivemmo
insieme quel volantino, poi io battei a
macchina il testo su la matrice, ovvero un
foglio estremamente sottile di carta di riso , rivestito da uno strato ceroso,
incollato sul lato superiore ad una striscia di cartoncino dotato di fori di
riferimento per l'aggancio successivo al rullo di stampa, feci anche una falce
e martello con la penna a sfera col nome della sezione, la sezione De Martino. La
domenica volantinammo, e io gli portai il volantino a casa, perché lui era
ancora a riposo. Ecco, aver visto SANTIAGO ITALIA mi ha ricordato cosa era l’Italia
di allora e cosa è quella di oggi.
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