Mi ha sempre disturbato il programma Propaganda Live, non mi è mai piaciuto il teatrino politicante in politichese, di parte, di una sola e unica parte, e non mi è mai piaciuto lui:Diego Bianchi, in arte"Zoro" con quel suo romanesco biascicato. Ieri sera ho avuto la conferma di ciò che ho sempre pensato.Mi sono sintonizzato sul programma verso la fine, le 11 e qualcosa o giù di li, perché mi rifiuto di guardarlo e perché sui Rai5 trasmettono Art Night, un programma fantastico sull'arte contemporanea certamente migliore e superiore di quel teatrino di nani e ballerine, e che appunto era terminato.Cosi, tra uno zapping e un altro ho assistito a una indecorosa e indecente presa in giro di tutto quello che era sta la cultura comunista di Reggio Emilia : l'intervista ai ragazzi che raccoglievano le firme per il Partito Cominista, la sufficienza e la spocchia con cui li si intervistava, la derisione fatta sui nomi delle strade che quella città - unica- aveva fatto: Ho chi min, Che Guevara, Nilde Iotti, Piazza Rivoluzione , Piazza Lenin,la mancanza assoluta di rispetto per una storia fatta anche sul sangue di chi era morto per quei valori e quegli ideali! Insomma una cosa riprovevole, fatta passare per arrugginito ciarpame del passato, con Milva in sottofondo che cantava "Morti di Reggio Emilia" e li mi è venuto il magone, o i canti sovietici della rivoluzione. Ma cosa ne sa Diego Bianche, che negli anni 70 era un bambinello, che Reggio Emilia era una città santuario per tutti i comunisti italiani di quegli anni? Che i compagni di Reggio Emilia erano generosi sostenitori di una smandrappata sezione in un paese del sud Italia tutto democristiano? Che ci ospitavano festosi, tra cappelletti e cotechini,guidandoci in quelle strade, tra quei cimeli. Nel 74 andai con Silvio a fare visita al compagno Reverberi: per noi fu come andare in un paese avanzato e civile e cosi era e quando ci portarono in giro per la città, lo stesso giro che ha fatto Diego Bianchi, ma vi assicuro che nessuno faceva ironia su quei nomi e su quella storia! Altra piega poi quando lo stesso Bianchi ha cominciato la sua propaganda dal vivo, del PD, il filmato banale e sciocco dei soldati che facevano la guerra sul caso di Bibbiano,una propaganda elettorale in vista delle prossime regionali e che non c'entrava niente con quello che si era fatto vedere prima e quando la telecamera inquadrava i busti di Togliatti, il quadro del Che, la foto di Gramsci, in maniera frettolosa come a voler dire:"questa è roba vecchia e ammuffita" , ho veramente capito che questa gente che si fa chiamare di sinistra non c'entra più niente con quella storia, ma soprattutto che non ne ha neanche rispetto! E se in Emilia e Romagna perderanno, perderanno soprattutto perché lì hanno rinnegato e abiurato ad una storia che era stata costruita su valori, emozioni, sentimenti, che gente come Diego Bianchi e tutti i piddini contemporanei neanche sanno più dove siano finiti.
Nessun commento:
Posta un commento