La violenza che si sta
esercitando sul territorio di Vico Equense, sembra diventare sempre più
virulenta e più cattiva, gratuitamente cattiva. Il consumo di suolo, e la
distruzione del verde in aree di valenza paesaggistica sembra ormai aver raggiunto
livelli parossistici non più sostenibili. Quello che potete vedere in queste
foto è stato fatto nel giro di qualche giorno, in una zona di lussureggiante
vegetazione, ma anche in una zona ad altissimo rischio idrogeologico R3. Le
foto satellitari di Google heart, mostrano com’era la zona prima, mentre le
altre mostrano lo scempio inconsulto e non ancora comprensibile poiché non se ne conoscono ancora né gli
autori, né le finalità. Di fronte a quello che dal ponte dell’EAV di Seiano apparentemente
sembrava una frana o un grosso smottamento, non ci sono parole che possano
commentare quello che si vede. Un territorio barbaramente trucidato, da chi
nella sua grossolana e crassa ignoranza e avidità, sicuramente intende lucrare
su quel terreno una volta ricco di ulivi, lecci e macchia mediterranea. Come è
stato possibile fare tutto questo? Come è possibile che nessuno sia
intervenuto? Hanno forse ottenuto autorizzazione per fare questo e chi l’avrebbe
mai concessa, ammettendo che ci sia autorizzazione e per cosa, per quello che si configura essere un autentico reato ambientale nonché disastro annunciato, poiché
quella zona gravita nel perimetro di zona R3, ovvero di grande rischio
idrogeologico, mentre pochi metri più sopra vi si snoda il Corso Filangieri? La
verità tristissima e drammatica che ne viene fuori è che Il territorio è nelle mani di vandali, temendo
però, che nel dire questo si offenda l’antico popolo: gente senza scrupoli che
appena può distrugge alberi per edificare o cementificare con complici connivenze di chi invece il
territorio dovrebbe tutelarlo e proteggerlo. Gli ambientalisti –pochi – che denunciano questi delitti vengono descritti nel migliore dei casi come invasati radicali, nel peggiore, come rompicoglioni, che si
oppongono al turismo e all’afflusso di soldi e alle attività commerciali, ma
qui, quella ferita, come già tante altre, per una zona di Vico Equense che gravita sulla
pianura del Rivo d’Arco orrendamente
stravisata sembrerebbe la goccia che fa traboccare il vaso: a cosa può servire quello sbancamento con una pendenza simile? Sembra improbabile una strada o qualsiasi altra cosa. Un parcheggio? Una costruzione?. A nulla vale il richiamo dell’Unione Europea: siamo i peggiori, gli
ultimi nella lista rispetto alla salvaguardia e alla conservazione delle aree
di verde e delle coste. Noi ambientalisti faremo ancora una volta il nostro
dovere, denunciando agli enti preposti affinché sia fatta chiarezza su questo
ennesimo delitto, su questa ennesima ferita inferta al territorio per amore dei
soldi, per lucrare sulla terra, per fare ancora una volta affari alla faccia di
piani territoriali e normative non
rispettate col consumo di suolo, con l’aiuto di uomini senza scrupoli, con bassissima cultura e di
grossolana stazza morale e non. Verso questi, poiché le denunce non ci restituiranno
più quel verde mutilato e distrutto tutto quello che loro si può augurare è una
sorta di anatema, una maledizione, perché chi continua a fare del male al territorio
non può pensare di farla sempre franca e di restare impunito. E allora, che
possano fare la stessa fine di quelle piante: essere tranciati brutalmente e
finire a rinsecchire nella terra, ammonticchiati. Chi specula sul territorio
non rispettando leggi è divieti non può non finire altrimenti. Salvatore Settis
in molti suoi interventi ha denunciato
il consumo selvaggio del territorio e la distruzione delle coste e del
paesaggio, oggi queste foto ci dicono che non possiamo più fare finta di non
vedere. Ci dicono che noi sappiamo chi sono i colpevoli, li conosciamo uno per
uno, ma non abbiamo le prove per denunciarli personalmente, e allora ci
rivolgiamo a chi le leggi dovrebbe farle rispettare nella speranza di far
pagare i colpevoli in un paese nel quale natura, paesaggio, verde non
rappresentano un valore in sé ma solo un tornaconto per fare affari.
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