Questo individuo, ha massacrato
di botte e ucciso un nigeriano, solo perché nero. Questo individuo è stato
definito da tutti i media un ULTRAS, ovvero: un tifoso estremista organizzato
di una società sportiva. Ciò che mi spinge ad una riflessione e dunque anche un
invito a far riflettere tutti, è la rimozione ipocrita di un termine politico,
e la sua sostituzione con un termine che ha una connotazione calcistica, benché
estrema, ma pur sempre ristretta all'ambito dell'agone sportivo. Il termine
tabù , secondo me, sparito e che nessun telegiornale o giornale usa più è:
FASCISTA. Vedo in tutto ciò, il progetto di una rimozione di un fenomeno che per
molti, per la maggior parte di persone, quelle che ricordano, è relegato ad un
periodo lontano della nostra storia e dunque superato, mentre per moltissimi
giovanissimi è addirittura sconosciuto. L'utilizzo di un gergo come quello
calcistico, si riscontra anche in altri ambiti della vita politica, tanto che,
nelle ormai rarissime tornate elettorali, le parti contrapposte si vivono
spesso come tifoserie e non come individui operanti scelte razionali
diversificate negli obiettivi. Questa operazione sul linguaggio, operata dai
media, non è innocente, essa sottende ad un preciso obiettivo: cancellare dalla
memoria ogni traccia di un fenomeno culturale che invece attraversa ancora la
nostra società ed è in forte ripresa, ma bisogna cambiargli nome, bisogna accomunarlo
ad una manifestazione apparentemente banale che non implica ambiti politici o
che coinvolgano responsabilità politiche. I media ormai sono sempre più esperti
nell’arte di far dimenticare a noi uomini il sapore nauseante della pappa con
cui ci ingozzano. Noi ormai siamo i novelli lotofagi, i mangiatori di oblio
indotto delle società contemporanee. Così i telegiornali e tutto il resto che
viene raccontato, ci insegnano come essere paghi di promesse di felicità
prorogabili all’infinito e come esser convinti di ricevere soltanto quel che inconsciamente
vogliamo sentire. Allora ecco che le parole scomode finiscono per essere
rimosse e al loro posto si fanno strada forme gergali che appartengono a
universi innocui e instupidenti ( l’universo calcistico è uno di questi), così,
un FASCISTA, RAZZISTA, diventa un ULTRAS. Ed è proprio la collaborazione tra universi
instupidenti, o realtà superficiali e i media che scaturisce, ma sono più
propenso a dire che si costruisce,secondo schemi complessi ( sublimazione ),
quell’immaginario sociale, la cui manipolazione costituisce oggi il più
formidabile strumento di potere. Così, in un mondo totalmente costruito – ma socialmente
realissimo – la banalità e lo squallore dell’esistenza quotidiana, la violenza
contro chi non rientra in questo immaginario, si intrecciano e si fondono
miticamente con le loro compensazioni, rendendo vana ogni resistenza. L’impasto
tra realtà e desiderio allora rivela in negativo la natura di un DOMINIO che
non ha più alcun bisogno di nascondersi o di usare le armi, ma anzi prospera perché
grida ed esibisce in pubblico i suoi inganni spacciati per innovazioni e
modernità linguistiche, gli arcana imperi,
da cui è scomparso ogni mistero. Amedeo Mancini 39 anni, imprenditore agricolo,
che chiama " scimmia" la compagna di Emanuel Chidi Namdi, non è un
ULTRAS di destra, ma è un FASCISTA, ovvero un razzista, un violento, uno
xenofobo che vede in un nigeriano, un uomo o una donna di razza inferiore, uno
che interpreta i rapporti sociali come rapporti di forza e quindi con
prepotenza e intolleranza e tutto ciò si manifesta col praticare una cultura
che oggi come ieri si deve continuare a chiamare FASCISTA, perché è importante
conoscere la storia e conservare il ricordo, per non finire col diventare tutti
decerebrati e considerare quest'assassino come uno stupido tifoso estremista.
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