Non ci si meraviglia più di
niente. Stamattina, domenica, un mio amico imprenditore, mi ha fermato e mi ha
detto: “ la colpa è degli intellettuali di sinistra. Quello che ha scritto
sulla marina di Seiano non va proprio bene” . Lui si riferiva al mio ultimo
post su due progetti – gli ennesimi – di privatizzazione di spazi pubblici sia
acquatici che terrestri. Poi mi ha suggerito di andare a vedere anche che cosa
sta succedendo a Faito, dove secondo lui – e gli credo- autonomamente gestori
di bar e ristoranti, con concessioni comunali date fatto i comodi loro. Lui
insisteva col dire che io – intellettuale di sinistra colpevole- non ho più il
diritto di scrivere e di critica, perché alle ultime elezioni non avrei votato
al compagine di Maurizio Cinque, di Cambiare si può, permettendo a
VICOinvolgiAMO di far vincere Andrea Buonocore ovvero Gennaro Cinque con uno scarto di 32 voti. Questa storia che
chi non vota non ha il diritto di parola, fa parte di un sistema di pensiero molto
in voga oggi e che un filosofo tedesco importante avrebbe chiamato “ il gergo
dell’autenticità” ( se sono un intellettuale, come dice lui, devo continuare a
farlo e dunque se lui è asino e non lo conosce, fa ricerche e se lo va e
leggere, poi quello che capisce capisce). Vorrei sottolineare che su quel post,
io sono rimasto molto deluso dalle reazioni e dalle voci che come un coro
unanime si sono levate a difesa delle attività che si fanno a Marina di Seiano,
ma sono rimasto ancora più deluso perché non ho colto nessun interesse in
persone che si dicono impegnate politicamente sul territorio. Questi due
progetti, che ho richiesto come VAS, che è un’associazione nazionale
ambientalista, a mio nome, sono dal mio punto di vista la riprova di una
politica clientelare spinta al massimo dal vecchio sindaco Gennaro Cinque –
oggi assessore ai lavori pubblici- e applicate servilmente dall’ufficio
commercio di questa sventurata città, una politica ancora molto attiva. Ma
queste cose però non le ho sentite dire a nessuno: non le hanno dette o scritte
le giovani promesse di Cambiare si può, che invece hanno pulito insieme il
giardino della SS Trinità con quelli di VICOinvilgiAMO in un afflato retorico a
dir poco penoso. Non ho sentito una sola voce
levarsi per valutare la gravità che lo specchio d’acqua davanti Seiano, sarà d’ora in avanti di una sola
persona, “ imprenditore” pure lui : non hanno aperto bocca La Torretta
stabilimento balneare che sarà molto penalizzato, non ha aperto bocca Mustafà
che pure ha un’attività, non ha aperto bocca la Lega navale Italiana che
dovrebbe tra le sue finalità fare anche politica di cittadinanza attiva, e non aperto
bocca neanche il “ raffinatissimo” Circolo del tennis, dove questo mio amico
imprenditore trascorre l’estate. Ah! Questi imprenditori! Il mondo sembrerebbe
esser fatto solo da e per loro, tutti gli altri, un bel calcio nel culo e
via!!! Così come non ha aperto bocca nessuno per una stabilimento balneare su
una scogliera, con tanto di ristorante e servizi igienici, era un unico spazio
rimasto libero, ma si è prontamente provveduto ad assegnarlo ad un altro “imprenditore”:
si potrà chiamarlo il solarium sul porto. No queste cose le ha scritte solo questo
“colpevole intellettuale di sinistra” (io
poi che detesto l’aggettivo di sinistra), ma queste cose sono argomenti che chi
scrive denuncia da anni nel silenzio di una città intera, alla quale queste
cose evidentemente stanno bene. E allora stamattina mi son dovuto sorbire la
reprimenda dell’”imprenditore” di turno che oltre a ricordarmi che non potevo
parlare o scrivere perché non avevo votato per il cambiamento, ovvero per Maurizio
Cinque. La verità sapete qual è? E’ che la comunicazione politica presunta tale
entra in funzione e reclamizza una verità di cui invece si dovrebbe sospettare
( la pulizia della SS. Trinità fatta tutti insieme appassionatamente per
esempio), a causa dell’immediato accordo col collettivo. Lo stato d’animo del
gergo è quello che vede nell’esempio edificante la salvezza di tutti, una cosa
invece di cui dovremmo imparare a sospettare…ma questa è un’altra storia.
Cultural studies,Queer/gender studies, urban anthropology,Conteporary Philosophy and contemporary art, politics, indipendent design, literature,art,gay life especially bears-people, electronic music,media studies. Questo blog non può essere considerato una testata giornalistica, in quanto viene aggiornato senza alcuna periodicità predefinita. Pertanto, ai sensi della legge n. 62 del 7 marzo 2001, non può essere considerato un prodotto editoriale.
domenica 24 luglio 2016
sabato 23 luglio 2016
DUE PROGETTI PER LA SPIAGGIA DI SEIANO
Dico
subito che come VAS qualche giorno fa ho fatto richiesta all'Ufficio
Urbanistico di poter avere copie di due interventi da realizzarsi alla Marina
di Seiano: si tratta di un riassetto
delle concessioni per l'uso di corpi morti per l'attacco di natanti nello
spazio antistante la Torretta fino al molo, richiesto dal Comune stesso e il
permesso a costruire sulla scogliera a ridosso del molo di attracco degli
aliscafo dell'ennesimo stabilimento balneare nonché solarium richiesta
presentata da un privato. La scogliera in oggetto era l’unico spazio libero da
ogni costruzione. Nella legenda si elencano una serie di voci: tavolato, mq
699,45,Bar Ristorante WC-WC disabili con copertura, 53,18 mq, tavolato coperto
con tendaggi mq 78,92, passerella in legno-scalette, mq 41,38, Linee in acciaio
per servizi-area virtuale, mq 187,44, faro mq 2,25, per un totale complessivo
dell’area di mq1062,62. Entrambi i progetti, anche con committenze diverse, una
pubblica e l’altra privata vanno entrambe nella stessa direzione: sottrazione
di spazi liberi e pubblici ai cittadini. Sono già diversi anni che evidenzio come
questo luogo sia diventato uno spazio totalmente privatizzato: non c'è un solo
millimetro di territorio dove non siano stati conficcati pali, cancelli,
gabbiotti, pedane cemento, perseguendo una dissennata quanto scriteriata
politica di svendere una zona che un tempo era un ridente borgo di pescatori. In
un post su FB Pasquale CARDONE - molto
preciso per la verità – CARDONE commentando l’informazione che davo ha fatto un
poco la cronistoria del fallimento di un progetto che avrebbe dovuto migliorare
quella zona e non invece farla diventare quello che oggi è: un'accozzaglia di
interventi brutti nel migliore dei casi, pacchiani, pretenziosi e cafoni nel
peggiore. Mi chiedo, dopo aver visto quelle tavole di progetto, regolarmente
autorizzate dalla Soprintendenza paesaggistica 1000 e più metri quadri non sono
pochi, chi saranno i fruitori di quello stabilimento a ridosso del porto e chi
avrà voglia di bagnarsi in quelle acque anche se lo faranno dal lato delle
Axidie. E i servizi igienici? Saranno sicuramente a smaltimento chimico? E se
si poi dopo dove li si scarica? .Già, le Axidie, non me ne voglia nessuno,una
volta l’unico incontrastato padrone; un luogo nel quale non farei mai un bagno
anche se me lo offrissero.
Era il top dell'offerta balneare
turistica
nei cinquanta e sessanta, è declassato oggi a condominio balneare per la
piccola borghesia vicana che non schioderebbe il proprio fondo schiena di
questa piazza balneare pur di fare il bagno tra volti sempre gli stessi. Una
signora, criticando queste mie posizioni ha fatto capire che una volta c’era
una insopportabile sbarra che non permetteva l’accesso: E’ vero, oggi non c’è
più, in compenso ci sono cancelli e catenacci e catene dovunque. Un'eccellenza
di un tempo declassata a lido prevalente di cittadini di Vico centro, chiuso
tra baracchini popolari con concessioni annuali sempre le stesse, mai riviste,
revocate o affidate ad altri gestori. Lo spazio d'acqua del porto invece dietro
la voce riordino concederebbe ampi spazi d'acqua per gli attracchi dei natanti
a un gestore che ha già un’ attività ristoratoria e che ormai sembrerebbe farla
da padrone. Anche in questo caso con
concessioni diventate veri e propri atti di proprietà a danno di qualche altro.
Glisso sulla bruttezza di operazioni che hanno cancellato quelle poche
tipologie costruttive esistenti e gli interventi di costruzioni cementizie
direttamente sulla spiaggia o di una folle palificazione per l'illuminazione su
tutte le Calcare. VAS denuncia
allora, con questi altri due progetti la rapina e l'ulteriore distruzione
dell'antico borgo marinaro. Denuncia gli uffici preposti alle concessioni di
continuare in una perniciosa politica clientelare. Denuncia il silenzio di
operatori turistici e della ristorazione che si definiscono internazionali. Ma
sopra ogni cosa VAS DENUNCIA l'espropiazione di spazi che una volta erano belli
e appartenevano a tutti e oggi sono brutti e tutti esosamente a pagamento. E si
chiede: È così che si fa turismo a Vico Equense ? È questo il risultato che si
vuole realizzare : rapina per tre mesi, assenza di un progetto organico, e
devastazione del territorio?
Qualcuno
ha scritto:lavorano 90 persone! bene, ma vogliamo vedere chi sono i datori di
lavoro e come e quando lavorano ? iVAS sono stanchi di sentire queste cose e
non vogliono riproporre un'immagine idilliaca del tempo che fu! Denunciano solo
il fatto che gente che si fa chiamare imprenditori siano diventate di fatto, e
non da ora, i padroni di suolo pubblico pur senza aver stilato mai il rogito. Il Consorzio invocato da qualcuno fu a voluto, quasi trent’anni
fa, dal centro sinistra ( Giunta Savarese), Rifondazione Comunista Repubblicani
e il sottoscritto Vas Ambiente si opposero ( io già allora feci tutta una serie
di volantinaggi). Ci opponevamo ad un progetto che tentava di miscelare
pubblico e privato propendendo per quest'ultimo. Oggi, vediamo i risultati
concreti di quella proposta e chi si opponeva stava vedendo giusto. Poi è
successo quel che è successo e con Gennaro Cinque sindaco, e diventato la
lottizzazione selvaggia che tutti possiamo vedere.
venerdì 15 luglio 2016
IL "NUOVO" CONSIGLIO COMUNALE DI VICO EQUENSE OVVERO: IL RE E' MORTO VIVA IL RE
Non se ne è mai andato! Ha
gestito tutti i giochi elettorali, è lui il RAS di questo posto chiamato Vico
Equense, e il nuovo sindaco è solo un satrapo prestanome, un facente funzione,
come lo è stato il sindaco precedente, mi dispiace dirlo, ma Andrea Buonocore,
tra lacrime e eloquio chiesastico, non
poteva fare una Giunta peggiore. Non che mi aspettassi chissà cosa, non mi
aspetto più niente da tempo e infatti ho annullato il voto, e forse non dovrei
neanche scrivere ciò che sto scrivendo. Neanche l’opposizione mi convince e
poi, con questa giunta catenaccio c’è poco da opporsi. Peppe Dilengite, che ha
fatto la vera opposizione nell’amministrazione appena passata, mantenendo alto
il profilo degli interventi tra sonnolenti compagni di cordata, ieri sedeva tra
il pubblico, occupando dei posti che, qualcuno maldestramente aveva pensato di
riservare ad un pubblico “più scelto”. Una cosa mai vista in un Consiglio
Comunale luogo deputato per l’esercizio della democrazia. Ci fosse stato lui, forse si poteva pensare ad
una opposizione decente al re di Moiano e di Vico equense, ma lui non si è
presentato e ora non c’è, e tra l’opposizione non vedo figure forti capaci di scardinare
questo catenaccio. Allo stato dei fatti, si dovrebbe pensare di organizzare un’opposizione
extra consiliare ma non vedo grandi movimenti in giro. Dunque questo è quanto!
La gente lo ama il suo re, in sala consiliare ieri, appena è entrato – e non
sto parlando di Andrea Buonocore – la gente ha accennato ad un timido applauso
soffocato per senso di decenza perché, nei posti riservati c’era la mamma del
nuovo sindaco, ovvero il giovane satrapo. Questa giunta, così com’è composta è
: l’espressione esatta di un avvenuta riconquista da parte del “Grande Re”il
ristabilimento dei ruoli e dei territori occupati. Una delega conferita a Laura
Del Pezzo, già candidata nella lista esclusa del Partito Democratico. La
signora in questione si occuperà di bilancio, patrimonio, tributi e soprattutto
di problematiche del Faito. Un assessorato conferito ad un partito che neanche
si è presentato e che dopo le deplorevoli vicende pre-elettorali per la
presentazione delle liste è stato pure commissariato? Sono cose che succedono,
e sono la chiara testimonianza di una “grande avvicinamento” del Grande Re di
Moiano e Vico Equense al partito democratico di Casillo e De Luca , d’altra
parte, l’ex segretaria commissariata era tra il pubblico plaudente e non mi
chiedo più quanti e quali veleni circolino in questo PD Campano. Poi a Franco Lombardi, la cui fedeltà
vassalatica al GrandeRe non ha bisogno di essere provata sono state affidate le deleghe di Politiche
Sociali, scuola, nonché l’incarico di vice –sindaco. A ruota seguono Lucia Vanacore
moglie dell’ex consigliere comunale Angelo Caso altro sicurissimo seguace del Grande
Re, della lista civica Colline Vicane, delega
alla cultura. Mentre ad Angelo Castellano, già ai vertici dell’amministrazione
di centro sinistra una quindicina di anni fa sono state affidate le deleghe all’urbanistica,
al verde pubblico, all’arredo urbano e alla spiagge. A Massimo Trignano l’incarico
di Presidente del Consiglio. Ai lavori pubblici, ecologia e ambiente e servizi
di manutenzione al territorio, ovvero al controllo e al governo stesso del
territorio si è collocato il Grande Re stesso, colui che già sindaco di Vico Equense
per due mandati consecutivi, di fatto amministrerà ancora la città. Dei giovani
di VICOinvolgiAMO neanche l’ombra. A giochi fatti possiamo veramente gridare:
IL RE E’ MORTO VIVA IL RE.
venerdì 8 luglio 2016
FASCISTA E NON ULTRAS: quando il linguaggio e le operazioni sul linguaggio attestano la falsa coscienza dei media.
Questo individuo, ha massacrato
di botte e ucciso un nigeriano, solo perché nero. Questo individuo è stato
definito da tutti i media un ULTRAS, ovvero: un tifoso estremista organizzato
di una società sportiva. Ciò che mi spinge ad una riflessione e dunque anche un
invito a far riflettere tutti, è la rimozione ipocrita di un termine politico,
e la sua sostituzione con un termine che ha una connotazione calcistica, benché
estrema, ma pur sempre ristretta all'ambito dell'agone sportivo. Il termine
tabù , secondo me, sparito e che nessun telegiornale o giornale usa più è:
FASCISTA. Vedo in tutto ciò, il progetto di una rimozione di un fenomeno che per
molti, per la maggior parte di persone, quelle che ricordano, è relegato ad un
periodo lontano della nostra storia e dunque superato, mentre per moltissimi
giovanissimi è addirittura sconosciuto. L'utilizzo di un gergo come quello
calcistico, si riscontra anche in altri ambiti della vita politica, tanto che,
nelle ormai rarissime tornate elettorali, le parti contrapposte si vivono
spesso come tifoserie e non come individui operanti scelte razionali
diversificate negli obiettivi. Questa operazione sul linguaggio, operata dai
media, non è innocente, essa sottende ad un preciso obiettivo: cancellare dalla
memoria ogni traccia di un fenomeno culturale che invece attraversa ancora la
nostra società ed è in forte ripresa, ma bisogna cambiargli nome, bisogna accomunarlo
ad una manifestazione apparentemente banale che non implica ambiti politici o
che coinvolgano responsabilità politiche. I media ormai sono sempre più esperti
nell’arte di far dimenticare a noi uomini il sapore nauseante della pappa con
cui ci ingozzano. Noi ormai siamo i novelli lotofagi, i mangiatori di oblio
indotto delle società contemporanee. Così i telegiornali e tutto il resto che
viene raccontato, ci insegnano come essere paghi di promesse di felicità
prorogabili all’infinito e come esser convinti di ricevere soltanto quel che inconsciamente
vogliamo sentire. Allora ecco che le parole scomode finiscono per essere
rimosse e al loro posto si fanno strada forme gergali che appartengono a
universi innocui e instupidenti ( l’universo calcistico è uno di questi), così,
un FASCISTA, RAZZISTA, diventa un ULTRAS. Ed è proprio la collaborazione tra universi
instupidenti, o realtà superficiali e i media che scaturisce, ma sono più
propenso a dire che si costruisce,secondo schemi complessi ( sublimazione ),
quell’immaginario sociale, la cui manipolazione costituisce oggi il più
formidabile strumento di potere. Così, in un mondo totalmente costruito – ma socialmente
realissimo – la banalità e lo squallore dell’esistenza quotidiana, la violenza
contro chi non rientra in questo immaginario, si intrecciano e si fondono
miticamente con le loro compensazioni, rendendo vana ogni resistenza. L’impasto
tra realtà e desiderio allora rivela in negativo la natura di un DOMINIO che
non ha più alcun bisogno di nascondersi o di usare le armi, ma anzi prospera perché
grida ed esibisce in pubblico i suoi inganni spacciati per innovazioni e
modernità linguistiche, gli arcana imperi,
da cui è scomparso ogni mistero. Amedeo Mancini 39 anni, imprenditore agricolo,
che chiama " scimmia" la compagna di Emanuel Chidi Namdi, non è un
ULTRAS di destra, ma è un FASCISTA, ovvero un razzista, un violento, uno
xenofobo che vede in un nigeriano, un uomo o una donna di razza inferiore, uno
che interpreta i rapporti sociali come rapporti di forza e quindi con
prepotenza e intolleranza e tutto ciò si manifesta col praticare una cultura
che oggi come ieri si deve continuare a chiamare FASCISTA, perché è importante
conoscere la storia e conservare il ricordo, per non finire col diventare tutti
decerebrati e considerare quest'assassino come uno stupido tifoso estremista.
giovedì 7 luglio 2016
Un occidente ubriaco di menzogne
Sono saltate le strutture
intermedie, ovvero quelle organizzazioni che riuscivano a convogliare le
istanze dei cittadini e farle diventare autentiche manifestazioni di volontà
popolare: per intenderci i vecchi partiti, quelli nei quali una base esprimeva
bisogni e richieste, e poi tra direttivi e congressi, si eleggevano
rappresentanti veramente scelti dalla gente per la difesa degli interessi
manifestati: in quel modo lì, crescevano tutti. Oggi tutto questo è scomparso,
i partiti attuali sono comitati d'affari, le segreterie "politiche"
determinano gli eleggibili in base agli interessi di casta, ma soprattutto il
sistema di democrazia rappresentativa è solo una farsa perché è diventato una
maschera ipocrita di valori ormai disattesi da tutti che serve solo a
perpetrare e sostenere un potere di gruppi, neanche più classi - come si diceva
una volta- il cui unico scopo è mantenere la ricchezza nelle mani di pochissimi
attraverso la ferrea , opprimente ed esosa rete delle banche. Il popolo
sparisce spazzato via da nichilistiche individualità, monadi impazzite che -
come noi- si trova ( quando ci riesce) davanti ad una tastiera ad esprimere il
proprio malcontento e nella maggior parte dei casi con la convinzione che una
volta manifestatolo, ha fatto la rivoluzione. Non è cosi: la rivoluzione deve
investire energie fisiche, deve prevedere guerriglie nelle strade, deve vedere
responsabili pagare fisicamente le proprie malefatte, deve avere capi capaci e
menti raffinate per la riorganizzazione di una società più giusta e più equa
per tutti, insomma, una cosa maledettamente seria. Quanti di noi sono capaci,
oggi, in un occidente ubriaco di menzogne centellinate ad ogni ora del giorno e
della notte, da media sempre più controllati, attraverso i miti del benessere
diffuso ad intraprendere questa cosa maledettamente seria? In più poi ci stanno
opprimendo con questa storia di un terrorismo fantomatico in modo che le nostre
società possano diventare sempre più sorvegliate e noi sempre meno liberi. La
vedo molto ma molto nera per i prossimi cinquanta o sessant'anni, non faccio
previsioni a lungo termine perché altrimenti sarei costretto a parlare di un
nuovo feudalesimo Tecno digitale. Anche se i robot prossimi venturi che
controlleranno le nostre esistenze ci avranno convinto che l’anima non può più
essere ciò che un tempo voleva essere, a questa nostra anima desostanzializzata
rimane tuttavia l’orgoglio di soffrire in modo discreto di questa ferita,
soprattutto là dove la povertà diventerà sempre più intollerabile. E questo
cruccio, questa sofferenza sarà la prova del suo stesso essere, del suo
esistere. Sarà la cartina di tornasole che ci permetterà di capire che non
siamo stati del tutto decerebrati.