I miei timori, su una
ripresa di interesse da parte della stampa su l’ECOmostro di Alimuri, alla fine
erano fondati. Leggo da qualche giorno interventi e articoli di stampa su di un
ritorno di “idee “ e “progetti” per l’ECOmostro di ALIMURI e sconcerta
apprendere che il Comune di Vico Equense e quello di Meta starebbero pensando
di raccogliere fondi (europei?) per espropriare l’area, al fine di demolire la
struttura e – questa è certamente la
notizia che inquieta di più – “ realizzare una maxi - opera di “pubblico
interesse”. I VAS, sette
anni fa, furono i primi a denunciare l’operazione avallata dall’allora ministro
Rutelli, insieme alla Regione Campania e al Comune di Vico Equense e alla
famiglia Normale proprietaria dell’immobile, ovvero demolire lo scheletro di
cemento e realizzare un complesso di pari volumetria in un’area di Vico Equense
e un complesso balneare sul sito dove sorgeva l’ECOmostro dopo aver messo in
sicurezza la montagna. Ora, si apprende con sconcerto, che qualcuno, mutatis mutandis, ripropone un disegno
che sembrava accantonato definitivamente, ovvero: che si vuole demolire e realizzare -in un
luogo che l’Autorità di Bacino del Sarno -
dichiarò estremamente pericolosa- , una
maxi opera di pubblico interesse e che:” La
proposta di trovare a breve una soluzione sul gigante di cemento porta la firma
di Giuseppe Tito, assessore al bilancio del Comune di Meta che, secondo le
indiscrezioni emerse nell’ultimo fine settimana, avrebbe già avviato delle vere
e proprie consultazioni con Gennaro Cinque, sindaco di Vico Equense, trovando
una sponda politica importante per iniziare a lavorare sul caso”. I VAS si chiedono a chi sarà mai
venuta un’idea del genere? Mettere in sicurezza un costone a falesie calcaree è
quasi impossibile: il costone è perennemente a rischio crolli. Per i VAS l’unica cosa da fare è
demolire quello scheletro e vietare l’accesso a tutta la zona prevedendo al
massimo una ripiantumazione a macchia mediterrane là dove essa è possibile e niente altro! Colpiscono, in questa notizia,
la sicumera con la quale si presenta
questa operazione e la baldanza nella dichiarazione di utilizzare fondi europei
per la realizzazione di questa “maxi-opera di pubblica utilità” che non si
capisce ancora bene cosa potrebbe essere. Per
i VAS quella zona è e resta una zona ad altissimo rischio idrogeologico!
Prevedere interventi in quell’area è assolutamente da folli! I VAS avverseranno con tutte le forze possibili un disegno
del genere così come già fecero per il progetto precedente!
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