C’era una volta, ma c’è ancora,
una signora in questo paese, molto impegnata in politica. Questa signora, nota
per le sue impennate con frequenti piccoli scatti del capo dice di aver
raggiunto grandi scopi nella sua vita sempre specchiata e autoriflessa: sempre
allo specchio come una moderna Crimilde a chiedersi: specchio specchio delle
mie brame chi è la più impegnata del reame? E lo specchio a lei: tu, tu tu, sei
la piu impegnata del reame unica tra le uniche visto che il posto pure offre una discreta varietà. Ha modificando spesso le sue coordinate concettuali, di modo
che, molto astruso e poco chiaro appare essere oggi la sua collocazione e
soprattutto il suo pensiero. Una volta questo modo di fare si sarebbe detto
opportunismo, oggi semplicemente non si dice più perché tutti fanno così. La
signora è molto elegante sempre, a modo suo per la verità, con uno stile un po’
agé, come si conviene ad una vera signora, conserva sempre un a plomb impeccabile anche se questa cosa la
appesantisce non poco. Ultimamente, va in giro a dire che insieme alla parte
politica nella quale si muove ha raggiunto in importante obiettivo che
perseguiva da anni. La signora ha anche un eloquio forbito – anche se spesso
intercalato dal dialetto locale – e spesso è incline alla chiacchiera: si ferma
con chiunque, saluta deferente, si fa salutare ossequiosamente, si impenna, si
guarda intorno furtiva, ti parla senza guardarti negli occhi, mentre ti
racconta l’ennesimo pettegolezzo che lei, sempre con signorilità, contribuisce
a diffondere, e lo fa con discrezione, guardandosi intorno come se ti stesse
raccontando un segreto che lei ha rivelato solo a te: è unica in questo, sembra
sempre che stia sventando un complotto. Poi furtiva si allontana e dopo un po’
la ritrovi ad un altro angolo con un altro a raccontare lo stesso segreto “tagliando
e cucendo” magari contro di te . E’ maestra nell’arte della dissimulazione, ma
soprattutto del dir bene e poi razzolar male. Per questo importante obiettivo
raggiunto ultimamente non ha esitato incontri al vertice o alla base con quelli
che lei dice esser suoi nemici giurati, fino a figurar in coppia con un personaggio dalla dubbia
condotta pubblica, ma si sa, e lei lo sa meglio degli altri: il fine giustifica
il mezzo e lo stesso fine giustifica anche la sua capacità di lasciare mele
avvelenate in giro, tra l’adulazione di giornaluncoli e giornaletti, locali, alla signora però forse bisognerebbe umilmente consigliare che con questo modo di fare, a furia di lasciarne troppe in giro, potrebbe finire, per errore, di addentarne una anche lei.
caro Franco,
RispondiEliminahai descritto in maniera Magistrale la Signora, si è capito benissimo di chi stai parlando e l'accostamento con la regina Crimilde è veramente ben scelto.
speriamo che la smetta di lasciare in giro mele avvelenate e falsità di bugie sulla SS. Trinità.
Io invece sinceramente non ho capito a chi ti riferisci; potresti essere più chiaro ?
RispondiEliminapiù chiaro di così non posso essere, in fondo è un apologo, un racconto breve e solitamente di carattere allegorico che normalmente si prefigge un fine pedagogico, morale o filosofeggiante.
RispondiEliminaIn esso protagonisti sono gli animali ma più spesso gli uomini.
L'apologo, che come genere letterario è simile all'exemplum, è stato utilizzato nell'età del medioevo soprattutto nelle opere a carattere religioso ed ebbe fortuna in seguito nella letteratura moraleggiante del Seicento di cui si ricordano gli apologhi dialogati del letterato Francisco Manuel de Melo scritti tra gli anni che vanno dal 1654 al 1657 e disquisiscono sulla morte, la vecchiaia, il modo di vivere del tempo.