lunedì 14 dicembre 2020

LA DIALETTICA DELL'ILLUMINISMO OU SA TRAGEDIE.



I media ufficiali- cominciamola a fare questa differenza- stanno osannando Angela Merkel, naturalmente lo fanno insieme al PD e compagnia: i tedeschi sono bravissimi e rispettosi e responsabili, invece noi no siamo confusionari, caciaroni, irresponsabili ecc. ecc. Ma, da altre fonti che arrivano dalla Germania: Monaco, Dusserdolf, Francoforte, Berlino, i tedeschi sembra siano in rivolta nelle piazze, anche se a noi non ce le fanno vedere; e la Merkel cosa fa? Decide il lockdown totale: li chiude per impedire che continuino. Non si sottomettono al potere? E...allora si commuove in diretta. Noi seguiremo a stretto giro.Il vaccino arriverà a suon di botti di capodanno, botti che comunque saranno esplosi, e sarà il grande ed unico protagonista del 2021. Intanto crollano le percentuali di chi lo farà. In tutto questo splendido quadro, l'Italiano medio non sta' capendo un tubo ma si batte il petto, addossandosi la colpa, anzi, tutte le colpe, sembra simile ai battenti di Guardia Sanframondi che si flagellano e sanguinano per espiare. Perché è giusto che espiamo le nostre colpe? Chi governa si gode lo spettacolo. Ci sbraneremo tra noi, ci accuseremo e loro ci lasceranno fare. Quale arma migliore potevano trovare per controllare e gestire la caduta a picco di un paese? Intanto i cattolici pregano con i democratici e le destre populiste e fasciste che vogliono fare solo i loro interessi di bottega ringhiano digrignando i denti come cani rabbiosi. Tout se tient.

venerdì 11 dicembre 2020

INTERVENTI DI ALLACCIO FOGNARIO SU VIA DEI MULINI. SARA’ UN’ALTRA COLATA DI CALCESTRUZZO COME E’ GIA ACCADUTO PER ALTRE STRADINE ANTICHE DEL NOSTRO COMUNE ?

LA via vecchia Mulini che da Santa Maria del Torosi riallaccia a via San Francesco

 


 

Era un tratto dell’antica Via Minerva, che collegava la piana vesuviana al promontorio dedicato alla dea dei naviganti, fino alla Punta della Campanella ,“Tra Castell’a Mare ed Equa si segue il detto Monte Lattario, che termina all’Ateneo, o Capo di Minerva, che prende il nome dal latte delle vacche, del quale parlano Procopio e Cassiodoro”. Questo tratto era l’unico e ancora molto trafficato, prima che i Borboni costruissero la strada costiera, sin dall’ età imperiale, e nel tratto di Vico Equense arrivava fino a dove poi è sorta la chiesa di S.Maria del Toro, oggi quel tratto si chiama via dei Mulini, cosiddetta perché in passato si trovavano dei mulini ad acqua, i cui resti una volta visibili oggi sono quasi scomparsi del tutto. La strada si ricongiunge a via S.Francesco proseguendo quindi per l’antica via della Sperlonca e continuava fino a Pozzano e da li nell’agro sarnese: la frana del 1966, ne trascinò a valle un tratto, mentre quello che la congiungeva a Pozzano è crollata a seguito di altri episodi franosi. Ho fatto questa premessa, perché su via San Francesco e su via Mulini l’ex assessore ai lavori pubblici nonché all’ambiente(sic!) ,che ora è consigliere regionale, ma ancora fac totum del comune di Vico equense, nonché monarca assoluto dello stesso,Gennaro Cinque, sta “incontrando” tutti i proprietari per “proporre” i lavori interrati di allaccio fognario, più Enel e fibra e forse gas. 

                           Sono certamente lavori necessari e utili, ma ormai tutti sanno, come lavora l’assessore, la sua manona pesante, e quali sono le “sue”maestranze" alle quali si rivolge per eseguire i lavori, e che, con quella manona l’assessore ha la ha cementificato il territorio; dai sentieri alle spiagge, e così, stradine che avevano una loro connotazione e caratteristica storica, costruite cioè con materiali quali basolati lavici o pietra arenaria, sono state coperte con una pesante e anonima malta cementizia rosa: così è sparita via Noce con i suoi gradini di pietra, così è stato distrutto il vicolo Castello, e grossi interrogativi permangono circa il restiling di via Monsignor Natale, Via Giusso, via XIV Febbraio, Via Vescovado, ovvero tutto il centro antico della città. Ora il tratto di Via Mulini che da Santa Maria del Toro arriva fino all’incrocio con una strada privata, che unisce via dei Mulini con via San Francesco, è già tutto cementificato, ma da quel punto fino a via San Francesco, un punto bellissimo che si inerpica tra vedute mozzafiato tra ulivi lussureggianti, insiste un fondo stradale, sul quale in maniera provvisoria e raffazzonata sono stati più volte fatti rattoppi con catrame e pietrisco che hanno coperto, laddove non sono state asportate e sparite, le lastre di arenaria che in alcuni tratti sono ancora visibili. So che su quella stradina si affacciano le ville di facoltosi intellettuali e uomini di cultura, docenti universitari e professionisti affermati napoletani e io, nella qualità di responsabile di un circolo VAS locale, è a loro che mi rivolgo e mi appello: vigilate affinché una della stradine più suggestive del territorio, nonché, una strada romana, l’antica via Minerva, non venga stravolta da interventi che ne distruggerebbero la bellezza e cosa più importante la memoria storica dei luoghi. Non si pretende di ricostruire l’antica strada, ma di tener conto dei materiali che potrebbero fuoriuscire al momento degli scavi e ad una scelta di interventi consoni e appropriati al contesto ambientale circostante. Solo voi proprietari potete farlo in virtù dello Ius proprietario, l’unico che potrebbe farsi valere contro gli interventi di un assessore che ha già dato prova tangibile di non avere né la cultura, né la sensibilità, né interesse alcuno a salvare e tutelate il bello che ancora resiste, nonostante la sua presenza e attività, sul nostro territorio, neanche le presumibili opposizioni, al momento sembrano interessate alla vicenda.

 


giovedì 10 dicembre 2020

SE FOSSERO ANCORA VIVI E SE FOSSERO ANCORA STUDIATI NELLE UNIVERSITA' TEDESCHE...

 

Angela Merkel

Theodora Adorno

Max Horckeimer


Se fossero ancora vivi e se fossero ancora studiati nelle università tedesche, Angela Merkel non avrebbe detto quello che ha detto nel suo discorso sulle restrizioni delle misure anticovid :" Io credo alla forza dell’Illuminismo se la scienza chiede, bisogna fare come dice la scienza E se gli scienziati ci stanno praticamente implorando di ridurre i contatti dobbiamo farlo " . E' un'affermazione che è stata subito sostenuta dalle cosiddette persone "responsabili" e dalle élite presunte colte e dai ricchi tedeschi e italiani cioè da quelli che hanno ancora redditi di sopravvivenza: in Italia renziani, piddini, insomma la cosiddetta gente di sinistra, consentendo con queste posizioni di gonfiare la rozza e grossolana reazione delle destre. Ormai lo sciocchezzaio pandemico non risparmia nessuno e siamo messi male. I due in bianco e nero sono due tedeschi che combatterono il nazismo e furono perseguitati dal nazismo, due filosofi. Ma cosa saranno mai due filosofi rispetto agli scienziati? Questa è la vulgata odierna. Uno è Theodor Adorno, l'altro Max Horckeimer, insieme scrissero un libro che forse andrebbe riletto e ristudiato nelle impoverite università tedesche, si chiama :"La dialettica dell'Illuminismo", chissà se Einaudi lo ristampa ancora rispetto a tutte le idiozie che si pubblicano ora. In sintesi i due filosofi, in questo che è ormai un classico del pensiero contemporaneo, legati da due esperienze che li accomunavano, quella dalla fuga dell'Europa del ventennio nazi/fascista e quella dell'esperienza nella società tecnologica americana arrivarono attraverso lo studio e le riflessioni a provare che l'Illuminismo ha la tendenza a rovesciarsi nel suo contrario, non solo nell'aperta barbarie del fascismo, ma anche nell'asservimento totalitario delle masse attraverso lo scientismo sostenuto dall'industria culturale. L'unico Illuminismo allora oggi possibile non è quello agognato dalla Merkel, ma quello di una riflessione critica sulla sua degenerazione. E' molto grave e pericoloso che i politici, non parlo di quelli italiani il cui livello culturale è infimo, direi quasi latino/americano, ma quelli più di maggiore spessore, abdichino alle loro responsabilità, affidantosi agli scienziati, delegando a loro il compito di governare le sorti politiche, economiche e sociali di un paese. " L'autodegradazione dell'uomo a corpo, a bios,a natura, si vendica perché l'uomo ha degradato la natura a oggetto di dominio attraverso l'illuminismo progressivo"(p.249), quello stesso che la Merkel rivendica oggi, quello stesso che sostiene l'ideologia della scienza e degli scienziati investiti di essere i tutori nel nuovo ordine mondiale. Solo gli sciocchi e le sciocche e gli irresponsabili possono oggi sostenere posizioni del genere, posizioni che alimentano reazioni fosche e grossolane le quali sono l'altra faccia della stessa medaglia.

venerdì 4 dicembre 2020

TEATRINO E COMPARSE AVVILENTI.

 



I cittadini non potevano guardare i giochi che si sono fatti ieri in sala consiliare,
la diretta non poteva essere trasmessa, si è detto che c’è stato un guasto, ma tu guarda un po? Si nominava il sostituto dell’assessore ai lavori pubblici e al suo posto si è sistemato l’uomo per tutte le stagioni nell’edilizia pubblica, diciamo che con l’ingegnere in questione è come se lui non se ne fosse mai andato. Poi ci sono state le dimissioni del Presidente del Consiglio, poi c’era da parlare di moltissimi debiti del Comune e di una fantomatica regia che coordini tutto. Che pena! Ci sono state lamentele, ma vi assicuro che forse è stato meglio per tutti non vedere proprio niente: la nomina dell’elezione dell’ingegnere Coppola ad assessore ai Lavori Pubblici rappresenta l’apoteosi di un uomo che è deciso a tutti i costi a continuare a fare quello che ha fatto fino ad ora, e non parlo dell’ingegnere, ma di Gennaro Cinque! Mentre il sindaco fantoccio ormai è chiaramente e senza infingimenti dalla sua parte come tutti consiglieri e scrivo tutti, maggioranza e minoranza senza esclusione alcuna: tutti gli uomini del presidente. Un teatrino triste e avvilente con comparse da quattro soldi. E poi vogliamo parlare del comunicato del Partito Democratico sulla sentenza del TAR circa la chiusura del pronto soccorso? Anche qui, c’è di che avvilirsi: è veramente indecente! Continuano a confermare la menzogna della chiusura temporanea, continuano a sostenere l’insostenibile. Anche qui direi: ma basta! Ma che senso ha impegnarsi quando questa gente è a questi livelli di bassezza? Il PD è questo e niente altro, a Vico Equense come in Regione Campania. Questi sono gli uomini del PD questo è il PD, questo è il capitale umano che c’è!. Ma è inutile ormai qualsiasi critica! Sono persone sul libro paga di De Luca. La nomina di Nello Mastursi come segretario particolare del Presidente De Luca è la ciliegina putrescente sulla torta rancida: un segretario particolare che si fatto18 mesi di carcere per un reato commesso nell'ambito della sanità, guarda un po’ che strana coincidenza. E De Luca che fa? Lo nomina suo segretario particolare e si assume politicamente la propria la responsabilità di quel reato commesso dal suo braccio destro e se la assumono anche i piddini locali : i magnifici sette o otto…insomma anche loro.
Con queste condizioni e questi uomini il paese non ha alcuna speranza di evoluzione politica e sociale anzi il paese è proprio questo teatrino di comparse avvilenti.

sabato 28 novembre 2020

OSPEDALE UNICO: IL NUOVO OSPEDALE DELLA VECCHIA POLITICA!

Studio di fattibilità

Un autentico, ulteriore, sfregio a danno della comunità e del territorio.   

C’è tutto  per pensare ad un grossa speculazione, c’è tutto per  pensare che questa operazione rappresenterà l’ennesimo spreco di danaro pubblico dal quale succhieranno tutti quelli che saranno coinvolti: sto parlando dell’OSPEDALE UNICO della PENISOLA SORRENTINA E COSTIERA AMALFITANA. 65 milioni previsti, levitazioni previste anche queste sul e dallo studio di fattibilità, di circa 110 milioni di euro. Ieri il presidente della Regione Campania ha ufficialmente annunciato, con il suo solito stile, l’avvio della progettazione dell’Ospedale unico: una mega struttura che è prevista nell’area del vecchio ospedale di sant’Agnello,in pieno centro urbano, oggi sede dell’ASL , che sarà abbattuto per essere ricostruito ed allargato  ex novo. Una trasformazione urbana che fa a pugni con la normativa urbanistica attualmente vigente, una trasformazione che non tiene conto dei rischi idrogeologici che la morfologia dei luoghi pone in essere, un Ospedale in “una zona a rischio idraulico molto elevato” perché andrebbe a sorgere sul bordo di un antico vallone colmato, la via dei Pini a Sant’Agnello, che spesso è stata chiusa per sprofondamenti, poiché tutti i valloni colmati altro non sono che vie dove l’acqua continua a scorrere.  Il progetto prevede la chiusura   – non temporanea come è stato scritto e sostenuto dal PD locale-  e l’accorpamento degli attuali presidi ospedalieri di Vico Equense e di Sorrento.  Ma al di là della gravità urbanistica e ambientale di una simile progettazione, ovvero un  ospedale in pieno centro urbano con una sola strada soffocata da un traffico ingestibile, strozzata da stradine che si immettono sul corso Italia ch diventa lentissimo e intasato da auto e pullman  turistici, ciò che colpisce maggiormente è l’indifferenza e l’arroganza con le quali è stata operata questa scelta,  verso le sorti dei due nosocomi in questione. Chiudendoli, si  lascia   scoperta un’area urbana molto vasta, in un territorio altrettanto vasto, in attesa che questa fantasmagorica costruzione sia finita e completata. Ma soprattutto colpisce la macroscopica menzogna dei Sindaci con fascia tricolore che sfilarono alla manifestazione per la riapertura del Pronto Soccorso di Vico Equense, e che forse avremmo dovuto fischiare e cacciare, anche se appena arrivati in piazza si dileguarono.  Essi sapevano già tutto, anzi loro sono stati i firmatari di deliberati che hanno dato il placet per questo progetto “monstre” che si attesta  essere l’ennesimo imbroglio verso i cittadini, l’ambiente, il territorio, e i fondi pubblici! Perché costruire un unico ospedale, quando per esigenze logistiche e ambientali  si potevano rinforzare i due che già ci sono?  Quale perversa logica ha sostenuto questo progetto che ripeto si configura come una struttura monstre in un centro urbano pieno come un uovo! Su di un’area a rischio idrogeologico molto serio? Se si può fare ancora qualcosa per fermare questa aberrazione urbanistica, la si faccia al più presto. Ma per chi scrive   la migliore soluzione sarebbe quella di rifunzionalizzare i due plessi ospedalieri di Vico Equense e di Sorrento, investendo la somma stanziata per ammodernare le strutture sanitarie, i macchinari e quanto altro serve in un ospedale che sia veramente tale.  Tra l’altro vale ricordare che l’ospedale   Vico è di nuova costruzione se si pensa che fu inaugurato nel 1991 ,ovvero 29 anni fa. Dunque allora sostenere ancora con forza il mantenimento dei due plessi ospedalieri, con la proposta di dividere in due ali il presidio ospedaliero di Vico Equense: una attrezzata e strutturata esclusivamente a fronteggiare la diffusione epidemiologica da Covid-19. L’altra aperta con ingresso dal lato principale ai reparti e alle varie aree ambulatoriali. De Luca e il suo partito non possono continuare a devastare il territorio, ma soprattutto non possono continuare a gestire la sanità in Campania come se fosse un affare esclusivamente privatistico. Oso provocatoriamente dire  che sta facendo meglio la Calabria senza un gestore della sanità che la Campania di De Luca! NO A QUESTA ENNESIMA SPECULAZIONE! NON SONO SOLO I CITTADIN IDI  VICO EQUENSE CHE DICONO NO ALL’OSPEDALE UNICO, MA ANCHE GLI ALTRI CITTADINI DEI COMUNI DELLA COSTIERA SORRENTINA! Sant’Agnello in testa dove molti cittadini manifestano infuocate prese di posizione contro il sindaco Sagristani! La demolizione dei due ospedali già esistenti da parte della ipotizzata e discutibile riorganizzazione della rete ospedaliera campana costituisce un atto di arroganza e un vero e proprio abuso di potere ai danni dei cittadini!  

 


VAS -VERDI AMBIENTE W SOCIETA'- Circolo " Giovanni Esposito" Vico Equense.
Responsabile Franco Cuomo

venerdì 27 novembre 2020

Commenti in margine ad un post del prof. Alberto Abruzzese. Se riflettessimo tutti un po' di più, forse potremmo vivere meglio anche questo incubo.


 
Alberto Abruzzese

Questo è l'orizzonte né distopico né utopico del tempo presente, se questa la definizione di "distopìa, o anche anti-utopia, contro-utopia, utopia negativa o cacotopia, descrizione o rappresentazione di una realtà immaginaria del futuro, ma prevedibile sulla base di tendenze del presente percepite come altamente negative, in cui viene presagita un'esperienza di vita indesiderabile o spaventosa". Tutta questa macchineria dell'immaginario sta svanendo in una sua totale elisione, rivelandosi nello stato di eccezione del tempo presente: la natura escusiva del desiderio di sopravvivenza della singola persona - quale sia ogni suo regime o ogni sua condizione di potere e violenza o subordinazione e dolore - è proprio il contenuto reale di chi nega la realtà della pandemia.

Io credo che la leggerezza di fronte a tutto questo, sia la reazione più sana della risposta della vita a tutti i racconti sia che vengano fatti  dai media che della realtà pandemica. Noi abbiamo paura della morte da quando veniamo al mondo, anzi è essa è graduale con il suo avvicinarsi alla consapevolezza che prima o poi ce ne andiamo. C'è chi ce l'ha di più e chi meno, ma nonostante questo continuiamo a vivere; se non fosse stato cosi dalla notte dei tempi, non avremmo avuto niente, né storia, né arte, né religione! C'è la pandemia OK! Può toccare a me, o a un altro, ma prima o poi doveva succedere e allora meglio non pensarci ossessivamente. Ravviso nella insopportabile seguenza di enumerazioni  dei morti- che in buona parte sono tutti di una certa età, come è naturale che sia- ( ho scritto in buona parte e non tutti, altrimenti mi danno del negazionista subito, ma muoiono anche i giovani, e anche questo è naturale, è sempre successo: "o viecchio adda murì, o giovane po' murì", dicevano gli antichi saggi) . Una sorta di stupida convizione a monte, sorretta dal delirio scientista di giornalisti agitati e di giornaliste rifatte, come se noi fossimo stati sempre immortali e fossimo stati attaccati da alieni che vogliono sottrarci l'immortalità, ma soprattutto che noi "immortali" abbiamo dalla nostra parte LA SCIENZA , ovvero il sapere dei saperi, la presunzione di uno scientismo già di per sé sciocco e per giunta messo in discussione già un secolo e mezzo fa. E allora meno male che esiste ancora in qualcuno un po' di leggerezza e di fatalismo. Già, il FATO sembra una parola antichissima e fuori moda, ma forse le dovremmo praticare di più le parole antiche. La divinità romana del Destino, che raggruppa idealmente le Moire, le Parche e le Sibille. Il suo nome deriva dal latino «fari», parlare, indicando l'ineluttabilità della parola divina, nessuna SCIENZA può combatterere o opporsi al FATO. È una divinità superiore agli dèi stessi, alla quale nessuno può sfuggire e disubbidire. Gli stessi dèi altri non erano che dei semplici collaboratori del Fato e nulla potevano fare per cambiarne le decisioni. I Greci personificarono il Fato, nelle Moire. I Romani nelle None e Decume. I Greci e i Romani sapevano anche ridere delle catastrofi, noi, con tutta la nostra SCIENZA sappiamo solo enumerare i morti e illuderci di essere immortali aspettando cure e vaccini come se questi potessero farci vivere per sempre. E' la stessa deformazione perversa che sta alla base del lifting per sembrare eternamente giovani, ma alla fine sembrare solo maschere macabri.

Interessante il tuo commento, ogni epoca - e ogni diversa sua identità umana al suo interno e dunque comunque condizionata dallo spirito del tempo - ha costruito una perticolare forma di rappresentazione della morte modificandone le tradizioni di lunghissima durata: dal mondo sacro e mitologico a quello religioso a quello artistico e politico a quello illuminista a quello romantico a quello popolare etc sino alla dimensione del mercato e dei consumi... Penso tuttavia che in profondità l'animale uomo abbia sempre temuto la morte: morte della propria carne e morte della propria vita (affetti, proprietà, famiglia, lavoro, potere, privilegio, sicurezza etc.) E il rischio di soccombere alla forza mortifera che lo insidia, il rischio di perdere la vita e la paura che si impossessa di lui, determina la disponibilità della persona a produrre la morte dell'altro da sé sia questo essere umano, società nemica o la vita della stessa natura, o il mutamento in ostilità del propro ambiente. Dunque la rappresentazione della morte finisce per essere il dispositivo primario della sua stessa inestirpabile paura della morte anche quando si traveste in nobilitazione religiosa, etica o estetica ...

giovedì 26 novembre 2020

SI RIAPRA IL PRONTO SOCCORSO SUBITO E SI RIFUNZIONALIZZI L’OSPEDALE IMMEDIATAMENTE! NON SI BARATTA LA SALUTE DEI CITTADINI CON LE LOGICHE DI PROFITTO AZIENDALE!

 A seguito della chiusura del Pronto Soccorso dell’Ospedale De Luca e Rossano di Vico Equense e della volontà dell’ASL di chiudere l’intero ospedale, insieme a quello di Sorrento, in vista di una mega struttura al di là da venire costo previsto 65 milioni di euro, per una struttura ubicata in una zona ad altissimo rischio idrogeologico, i cittadini di Vico Equense si sono organizzati  in comitato spontaneo per l’immediata riapertura dell’ospedale e per il diritto alla cura e alla salute  e hanno deciso di inoltrare richieste e soluzioni al sindaco di Vico Equense  affinché  agisca al più presto e conseguentemente  di concerto con gli altri rappresentanti istituzionali, che lo stesso ha il dovere di coinvolgere, anche in vista della discussione al TAR, in cui il Comune è parte ricorrente, e che si terrà il 3 dicembre prossimo, per una immediata riapertura del Pronto Soccorso e una rifunzionalizzazione dell’intera struttura ospedaliera.  Qui di seguito pubblichiamo il testo della richiesta da inoltrare all’ ufficio del protocollo del Comune di Vico Equense, in forma di posta certificata   protocollo@pec.comunevicoequense.it   o consegnata direttamente a mano o firmando il documento cartaceo che poi sarà inoltrato, quest’ultima operazione sarà possibile contattando il sottoscritto o il sig. Agostino Cafiero. Noi crediamo che questa battaglia vada fatta e sostenuta mentre sono da condannare e ostacolare  le logiche di una Sanità  ridotta a mera azienda con logiche di profitto . Si sollecitano gli organi di stampa a divulgare e sostenere questa battaglia di civiltà in un periodo oscuro della storia dell’umanità e del nostro paese.

 





domenica 22 novembre 2020

Facciamo il punto sull' Ospedale De Luca e Rossano di Vico Equense, ancora inattivo con Pronto Soccorso ancora chiuso.

 


Vogliamo fare un attimo il punto sulla situazione Ospedale De Luca e Rossano di Vico Equense? Da quel consiglio comunale nel quale si presentava un ricorso al TAR, che il TAR avrebbe “congelato” fino al 3 dicembre prossimo e dopo quella protesta pacifica dei cittadini di Vico Equense, con la presenza formale dei sindaci costieri fino alla piazza del paese , per poi dileguarsi, non è successo più niente. L’Ospedale apparentemente aperto è nei fatti vuoto: i reparti Medicina e Chirurgia chiusi, il pronto soccorso  chiuso, la città e il territorio pericolosamente scoperti, mentre da tutte le rappresentanze istituzionali, intendo amministratori, opposizione, partiti il silenzio è più assoluto che mai, se si eccettua una lettera al ministro della Salute inoltrato da VAS in cui si chiede  di inviare ispezioni e controlli su una situazione a dir poco nebulosa, e un’altra richiesta fatta alle autorità comunali e regionali da parte di Agostino Cafiero, non so se in rappresentanza dei 5 Stelle o sua personale, nella quale si ribadisce il diritto ai trattamenti sanitari garantito dalla Costituzione e si fanno proposte concrete per una sua pronta riattivazione con la divisione dell’Ospedale in due ale per  interventi distinti , con ingressi diversi : una Covid e l’altra per tutte le altre patologie aree ambulatoriali ,  per far sorgere il “nuovo” pronto soccorso operativo a fronte di garantire le prime cure in tutti i casi di urgenza ed emergenza. Al di la di questi due documenti ufficiali  non si riscontrano altre interventi o prese di posizione da parte  dell’amministrazione , né di qualsiasi altra rappresentanza pubblica o istituzionale.  Tralascio il discorso sulla diffusione dei contagi, sulla quale, ci sono notizie allarmanti ogni giorno che passa, anche questa situazione deprecabilmente commentata dalle dirette FB del sindaco Andrea Buonocore che somigliano a laconiche prediche pastorali. Ricordo a tutti la plateale contraddizione, che diventa plateale menzogna: Come fa il sindaco di Vico Equense Andrea Buonocore a protestare, se egli stesso nel 2012 ha approvato la chiusura del suo ospedale  con la delibera del 17/12/2012 n°53 insieme al suo predecessore  Gennaro Cinque, oggi Consigliere Regionale,  che chiese di eliminare l’ospedale di Vico per costruirne uno nuovo a Sant’Agnello al servizio  dei suoi concittadini, e che ora dice bugie su  un giornaletto locale dicendo che sono stati soppressi 4 posti di terapia intensiva che non ci sono mai stati? E con loro, ma più defilati, i sindaci della costiera sorrentina? E ricordo a tutti la posizione locale vergognosa del Partito Democratico, che oltre a sostenere la menzogna pietosa di una chiusura provvisoria, tramite alcuni suoi iscritti,  ha minimizzato, se non addirittura svilito il lavoro di medici e infermieri che vi lavoravano. Tutto questo è veramente non più accettabile né tanto meno sostenibile! O quella a livello nazionale e regionale: quando parlava di spending rewiew  di chiudere gli ospedali per mettere in ordine i conti pubblici  o fare cattedrali nel deserto senza personale. Ricordiamoci sempre cosa è il PD. Ricordiamocelo sempre quando   bastava solo non rubare sulla sanità . Ricordiamocelo ogni volta che muore qualcuno, anche qui a Vico perché non ha potuto ricevere i soccorsi immediati perché l’ospedale è stato chiuso in attesa di un’altra mega struttura di la da venire, in alternativa ci sono le cliniche private. Bisogna con forza sostenere a Vico Equense l’annullamento di quella delibera del 2012, solo in questo modo potremo riavere aperto il pronto soccorso e l’ospedale! Riporto a conlusione le parole di Gino Strada: “ Se dovessi fare il ministro reintrodurrei  la dicitura Ministero della Sanità Pubblica. Con me non ci sarebbero convenzioni con i privati. Non un euro. Io sono per una sanità pubblica, di alta qualità e totalmente gratuita. Per ricostruirla non servirebbero nemmeno altri investimenti. Bisognerebbe smettere di rubare. Almeno trenta miliardi l’anno finiscono in profitto. Quando una struttura sanitaria che dovrebbe essere ospitale con chi soffre diventa un’azienda in cui si gioca con i rimborsi e il pagamento a prestazione, si mette in atto un crimine sociale”.

Franco Cuomo  VAS CIRCOLO  “ GIOVANNI ESPOSITO” Vico Equense.

 


 

mercoledì 11 novembre 2020

Una operazione maldestra, fatta da chi forse voleva mettere un bavaglio a chi scrive

 



Una operazione maldestra, fatta da chi forse voleva mettere un bavaglio a chi scrive, un’operazione in malafede? Non lo so, maldestra perché è stato coinvolto il Presidente dell’associazione, suo malgrado e tratto in inganno,che mi ha confermato, ruolo, stima e affetto, e, come ha detto lui:” io non ho mai destituito nessuno”. Chi gli ha teso una trappola? L’operazione è stata pensata a Sorrento,mi dispiace pure che a organizzarla è stata una persona che credevo amica, ma mai dire mai e come si dice “ a vecchia a cient’anni si imparava ancora”.  Il  signor Coppola è il fratello del neo sindaco eletto , parliamo di centro sinistra,  contro di lui chi scrive non ha assolutamente nulla, e neanche contro il sindaco, prima dell’altro ieri io non lo conoscevo affatto, benché  lui  dichiari di far parte dei VAS dal 1995, doveva avere i pantaloncini corti quando si è iscritto perché io che cominciai col fondatore Antonio D’Acunto non me lo ricordo. Non sapevo neanche che per un periodo è stato “spin doctor” del sindaco Andrea Buonocore, né che è molto amico del parroco di Arola, dove serviva messa, e forse per questo è anche molto amico del nostro sindaco. Ora al di là di queste notizie, lasciatemi dire che la vicenda è veramente indegna e meschina! Chiunque si può iscrivere a VAS, chiunque ami l’ambiente, la legalità e i diritti calpestati. Il signore in questione è di Sorrento, poteva iscriversi a Sorrento. Abitava ad Arola? Allora poteva chiedermi la tessera come hanno fatto gli altri i tesserati di Vico. C’era con lui un gruppo nutrito di giovani arolesi? Io non li ho mai visti, ma se c’erano, se ci sono, possono e avrebbero potuto farlo  anche loro. Volevano costituire un circolo VAS ad Arola? Avrebbero potuto fare anche questo inoltrando una serie di garanzie al Consiglio Nazionale. Invece no,  il signor Coppola ha pensato di diventare direttamente il coordinatore del circolo di Vico Equense, avrà pensato: sono il fratello del sindaco di Sorrento e dunque faccio il coordinatore, conosco i responsabili VAS di Sorrento  e organizziamo la cosa. Così, senza avere neanche il buon gusto di avvertirmi si è fatto proclamare  con una procedure che non sta né in cielo, né in terra, coordinatore del circolo di Vico Equense. Chiariamo: il presidente Guido Pollice parlava di “ripresa delle attività associative”, convinto che  io avessi dato le dimissioni, dimentico però  che lui me lei aveva  rifiutate. Invece le attività non si sono mai fermate:  sono di settembre due  esposti  alla Procura, uno fatto insieme al WWF. Ma la cosa non è andata come doveva, nonostante le subitanee congratulazioni da parte del sindaco Buonocore e del segretario del PD Tommaso De Gennaro; si   perché a Vico Equense il coordinatore del circolo è ancora chi scrive, che lo fondò, con richiesta fatta allora ad Antonio D’Acunto fondatore dei VAS , nel 2002 con la buon’anima dell’ingegner Giovanni Esposito, a cui il circolo è intitolato ( quando era in vita si chiamava AEQUA, come il cinema che non abbiamo più). Da allora l’attività di VAS non si è mai fermata nel controllo e nella tutela del territorio, come sanno tutti, in un contesto dove abusivismo e consumo di suolo la fanno da padroni. Colpisce e rattrista in tutta questa vicenda che il sig. Coppola non abbia tenuto conto dei meriti, eh si, dei meriti caro sig. Coppola, così come ha detto nel suo bellisimo discorso  la vicepresidente degli Stati Uniti Kamala Harris: che meriti ha lei per decidere -solo perché forse fratello del sindaco di Sorrento -di mettere da parte il sottoscritto senza neanche dirglielo? Che cosa ha fatto lei per il suo territorio? Crede che solo perché si citi Greta Thumberg di essere un ambientalista? E allora ecco perché la vicenda è squallida, povera e indegna. Il Coordnatore del Circolo VAS  “Giovanni Esposito” è ancora chi scrive lo dica lei al suo amico sindaco Andrea Buonocore. Non siamo nel feudalesimo e non c’è la lotta per le investiture, lo dica ai suoi amici che l’hanno mal consigliata, ma solo lavoro, lavoro e tanto impegno.

Franco Cuomo – Coordinatore del Circolo VAS di Vico Equense “ Giovanni Esposito”

OSPEDALE DE LUCA E ROSSANO: BASTA CON GLI INFINGIMENTI E LE BUGIE! LO SI RIAPRA, I CITTADINI HANNO PAURA!

 



La presa in giro da parte del Sindaco Andrea Buonocore e degli altri sindaci della Penisola sorrentina relativamente allo smantellamento dell’ Ospedale De Luca e Rossano e alla chiusura del Pronto soccorso è ormai non un dubbio, ma una certezza. Vico Equense, in un momento terribile della storia sanitaria campana è stato privato del suo ospedale. Un colpo di mano che era già stato deciso, appoggiato dal solerte PD  vicano che ha sostenuto che la chiusura era necessaria e provvisoria, con un manifesto carta straccia, ridicolo e vergognoso per la loro stessa dignità di cittadini che non hanno l’ospedale, perché neanche loro alla fine ce l’hanno. Qualcuno avrebbe anche sostenuto che in fondo non era un gran che, sia come ospedale che come pronto soccorso e che quindi era inutile tenerlo aperto. Cattiveria e falsità gratuita: Io stesso, sono stato salvato due volte da quel pronto soccorso,  e sfido a trovare cittadini che possano dire di non aver avuto le prime cure e l’assistenza dovuta!  Oggi invece siamo completamente scoparti da questo punto di vista: se ti fai male, se cadi, se hai una colica, se hai un infarto, o devi fare delle terapie, puoi essere trasportato a Sorrento, se non è pieno, o a Castellammare, se non è pieno pure questo, o a Nocera Inferiore o a Potenza, o all’Ospedale del mare, nel frattempo se si tratta di infarto, per esempio, puoi morire per strada prima di arrivare ad un pronto soccorso serio. Forse non ci rendiamo conto che questa è veramente una cosa di una gravità inaudita ! L’amministrazione, dopo un Consiglio Comunale pletorico e noioso, con un intervento anche dell’ex assessore ai lavori pubblici - cha ora è Consigliere regionale, ma continua a fare l’assessore, che aveva predisposto lui di sua sponde tamponi per tutti a Ticciano con un laboratorio privato neanche accreditato, - ha deliberato di fare un ricorso al TAR per protestare per la chiusura. Dopo questo, il silenzio. Non c’è stato nessun intervento degno di rilievo. Eppure circa trecento cittadini sono scesi per strada civilmente per manifestare il loro disappunto verso questa chiusura e soprattutto le loro paure per non avere più un centro di prima accoglienza in città. I sindaci che si fecero fotografare con tanto di fascia tricolore arrivati in piazza si dileguarono. A tutt’oggi l’ospedale è chiuso e la riconferma l’abbiamo avuta del Tgr 3 dal Direttore sanitario dell’ospedale di Castellammare , che “Ha assicurato, come è avvenuto fin dal primo momento, il massimo dell’impegno di tutta la sua struttura e di tutto il personale lavorando in perfetta sinergia  con l’Ospedale di Sorrento, per fronteggiare il  Covid 19”. La triste  realtà è che per tutti Vico Equense non ha più l’ospedale.  Il nostro sindaco, l’ex assessore che fa ancora l’assessore, e gli altri sindaci della penisola avrebbero dovuto chiedere immediatamente dopo quella manifestazione un incontro col Prefetto o con il Presidente stesso della Regione Campania di far riaprire  immediatamente con un’ordinanza ad horas il nosocomio per rassicurare la popolazione già impaurita dalla pandemia, ma niente di tutto questo è stato fatto  e VAS  chiede a gran voce, facendosi portatore e difensore degli interessi dei cittadini di sollecitare questo incontro e di realizzarlo al più presto, se così non fosse, la premessa di cui in apertura, si confermerebbe essere una certezza.


Franco Cuomo

Circolo VAS, " Giovanni ESposito" Vico Equense




giovedì 5 novembre 2020

OSPEDALE DE LUCA E ROSSANO VICO EQUENSE: A CHE PUNTO SIAMO?....SEMPRE ALLO STESSO.

 


Signori, ma che cosa è successo dopo la manifestazione per la riapertura del Pronto Soccorso a Vico Equense e io aggiungerei anche per la riattivazione dei reparti di Medicina e Chirurgia? Il tanto sventolato ricorso al TAR per impugnare la chiusura che la nostra amministrazione avrebbe dovuto fare, è stato fatto? C’è stata qualche trattativa con la Regione Campania? Dal silenzio intorno alla cosa deduco che non sia stato fatto niente, che quella presenza dei sindaci con fascia tricolore è stata una comparsata , l’ennesima presa per i fondelli della popolazione, che al momento l’unico ospedale utile per la costiera sorrentina sembra essere quello di Nocera Inferiore. Intanto medicina e chirurgia sono vuoti, e il Pronto Soccorso ancora chiuso e con gli ospedali di Sorrento e Castellammare in tilt, forse a Kabul stanno meglio da questo punto di vista, mentre l’Italia si colora con sfumature che vanno dal giallo al rosso passando per arancio, ocra, giallo scuro, insomma un pantone che la dice lunga sulla sfacelo sanitario in cui siamo stati precipitati. Di certo nessuno vuole muovere un dito per la riapertura del Pronto Soccorso, né tanto meno per la riattivazione dei reparti del De Luca e Rossano che è di proprietà del Comune e non dell’ASL: alla Regione sono tutti pro COVID ASSISTANCE, il COVID porta soldoni a palate e allora tutti gli ospedali si riconvertono in centri COVID. Sembra invece che il Comune, il nostro lo voglia invece vendere e che su quella struttura ce già qualcuno che sta pensando di fare un bell’albergo per ipotetici turisti stranieri per ipotetici scenari futuri, sembra sempre che questa sia la volontà dell’ex assessore a tutto, ora consigliere regionale, perché qui a Vico Equense ancora non si muove una foglia che lui non voglia e i soldi servono a rimpinguare le casse, che importa se poi ti viene un appendicite e devi correre a Nocera Inferiore, magari ti operano in ambulanza durante i 35,40 minuti per arrivare. Mentre invece i 69 e rotti milioni di euro per il nuovo ospedale di Santa’Agnello ci sarebbero già, per cominciare la demolizione della vecchia struttura e costruirne una ex novo, come dice il detto: “ Chi fraveca e sfraveca nun perde mai tiempo” e i sindaci che sono venuti a fare la comparsa, per poi dileguarsi nel nulla, lo sanno bene, soprattutto quelli di Sant’Agnello, Piano e Sorrento. Il nostro invece è una specie di Azzeccagarbugli, un asino in mezzo ai suoni che però , sa bene quello che sta facendo, ovvero: tappa i buchi e mantiene il moccolo all’ex assessore a tutto ora consigliere regionale. Cosi sembrerebbero stare le cose, riemergono allora con maggiore evidenza le macroscopiche bugie del PD locale col suo documento e manifesto carta straccia, e si evidenziano ancora di più le marchiane fumisterie della famosa delibera 53 del 2012 , dove chi si prestò alla stesura o sapeva bene quello che stava facendo o fu raggirato da vecchi volponi degli intrallazzi amministrativi. Direbbe Gaetano Maresca non perdiamoli di vista, io invece dico che gente come questa è meglio perderla e gettare via lo stampino e che, per fare le guerre e le lotte giuste, ovvero per riavere il nostro ospedale occorrono uomini e donne con attributi giganteschi e non un gregge belante tenuto a bada di ringhiosi cani da guardia.



mercoledì 21 ottobre 2020

A VICO EQUENSE SI SOSPENDE IL PRONTO SOCCORSO PER INCREMENTARE IL PERSONALE NEI CENTRI ANTI COVID. IL GIOCO AL MASSACRO SULLA PELLE DEI CITTADINI CHE PERO' NON FIATANO. :

 



Un paese con un territorio estesissimo com’è Vico Equense, un paese con più di venticinquemila abitanti e un dirigente sanitario pretoriano di De Luca che in una sera decide di sospendere il Pronto Soccorso perché le unità del personale impegnato devono essere smistate nei centri anti Covid previsti da De Luca.  Così si lascia una città scoperta senza un presidio di Pronto Soccorso, che non era attrezzato come doveva esserlo un pronto soccorso, ma che ha sempre fornito un primo intervento, e per chi scrive, due volte salvifico. Da ieri sera questa cosa non sembra sia più possibile. E’ Un fatto gravissimo! Ma col Covid si stanno sdoganando le peggiori rappresaglie antipopolazione mai viste fino ad ora. Ci sarebbe dovuto essere tutto il paese, soprattutto i cittadini della zona alta, ancora più lontani da Sorrento e Castellammare ormai gli unici presidi di pronto soccorso sul territorio, ma stamattina ho visto solo un consigliere della minoranza e alcuni consiglieri della maggioranza con qualche rappresentante di Associazione di categoria ( commercianti), per intenderci i supporter del sindaco Buonocore, che fa la parte della bella addormentata nel bosco.

Mi basta un’occhiata per capire che ancora una volta si sta giocando un gioco sporco sulla pelle dei cittadini. L’Ospedale unico aleggia su tutto. Questa chiusura improvvisa è una prova tecnica di presa per i fondelli, pensata al tavolino l’ennesima: i consiglieri di maggioranza, il consigliere di maggioranza Giuseppe Aiello, che parte per andare in Regione e dice che non si muoverà di lì se non gli daranno assicurazioni certe di riapertura. Tornerà a Vico con qualche impegno preso di un funzionamento a scappamento ridotto e tutti crederanno nella bontà di questi nostri amministratori e andranno a casa felici e contenti.

 Insomma, il solito gioco delle parti, ma il destino dell’Ospedale De Luca e Rossano di Vico Equense è ormai segnato, e lo sanno tutti, anche quelli che ora fanno finta di protestare e il Covid gli sta dando il colpo di grazia. Qualcuno dice di ricorrere al TAR, come se non sapessimo che il TAR è l’espressione di chi amministra la cosa pubblica alla quale da sempre ragione.  Le istituzioni locali con la delibera comunale di indirizzo n.53/2012 acconsentirono alla chiusura del nostro  ospedale: la votarono tutti e dico tutti, anche quelli che oggi dicono di voler ricorrere al TAR, anche quelli che dicono che vi apportarono dei cambiamenti. Votarono tutti quella delibera in consiglio comunale, il sindaco di allora Gennaro Cinque e l’attuale sindaco Andrea Buonocore, che oggi dice di non sapere niente.

E così si organizzano le pagliacciate che stiamo vedendo da ieri sera: un presidio dove ci sono i fiancheggiatori di Andrea Buonocore che sembrano svegliarsi ora . Un disegno ben preciso tutto all’interno di una sanità allo sfascio in Regione Campania, dove se c’è qualche eccellenza, la si deve solo all’abnegazione e alla professionalità da poche mosche bianche. De Luca da Fazio, mantenendo fede alla maschera da gran guignol che si è stata cucito addosso e che ora esibisce come un vezzo, vuole passate come l’unico oppositore del COVID in Italia. Con le sue esternazioni da capo bastone sembra aver voluto mandare a tutti questo messaggio: in Campania si può morire di tutto,di febbri infettive, emorragie interne, infarto, cancro, basta che non si muoia di Covid, anche se poi tutti i positivi importanti si fanno riprendere nelle loro case sorridenti e truccati e fanno anche il doppio tampone. Questa è la sanità in Campania,e in Italia, mi risponderanno che è molto meglio di quella statunitense, ma si stanno facendo passi da gigante per poterne raggiungere al più presto gli stessi standard. Buona salute a tutti è l’unico augurio da farsi.

 


 

NATO NEL 1945


 

Qualche giorno fa un amico mi ha donato questo librccino; 33 paginette che in maniera asciutta, ma molto coinvolgenti, descrivono il racconto di una vita di un uomo, quella di Raimondo, con una semplicità spiazzante e con una sincerità disarmante. Raimondo Buonocore con questo libretto che lui stesso ha scritto e voluto, senza pretesa alcuna, con una istruzione traballante, per sua stessa ammissione, ci racconta cosa è stata ed è per lui la vita. La sua avventura personale in un paese che non esiste più, in una società rurale che era già sparita nei primi anni sessanta tra povertà e miseria ma con una grande dignità umana, il suo percorso interiore che non è solo dei cosiddetti intellettuali, ma anche di chi, con poche classi elementari e tanto lavoro sulle spalle, matura una crescita politica che lo porta ad essere comunista nella seconda metà dei sessanta. Una scuola e un apprendimento che gli viene dai suoi compagni di lavoro e che lui mette a frutto con scrupolosa attenzione. Così si allontana dalla sua vecchia cultura contadina, senza però mai rinnegarla e rispettandola e abbraccia i valori di solidarietà, amicizia, rispetto per l'ambiente e l'umanità. Raimondo è rimasto un comunista, ma non il comunismo o i comunisti raccontati dai media ufficiali, ma un comunista che ha a cuore le sorti di tutti gli uomini specialmente i più poveri e i più deboli, un comunismo fatto di amicizia disinteressata e di accoglienza e di solidarietà. E' un libriccino toccante, per molti aspetti commovente, una testimonianza di un mondo che è sparito per sempre ed è proprio questo che ha spinto Raimondo Buonocore a scriverlo: il suo domandarsi dove siano oggi finiti quei valori e perché sono spariti. Lui non ha mai dato importanza ai beni materiali, anche un po' bonariamente deriso forse per questo; e il libretto si chiude con una riflessione degna di un filosofo autentico:" Il mio "capitale" è sempre stato l'amicizia; la mia vera ricchezza sono gli amici che ho in tutto il mondo. Voglio trascorrere il tempo che mi resta a leggere e a viaggiare, per conoscere sempre nuovi luoghi, nuove persone, nuovi modi di vivere e di pensare". Grazie Raimondo per questa tua testimonianza e impegno di vita.

TRA SAGGIO E ROMANZO, NISO TOMMOLILLO CON " GLI ACIDI MI HANNO FATTO MALE", RACCONTA LA ROMA OPERAIA DELLA VISCOSA NEL VENTENNIO FASCISTA

 


Mi è arrivato ieri tra le mani questo agile volumetto, opera prima di un giovane antropologo culturale: Niso Tommolillo, una laurea presso la Federico II e una Specializzazione  presso La Sapienza di Roma, un percorso attento di studi fatto con la tenacia di chi oltre a volerla studiare la società, vorrebbe anche contribuire a svelarne i processi  di violenta reificazione capitalistica che agiscono sul corpo operaio, inteso non solo come classe, ma proprio sul corpo fisico di ogni individuo, e combattere questi stessi processi  per tentare di avere una società più equa e più giusta, soprattutto per i più deboli. Il libro è edito da un’editrice indipendente, Il Galeone  e si può comodamente ordinare in libreria e on line www.edizioniilgaleone.it . Naturalmente ho letto il libro prima, in bozze, ma vederselo tra le mani confesso che mi ha emozionato: conosco Niso Tommolillo  da quando è nato, ed è cresciuto anche in braccio a me, e sono fiero delle sue scelte di studio e di vita, che con caparbietà porta avanti in un contesto sociale sempre più chiuso e sempre più spietato nei confronti proprio di queste tematiche. Il libro, dopo una introduzione che illustra i contributi di filosofi ( Foucault, Bourdier, Agamben )  che si sono occupati delle problematiche dello sfruttamento e degli effetti del lavoro alienato sul corpo fisico di ogni individuo, ovvero della malattia e del malessere fisico e psichico prodotto da un lavoro spesso non assicurato e insicuro, si trasforma, e qui è l’approccio interessante del libro di Niso Tommolillo, in ciò che lui stesso o forse l’editore, come sottotitolo, hanno voluto chiamare, ovvero: narrazioni operaie della Viscosa di Roma. Il titolo un po’ provocatorio di “ Gli acidi mi hanno fatto male”, sembrerebbe voler rimandare a qualche esperienza psichedelica lisergica non andata bene,  e l’autore credo abbia voluto giocare su questo, ma in realtà poi, leggendo il libro si capisce che ci si riferisce agli acidi prodotti dalla  ex fabbrica SNIA Viscosa, già CISA Viscosa,   un complesso industriale di Roma, situato nel quartiere Tiburtino su via Prenestina, all'altezza di largo Preneste, nell'attuale parco delle Energie, che nei primi anni venti del secolo scorso produceva seta artificiale. Niso Tommolillo  ha spulciato nell’Archivio Storico Viscosa- Centro di Documentazione Territoriale Maria Baccante, contribuendo alla fondazione del centro stesso, e tra carte, memorie e documenti ha fatto rivivere in queste pagine le persone, i fatti e le storie di vita vissuta di operaie e di operai negli anni del fascismo e della seconda guerra mondiale a Roma. Ne viene fuori un racconto avvincente e crudo di sfruttamento, devastazione ambientale, infortuni sul lavoro. L’originalità dell’autore sta proprio in questa ibridare la scrittura saggistica e quella letteraria, un bell’impegno, portato a buon fine per un autore alla sua prima esperienza. Niso Tommolillo è da sempre impegnato nel sociale e in prima linea per la difesa della causa del popolo Curdo. E’ stato a Kobane, insieme ad altri compagni, come osservatore internazionale in un momento difficile e pericoloso durante l’assedio turco,  e in molti siamo stati in apprensione per lui e ha documentato con una interessante mostra fotografica - da lui stessa fatta girare e commentata - le condizioni di un popolo perseguitato. Allievo e pupillo di una grande antropologa scomparsa da poco, Amalia Signorelli, Niso Tommolillo ne continua in memoria il suo testamento spirituale e l’impegno culturale, in un paese, il nostro, troppo involuto su arretramenti individualistici e provincialismi di ritorno e paure collettive. Un libro da acquistare, leggere e sul quale meditare.      


lunedì 21 settembre 2020

MISS MARX , un film noioso e retorico.

 

Vishwakarma Jayanti il dio della creazione che si festeggia il 16 settembre


Vive nell' Orissa, è lo stato più povero dell' India, nella periferia urbana di Bhubaneswar, una corporazione municipale di 647 302 abitanti. Capoluogo del distretto di Khordha, nello stato federato dell'Orissa di cui è la capitale. Lavora presso la ..... si, quella che produce macchine industriali un' azienda di Service costituita nel 1997 operante nel settore della macchina utensile a controllo numerico, sempre tesa al miglioramento dei servizi per il soddisfacimento della clientela occidentale europea e italiana, anche la più esigente cioè noi. Lavora è un eufemismo fa lo schiavo: ha 34 anni, si è schiavizzato, per 15 mila rupie al mese, cioè 172 euro più o meno al mese dalle 8 del mattino fino alle 22 di sera, ovvero 14 ore al giorno, lavora all'assemblaggio di macchine industriali, senza sosta, senza spacco, senza assicurazione, senza protezioni, nella zona ci sono filiali della Big Pharma che producono i nostri medicinali per il nostro benessere non il loro, che spesso si incendiano: si continua a lavorare tra gas tossici e turni massacranti. Non ha ferie, non ha giornata festiva, dorme in un dormitorio pubblico, sempre con la luce accesa e con i ventilatori a pala che fanno un rumore ossessionate alle 22 una sirena o una tromba annuncia la cena: riso, pollo, curcuma, acqua, alle 22 e trenta tutti a dormire. Dorme con una coperta addosso per difendersi dalla luce, ma soffocare dal caldo umido, con altri "employees" come lui, in una stanza dormono in dieci, ma ci sono cameroni con più persone, i servizi igienici sono spaventosi, ma lui è felice, ha gli occhi di Shiva e la forza di Krishna, così dice lui, perché sa di essere un protetto dagli dei del suo vastissimo pantheon ai quali è fortemente devoto, i suoi familiari vivono a quattrocentoventi chilometri di distanza in un villaggio Ha una grande considerazione degli altri uomini e poi di sé. E' felice di vedere, il mare, che gli mostro: " Italian beach" dice lui in un inglese sgangherato quanto il mio, ma il suo di più perché lo scrive male, i dolci del bar, le t shirt che indosso e non si chiede, o forse si ma non lo dice, perché io ho tanto, noi abbiamo tanto, e lui niente di niente. Non mi ha mai chiesto niente, se non di andare nell'Orissa dove vuole mostrarmi il tempio di Lingaraj il più importante tempio indù e mangiare i laddu dolcetti circolari molto diffusi ed apprezzati da loro fatti con riso e miele e poi fritti che si mangiano durate la festa di Ganesh o nel Vishwakarma Jayanti day, la festa del dio della creazione. Ecco, Questa che ho appena descritto è la faccia più spietata del nostro capitalismo , che noi ogni tanto ricordiamo magari andando al cinema e pensiamo che esso sia solo un ricordo dell'Inghilterra del 7 e dellOttocento. No, signori, il capitalismo con la sua efferata spietatezza c'è ancora, solo che a noi fa comodo pensare che sia solo un momento della storia superato, vecchio, arcaico e, Rabindra, questo è il suo nome, come me, come noi, come tutti crede di stare bene solo perché può parlare con me attraverso il suo smartphone o fare trecento chilometri in moto per andare a lavorare da Bubhanswar a Jorda e dormire in un dormitorio insieme a dieci persone in un camerone con la luce perennemente accesa e le video camere attivate.