Cultural studies,Queer/gender studies, urban anthropology,Conteporary Philosophy and contemporary art, politics, indipendent design, literature,art,gay life especially bears-people, electronic music,media studies. Questo blog non può essere considerato una testata giornalistica, in quanto viene aggiornato senza alcuna periodicità predefinita. Pertanto, ai sensi della legge n. 62 del 7 marzo 2001, non può essere considerato un prodotto editoriale.
sabato 28 settembre 2013
venerdì 27 settembre 2013
Chiosa all'intervento di Paolo Frores d'Arcais : Splendori e miserie dell'intellettuale su Micromega : l'intellettuale e l'impegno
A Paolo Flores d'Arcais chiederei: perché Brecht/Kurt Weill sono più importanti dei Beatles e per lui Paul Mcartney sarebbe meno bravo e impegnato di Moni Ovadia ? Perché per lui in senso lato esiste una cultura alta e una cultura bassa . Sono d'accordo con lui che esistono indiscutibili operazioni di mercato e di marketing: anche per me Damien Hirst è un titolo azionario tossico gonfiato dai galleristi e dalla finanza, ma ci starei attento e rispolverare la dicotomia tra arte colta e arte non, o tra cultura alta e cultura pop. Proprio perché lui cita Adam Smith che sosteneva che nel mercato solo le merci hanno valore e non i prodotti dello spirito e del bello vorrei ricordargli che capolavori come Hey Jude o Strawberry fields for ever non sono da meno di La ballata di Mackie Messer nell'Opera da tre Soldi o dei Canti e Poesie di Bertold Brecht. Forse io scinderei la nozione di " impegno" dalla struttura di ciò che si scrive o si crea perché se non lo si fa, si corre il rischio di virare verso un'arte o una letteratura pericolosamente condizionate. Si pone sempre il problema : artista e opera. Fellini era meno impegnato di Pasolini? Si, se si confronta l'impegno del secondo rispetto al primo, ma I Vitelloni o Roma erano forse film meno impegnati di Accattone o Mamma Roma? Io dico di no e cinematograficamente parlando sono anche più belli. Dunque ciò che va posta amio parere è la nozione di impegno civile che - a mio avviso è cosa ben diversa dalle opere, altrimenti dovremmo dire che Viaggio al termine della notte di Céline è da gettare perché l'autore era un fanatico reazionario e magari I racconti del Don di Mickail Solockov che era un comunista dissidente era un capolavoro. Tutto l'intervento di Flores d'Arcais su l'ultimo Micromega a mio avviso è poco chiaro .
Franco Cuomo
L’INSOSTENIBILE PESANTEZZA DELL’IMPEGNO
Tra ieri e oggi ho speso 28 euro e novanta per acquistare l’ultimo libro di Aldo Busi, E Baci edito da Il fatto Quotidiano e l’ultimo numero di Micromega sull’ impegno degli intellettuali. Sono due libri in un certo qual modo simili perché entrambi affrontano il tema dell’impegno in questa Italia devastata dall’indifferenza. Ho dato una rapida scorsa ad entrambi, soffermandomi su alcuni periodi che mi sono saltati subito agli occhi: nel primo Busi che butta alle ortiche Italo Calvino, Pasolini, Arbasino ecc. ecc. ché secondo lui erano già morti quando erano in vita; nell’altro –Micromega- la solita casta di filosofi noti – filosofi superstar, che si dilungano su argomenti che fanno i conti con: potere, mercato, comunicazione. Certamente dovrò leggere accuratamente entrambi, ma ad una prima impressione mi sono pentito di averli acquistati. Perché? Perché ritrovo in entrambi gli stessi vizi che dicono di voler denunciare. Busi che , tra interventi televisivi e giornalistici dice di essere una vergine e invece non lo è – e non parlo in senso sessuale- accusa tutti quelli prima di lui di essersi venduti al potere per scrivere in case editrici importanti e partecipare a premi letterari e vincerli. Un super omismo egotistico ed individualistico insopportabile e totalmente in linea con i nostri tempi, ma soprattutto in linea con quello che lui dice essere il peggiore vizio degli italiani. Un vizio che – secondo me nuoce tantissimo alle cose giuste che scrive e dice- ma lui, prono come tutti alle leggi del mercato, fa spettacolo e, alla fine se ne frega, dell’impegno. Se penso a “Scritti Corsari” o Lettere luterane” o a “ Fratelli d’Italia”, confrontati ad alcuni suoi testi è facile cogliere le pesanti contraddizioni nelle quali fa finta di non accorgersi di essere. Il suo Especialista de Barcelona ( comprato pure quello ) che doveva essere il suo ultimo libro è in finale per il Premio Strega, un premio super lottizzato, un libro che ho lasciato a metà perché non sono riuscito a finire per noia e pesantezza della scrittura. Ho anche scritto che però lui è l’unico che in maniera spettacolare sbatte alcune verità in faccia al potere: non è un maitre a penser di quelli che lui dice essere già morti quando erano in vita, ma bisogna accontentarsi…perché questo è quello che ci riserva questa Italia mediocre. Per Micromega il discorso è simile solo che qui, in questa rivista super elitaria, quello che appare essere un vistoso controsenso è la chiusura al mondo esterno: la filosofia come linguaggio elitario praticato tra esperti e la difficoltà di poter accedere ad un empireo dove si riconoscono solo i filosofi super star. Basterebbe affacciarsi sul web per cogliere la vivacità di tanti giovani che fanno filosofia non “scolastica”, basterebbe essere più attenti per considerare quanti intellettuali oggi sono impegnati in battaglie difficilissime contro lo strapotere del mercato, per la difesa dell’ambiente , per la tutela dei diritti, e invitarli a scrivere sulla rivista, basterebbe reclutarli direttamente da Twitter e FB o da Blog specifici, invece niente: un monolitismo castale che non sembra per niente interessato al mondo reale , ma solo alla rappresentazione che di questo fanno i filosofi super star. Spero di essere smentito appena avrò letto e finito entrambi.
Franco Cuomo
mercoledì 25 settembre 2013
Esiste una censura politica su Facebook?
Stamattina ho scoperto di essere stato bannato per 12 ore da FB. Bannato, per chi no lo sapesse, significa oscurato. Qualcuno ha chiesto la mia censura. Qualcuno o FB stessa ha ritenuto qualche mio post non gradito o a chi mi ha bannato o all'establishement. Ci sono esempi precedenti, uno riportato è quello che potete leggere. Ho chiesto spiegazioni all'amministrazione di FB, non ho ricevuto ancora risposte, ho chiesto quale post poteva essere"non gradito", ancora niente. Siccome ultimamente ho postato su i NO TAV, posso ritenere che questo sia stato il motivo della censura: Non so altro, sto postando tutto su TWITTER, con la speranza di non essere bannato anche lì.
Dal Blog personale di Matteo Gracis, apprendiamo che è nato il 20 Luglio 1983, a Pieve di Cadore (Belluno), è da sempre appassionato di musica, soprattutto rap. Nel 2004, a Milano, ha fondato una ditta, la Azienda ProdAction, un network di siti web e riviste. Nel 2005 fonda anche la rivista Dolce Vita che si occupa di stili di vita alternativi, della quale Matteo è editore e direttore editoriale. Nel 2008 entra nell’Ordine Nazionale dei Giornalisti. Nella vita si occupa principalmente di comunicazione e ama viaggiare. Recentemente, sul suo blog, ha denunciato la censura che ha subito dal social network Facebook, è stato improvvisamente bannato dal sito. Matteo Gracis ha concesso a Caffè News un’intervista nella quale spiega la sua vicenda per mettere in guardia, dal controllo stringente al quale, anche in Italia, internet è sottoposto in modo sempre più forte, chiunque crede che la libertà di parola e di espressione siano diritti inalienabili dell’uomo.
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Concorsi letterari. Bergoglio scrive a Scalfari, Ratzinger a Odifreddi
Non
ho letto né il libro su Gesù, di Ratzinger pubblicato da Rizzoli, né quello di Oddifreddi,"Caro Papa ti scrivo" (Mondadori,2011), ma conosco bene come la pensa Oddifreddi. Io
fondamentalmente detesto questi illuministi-positivisti- scientisti radicali,
allo stesso modo in cui detesto i "talebani" della fede. Non amo chi
cerca di spiegare la fede con la ragione: la trovo una contraddizione in
termini, ma anche una perdita di tempo e di energie inutile. Non ho apprezzato
nemmeno la lettera di Eugenio Scalfari a Papa Francesco. Trovo sempre ingenui e
risibili i tentativi della ragione di spiegare la religione o definirne una sua
possibile "razionalità". Mi piace rimandare a questo proposito a un
testo che fino ad ora resta insuperabile e che forse Oddifreddi – da
razionalista scientista quale dice di essere dovrebbe aver letto e se non lo ha
ancora fatto lo deve leggere e che il sottoscritto ha letto con attenzione e
difficoltà anche. Sto parlando di: La
religione entro i limiti della sola ragione di Immanuel Kant
pubblicato da Laterza nella collana Economica Laterza. Quattro saggi a comporre un'opera fondamentale
unitaria sul tema della religione. Motivo conduttore è il tema della speranza
di salvezza e felicità che anima ogni cuore umano afflitto dal male. Per Kant
la vera religione è soltanto quella naturale e razionale: è la ragione che
coglie la legge morale universale insita in ogni uomo. Per Kant oltre questa
consapevolezza ogni vero razionalista non deve andare pena di cadere nella
metafisica e dunque diventare a sua volta un fideista della scienza. Mi fanno
dunque ridere le lettere di Scalfari o le radicalizzazioni di Oddifreddi ai
quali i Papi, in maniera composta e senza sforzi estremi, rispondono da Papi, ovvero con la loro testimonianza di fede. Ratzinger addirittura a
Oddifreddi gli rinfaccia apertamente un suo cadere nella metafisica e nella pura fantasia o credenza, quando questi parlando di scienza
esatta, annovera tra questa il principio di indeterminazione di Heisenberg o l'equazione di Schrödinger ovvero l'equazione fondamentale della meccanica
quantistica la cui risoluzione in molti casi non è possibile, e dunque una
sorta di metafisica: questa scienza portata ad esempio, per Ratzinger, ma non solo per lui, ma anche per molti filosofi contemporanei, è al momento solo una provocatoria visione di un mondo "fisico" talmente infinitesimalmente piccolo da non essere visibile, non immediatamente sperimentabile e dunque non ancora
dimostrabile. Allora, io sono convinto che un razionalista che sia veramente
tale dovrebbe smetterla con questi “attacchi” inutili alla fede, che proprio
perché tale dal mio punto di vista, non merita di essere spiegata o comunque non è suscettibile di tanta attenzione. Consiglio ancora a tutti quelli che
si definiscono laici ma che vogliono fare i conti con la fede un altro libro
che avevo letto a 24 anni e avevo trovato noiosissimo e che invece sto
rileggendo con grande piacer e godimento, si tratta di Giuliano di Gore Vidal,
Fazi editore. Anche in quest’opera, con grande delicatezza e sense of humour vengono affrontati i
problemi che affliggono Oddifreddi e Scalfari.
Franco
Cuomo
giovedì 19 settembre 2013
Perché si demolisce solo “’O Saracino” anticipando addirittura 140mila euro di soldi nostri e non anche l’abuso edilizio in proprietà Beneduce/De Rosa?
Quello che era un tempo
due o tre anni fa
l'anno scorso
“…radere al suolo il ristorante. In tal senso, la giunta ha deciso di
scendere in campo approvando la demolizione della struttura, il progetto e la
valutazione tecnico-economica dei lavori. Il consigliere regionale signora Flora Beneduce ha
contestato l’inerzia dell’amministrazione a far eseguire l’intervento di
demolizione. Che, stando ora al provvedimento emesso dall’ esecutivo, potrebbe
avvenire davvero a breve. L’operazione costerà all’ ente di via Filangieri quasi
140mila euro, agendo in danno di Ciro Aiello, proprietario de «'O Saracino», che
successivamente dovrà liquidare la somma al Comune. La delibera è stata
approvata nelle ultime ore: l’ hanno votata tutti, a partire dal sindaco Gennaro
Cinque. Ma con un’assenza pesante, quella dell’assessore al turismo, Antonio Di
Martino, che stando al verbale del provvedimento numero 116 già pubblicato
sull’albo pretorio non ha preso parte alla seduta.” (Salvatore Dare,
Matropolis,19,9,2013)
Vorrei evidenziare una situazione
paradossale. Questa operazione viene fatta passare come se ci fosse tutta la
comunità di cittadini che non vede l’ora di abbattere quel ristorante quale
bruttura che devasta la costa aequana e, per questo paradosso, si vanno a
spendere 140 mila euro di soldi pubblici ( che certo saranno poi restituiti dal
proprietario), solo perché il Consigliere Regionale signora Flora Beneduce contesta
“l’inerzia dell’amministrazione a far
eseguire la demolizione”. Ecco! Io non capisco questa urgenza? Con tutti
gli abusi ed obbrobri che hanno devastato la Marina di Aequa perché il Comune
ora per questo ristorante anticipa pure i soldi per la demolizione? Ripeto: non
mi sembra che ci sia tutta la popolazione che vuole che venga attuata la
sentenza del Consiglio di Stato. C’è una
sentenza del Consiglio di Stato che non viene fatta applicare? Benissimo allora
arrestate chi non la vuole applicare, oppure nel contenzioso Beneduce/Aiello,
la demolisse in danno la signora Beneduce che sembra avere urgenza di
“impreziosire” ulteriormente quei luoghi già distrutti: ma il Comune deve farlo
per legge? con i soldi nostri anticipando 140mila euro? Allora se si fa eseguire questa sentenza come impone la legge, si consideri anche il resto, non meno grave! Credo che questa
domanda sia da farsi subito e i cittadini devono sapere come stanno le cose.
Poi il sottoscritto al Comune di Vico Equense , porrebbe la domanda canonica
che esula dal paradosso di cui sopra ovvero: perché, con la stessa solerzia e
determinazione con la quale i mpone la demolizione in danno del ristorante “’O
Saracino” non impone con la stessa rigidità e determinazione la demolizione dei
molteplici abusi edilizi in proprietà Beneduce/De Rosa che hanno trasformato
una ridente ed ubertosa vallata in una landa desertica mentre quella che era
una modesta casa colonica è diventata una costruzione che ha decuplicato i suoi
volumi allargandosi giorno dopo giorno tutt’intorno? Perché, non emise già sei anni fa un’ordinanza di demolizione essendo quei corpi di fabbrica
tutti abusivi? E perché non lo fa oggi essendoci stato anche un diniego al
condono da parte della soprintendenza ed avendo il TAR respinto il ricorso
della società Il Sireneo d'Aequa? Il diniego della Soprintendenza è un atto
pubblico che si può consultare. Contro il questo provvedimento il sig. De rosa ha presentato
ricorso al TAR ma la sua richiesta di
sospensiva è stata respinta a maggio scorso. Intanto oggi , egli è ancora a
processo insieme alla moglie signora Beneduce e alla figlia, per gli abusi commessi
sulla stessa casa colonica, la prossima udienza
si terrà il 7 ottobre al tribunale di Sorrento. Giudice monocratico il dr. Iannone.
Sono notizie pubblicate tutte dal Corriere del mezzogiorno. Particolare degno
di nota è che il provvedimento della Soprintendenza del 25 gennaio 2013
protocollo 2256, censura tra l’altro anche la parziale sanatoria che veniva
concessa dalla Commissione Edilizia del Comune di Vico Equense. Ce ne sarebbe
dunque di materiale sul quale riflettere! Ma allora perché questa disparità di trattamento?
Perché due pesi e due misure diverse? Se “’O Saracino” sarebbe un obbrobrio lo
è pure tutto ciò che c’è alle spalle di questo ristorante. Domande sacrosante
credo che meriterebbero tutte una risposta pubblica. Ma chi mi darà queste
risposte? Il Sindaco,molto attento e sensibile sull’abusivismo? Oppure tutta la
sua giunta?
Franco Cuomo VAS- Vico Equense
martedì 17 settembre 2013
L'uomo sta sparendo?
L’uomo sta sparendo? Sembrerebbe di si, intanto dopo Foucault e
Derrida che hanno decretato finito
l’umanismo/umanesimo, l’uomo come soggetto non ha più una sua definizione
certa. Questa fase della storia mi procura ansia e incertezza emotiva. Il posto
del soggetto sembrerebbe essere stato preso dalle moltitudini: siamo passati a
una fase in cui gli spostamenti decretano la distruzione della soggettività. I
“molti” sono il soggetto di quest’era: non c’è più tempo per la singolarità? Non
c’è più tempo per l’individualità? Sembrerebbe di sì. Dalla seconda metà degli
anni Ottanta del Novecento fu Jacques Derrida che spostò i suoi interessi verso
i temi etici e politici, ancora una volta affrontandoli in maniera poco
tradizionale, cioè con uno stile in cui poco spazio era lasciato alla
"teoria" uno stile che può essere inteso solo alla luce dei
presupposti fondamentali della decostruzione: fu lui che coniò, per far fronte
alla sparizione del soggetto le
“politiche dell’amicizia” che sovvertirono, in filosofia, l’idea di
stato/nazione. Gli quegli anni costituirono un periodo di particolare vivacità
a livello filosofìco-politico, poiché in essi si sviluppò quel dibattito tra
moderno e postmoderno che coinvolse anche il decostruzionismo, e il cui avvio fu
segnato dal discorso di Jürgen Habermas, "Il moderno: un progetto incompiuto", pronunciato nel 1980 in occasione del
conferimento del premio Adorno. Secondo la tesi di Habermas, che condivido
totalmente, il postmoderno sarebbe stato contraddistinto dalla rinuncia all'ideale emancipativo della
modernità, le cui radici si trovano nel razionalismo illuminista,
ripiegando verso una forma ambigua e pericolosa di neoconservatorismo, che
caratterizzerebbe soprattutto la filosofia francese contemporanea e i cui
ispiratori sarebbero principalmente Nietzsche e Heidegger. Credo che Habermas[1]
avesse ragione allora e oggi più che mai: la scena del politico oggi è
precipitata nelle braccia di un bieco conservatorismo economico che ha stritolato
in una morsa di necessità “l’esistenza
dell’etico”: Al valore del soggetto/uomo si è dato la precedenza alla sua
decostruzione finalizzata alla sopravvivenza dell’economico, da qui,
l’importanza attribuita alle “moltitudini” anonime e al valore numerico della
vita da parte di chi amministra gli assetti del mondo. Ma credo però che avesse
ragione anche Derrida, soprattutto nell’ultima fase del suo pensiero quando
rivolse la sua attenzione ai fenomeni contemporanei di attraversamento delle
frontiere, da quelli "normali" dovuti alla cosiddetta
"globalizzazione" o a emigrazioni fisiologiche a quelli
"eccezionali" dovuti a movimenti di profughi, a spostamenti o
deportazioni etniche, di cui le vicende di fine Novecento hanno offerto
numerosissimi esempi (dal Ruanda al Kosovo). Da questi fenomeni – dovrebbe
poter venire fuori una " democrazia a venire " che non intende
chiudersi sullo stato di fatto delle democrazie occidentali, ma che vuole
dischiuderle appunto sull'avvenire, su un futuro la cui riflessione etica dovrebbe
essere tutta centrata su una fenomenologia dell'altro. Un compito arduo poiché,
se una democrazia a-venire vuole davvero rispettare l'alterità dell'altro, non
può mai preventivamente identificarlo, non può mai dire "che cosa" esso sia, non può pretendere
di sapere che cosa avverrà, non può anticiparlo, può solo accoglierlo come si
accoglie un ospite inaspettato: " senza questa desolazione, se proprio si
potesse contare su quel che viene, la speranza non sarebbe che il calcolo di un
programma. Se ne avrebbe la prospettiva, ma non si attenderebbe più nulla ne
nessuno. Il diritto senza la giustizia[2]
".
[1] Jurgen Habermas, Il
discorso filosofico dulla Modernità, Laterza Editore, 2003;
[2] Jacques Derrida, Gli spettri di Marx. Stato del debito,
lavoro del lutto e nuova Internazionale, Raffaello Cortina Editore, 2006;
domenica 15 settembre 2013
Succede a Vico Equense, ma sembra che sia normale
Ne dovrebbero parlare i tre Consiglieri di minoranza che però credo al
momento molto impegnati in altre cose, ma non di loro voglio parlare, dunque:
succede a Vico Equense, il Comune è titolare di alcune concessioni a Marina di
Vico e a Marina di Aequa. Come negli anni precedenti il Comune affida la
gestione delle spiagge a soggetti privati. Anche quest’anno, come da procedura
e da verbale, si è proceduto all’affidamento per la marina di Aequa per i lotti
1, 2 e 3 che sono stati datai in gestione a privati. Ometto volontariamente i nominativi
degli affidatari che – per chi volesse -si possono leggere sul verbale,
affinché non si creda che il sottoscritto ce l’abbia con queste persone che
svolgono un’attività, come è già precedentemente successo. Io non ce l’ho con
nessuno, io ce l’ho con le contraddizioni e la poca chiarezza con cui si
gestisce la cosa pubblica in questo paese. In questo caso dunque ce l’ho con
gli uffici responsabili del Comune , con i funzionari che sono responsabili in
solido e con i dirigenti che firmano, lavoro anche io in una pubblica
amministrazione e dunque so che è così. Fatta questa premessa necessaria,
torniamo al fatto. Dunque, dopo questo affidamento, successivamente il
dirigente, prima di affidare la gestione chiedeva al responsabile dell’ufficio
finanziario se ci fossero motivi ostativi per questi affidamenti. Il
Sindaco Gennaro Cinque, con un proprio decreto, anche questo si può consultare
liberamente, per motivi di urgenza, decide di affidare i tre lotti in questione
a Marina di Aequa agli unici tre convenuti e che, ogni anno sono sempre gli
stessi. Il 31 luglio però il dirigente dell’Ufficio Gare, improvvisamente
revoca l’affidamento a due dei tre soggetti, successivamente però lo revoca
anche al terzo. Il motivo di questa revoca è che – secondo il dirigente – tutti
e tre i soggetti non hanno i requisiti che vengono richiesti nel bando di gara.
L’8 agosto, lo stesso dirigente revoca l’affidamento anche al terzo soggetto
per motivi analoghi. Successivamente e siamo ad agosto inoltrato, quasi finito,
il Sindaco messo a fronte di questa situazione con propri decreti revoca
definitivamente gli affidamenti ai tre soggetti. Siamo arrivati al 12
settembre, ovvero a stagione balneare finita, il dirigente dell’ufficio gare con
un suo provvedimento dichiara deserta la gara in quanto gli unici
partecipanti al bando non avevano i requisiti necessari. Colpisce in questa
storia che ho voluto riportare che tutti e tre gli esercenti, nonostante
fossero state emesse disposizioni di revoca, hanno continuato a svolgere la
propria attività a marina di Aequa e forse la stanno svolgendo ancora, ma ciò
che lascia perplessi sulle modalità di svolgimento è che nessuno si è
premurato di fare applicare o per lo meno rendere operativi detti decreti: né l’ufficio che
li ha emessi , né il sindaco, né per lo meno – sembrerebbe è una mia opinione- fino ad
ora controlli da parte delle guardie municipali preposte a questi accertamenti.
Che cosa si deve pensare da questo racconto? Fatevi voi lettori un’idea. Gli
uffici tra l’altro conoscono bene i richiedenti le concessioni, sono sempre gli stessi: come mai le
revoche arrivano a stagione finita e non prima? Ecco! Lo ripeto niente contro
quelli che hanno un’attività, anche se per chiedere una concessione dovrebbero
per lo meno avere i requisiti minimi per poterlo fare, ma sicuramente è
discutibile la gestione degli uffici comunali e le loro dirigenze, che in
questo modo sembrerebbero voler accontentare – e non se ne capisce
il motivo- un poco tutti, non è così – a mio avviso- che si gestisce una
pubblica amministrazione, ma tant’è, siamo a Vico Equense, che è come “‘o paese
‘e pulicinella”: concediamo anche quando non potremmo, poi gli facciamo fare la
stagione e quando la stagione è finita ci accorgiamo e decretiamo che non
potevano farla”. Un bel modo di amministrare non c’è che dire! Prosit ai
funzionari integerrimi e ai dirigenti attentissimi!
Franco Cuomo – VAS- Verdi ambiente e Società
giovedì 12 settembre 2013
Ambiguità e doppiezze su Villa Fondi a Piano di Sorrento
E allora? Cosa sta succedendo a
Piano per Villa Fondi? Dopo l’incontro con le Associazioni e dopo una
vistosissima e plateale recita di buone intenzioni da sottoporre sempre al
Consiglio Comunale da parte di Giovanni Ruggiero, la realtà delle cose sta emergendo
in tutta la sua scontatissima e trita ovvietà: il project financing è ancora la
soluzione che gli amministratori di Piano di Sorrento intendono seguire. Un
gioco sporco e subdolo quello che si sta facendo. Leggo su Metropolis di
stamattina che la maggioranza vuole andare avanti e il sindaco -secondo me-
all'incontro ha fatto solo una sceneggiata ben studiata. Dicono che io sia polemico per
natura, ma l'azione da fare è denunciare a tutta la popolazione questa
doppiezza. Sentivo i toni sdolcinati di Cecilia Coppola-non me ne voglia- e
altri che parlavano di non voler fare muro contro muro e invece proprio questo
bisogna fare. La lobby dei progettisti e dei costruttori non demorderà e non
demorderanno neanche gli studi legali purtroppo e allora bisogna tornare
"in strada" e farlo il più in fretta possibile, con striscioni, gazebo, volantinaggi, piccoli comizi, altrimenti si fanno
gli errori che fanno tutti i comitati, e parlo per esperienza: anche a Vico il Comitato contro le antenne ha
fatto una fine impietosa e le antenne sono disseminate su tutto il territorio e
anche quello per la pubblicizzazione della SS. Trinità che raccolse quasi
tremila firme ha fatto la stessa fine. Chi da anni denuncia i danni
irresponsabili fatti da queste amministrazioni sa bene che queste giocano la
carta dell’”ascolto”, attraverso modalità ormai note. Dicono:” Ma si,
ascoltiamo la gente, facciamola parlare, poi istituiamo una commissione ad hoc
che si occupi del problema”, nel frattempo loro fanno andare avanti gli accordi
e le carte e alla fine, come è successo per i parcheggi interrati che hanno
dilaniato il territorio, non ci sarà più niente da fare ci si troverà davanti
al fatto compiuto e come dicono i francesi : “Les jeux sont faits, rien ne va plus”. Intanto, la commissione
insediata continuerà i suoi incontri illudendosi e illudendo che le operazioni
stiano andando nella direzione dei cittadini. Io credo che immediatamente,
attraverso gli organi di stampa, attraverso un lavoro instancabile e capillare
fatto di passa parola, bisogna sbugiardare questo sindaco e questa maggioranza:
i cittadini devono sapere che i giochi sono già stati definiti e fatti sulle
loro teste e anche “ la gentile concessione” , quel darsi in pasto alla gente,
è stata una manovra studiatissima. C’è ancora spazio per opporsi e lo si può
fare solo con la presenza costante in strada, in piazza, utilizzando tutti i
media, evidenziando le contraddizioni e le faglie che questo progetto mostra!
Poi, personalmente, sono dell’avviso che non deve essere il comitato a fornire
soluzioni, soprattutto quando queste sono state predisposte da loro nel modo
che tutti sanno: Il comitato deve chiedere solo che Villa Fondi resti pubblica
e che non sia affidata alla gestione privata, come pure non bisogna cadere
nella trappola del manager che programmi servizi e attività. A questo si penserà
dopo,nel frattempo bisogna demolire questa macchina subdola che sta già
operando e continua ad operare mentre io e voi scriviamo.
Franco Cuomo VAS – Vico Equense
giovedì 5 settembre 2013
Villa Fondi ( Piano di Sorrento) Bene Comune.
Chi vuole fare l’affare con Villa
Fondi? Giovanni Ruggiero spara già la sua cannonata presentando i famosi “privati”
che vogliono metterci i soldi e poi sembra voler dire alle associazioni
costituitesi in comitato permanente:” voi che cosa fate? Che ci mettete?”. Al
sindaco Giovanni Ruggiero che, contrariamente al mio amico Mimmo, io non stimo
molto anche se non lo conosco bene vorrei dire che ci sono molte ragioni del perché
un bene come Villa Fondi debba essere di tutta la collettività e non di un
manipolo di imprenditori privati o di uno solo addirittura che penserebbe solo
al suo interesse. Non stimo molto Giovanni Ruggiero proprio per questo tipo di
scelta: lui come tanti politici, stanno svendendo ciò che appartiene a tutti,
stanno svendendo il patrimonio culturale e storico di una città, o come succede
anche su scala nazionale di un’ intera nazione: che siano russi o cinesi che
acquistano non ha importanza, i nostri politici, i nostri amministratori devono
far cassa e dunque vendono o, svendono, dipende dai punti di vista. Ma la gente
non ci sta, nel momento in cui subodora l’affare per pochi la gente si
organizza e a Piano il Comitato Villa Fondi bene Comune sta avversando una politica che
purtroppo sta mettendo il patrimonio
culturale storico architettonico sul mercato: tra poco ci venderemo isole e
montagne e spiagge, tutto questo, questi “bravi “ amministratori lo fanno per ridurre
il livello della tutela privatizzando tutto. Occorre inve aprire un dibattito
serio, una riflessione sul ruolo del patrimonio culturale e paesaggistico nella
Costituzione, nell'identità e nella storia nazionale, e aprire varchi di
comprensione e di nell'opinione pubblica. Villa Fondi, come molti altri beni
artistico culturali rappresentano veri e propri momenti di identità collettiva
e questi rappresentano e formano l’impalcatura di una peculiarità storica specificamente
italiana: quella della tutela, la sua storia e la sua dimensione politica. Il
Sindaco Giovanni Ruggiero forse ignora – ma se lo ignora noi glielo ricordiamo-
il legame forte che lega il patrimonio
al territorio, alla storia e alla lingua del Paese, ai traguardi della società
civile. Tutto quello che abbiamo visto in questi anni di berlusconismo e di
derive di centri sinistri in sinistre
esperienze di governo e che continuiamo purtroppo ancora a vedere ci rendono il
quadro di esperienze e fallimenti della pubblica amministrazione (di destra e
di sinistra). Queste vengono messe a confronto con quanto accade in
Europa e in America, ma anche con le potenzialità del "sistema
Italia" nel'interazione (finora evitata ma possibile) fra amministrazione
della tutela e strutture pubbliche della ricerca e formazione (università). Noi
italiani abbiamo un privilegio di cui questa classe politica vuole farci
dimenticare : il diritto alla cultura e alla tutela del patrimonio storico
architettonico. Questo è un diritto disegnato nella nostra Costituzione. Dobbiamo
ricordare al Sindaco Giovanni Ruggiero che rispettare la Costituzione non è astratto
ossequio a principi polverosi. Rispettare la Costituzione vuol dire, al
contrario, costruire il futuro del Paese Italia e della città di Piano di
Sorrento: perché un Paese senza cultura è un Paese senza futuro e un paese che
mette in vendita il proprio patrimonio storico architettonico non merita di
essere considerato un paese civile: noi non siamo americani e non lo siamo perché
abbiamo il patrimonio storico culturale più vasto del mondo, il concetto di
tutela nasce in Italia e non nasce a caso . Allora è il caso di dire basta a
queste operazioni di basso profilo politico ma soprattutto culturale! Fino a
quando dobbiamo assistere all’incostituzionalità di scelte pubbliche come
queste? E come fronteggiare questo primato delle deroghe sulle regole? Se non
riusciamo a diffondere una cultura e una pratica della cittadinanza attiva, che
sia consapevole dei nostri diritti e delle loro ragioni allora si allontanerà sempre di più dal nostro
orizzonte la stessa idea di democrazia: ne resterà la parola, l’ombra, una
retorica vuota e bugiarda, come quella che vediamo esibita giornalmente dai
media: stampa e televisione. Il Sindaco Giovanni Ruggiero deve sapere queste
cose, deve sapere che la battaglia per Villa Fondi bene Comune è una battaglia
di democrazia e di civiltà. E’ importante non convincersi che la crisi economica
abbia la forza di privarci dei nostri diritti. Villa Fondi appartiene alla
città è di tutti e tale resterà! Siamo stufi di veder privatizzato ogni angolo
delle nostre città: le amministrazioni hanno responsabilità serie e il
patrimonio di tutti non si tocca!
Franco Cuomo VAS- Verdi Ambiente
e Società, Circolo Aequa, Vico Equense
Un commento di Carlo Tommolillo sulla sparizione del pensiero critico e una mia risposta. Mi piace corrispondere con Carlo.
Caro Franco,
collegando la questione dei media e della natura puramente
formale e rituale delle democrazie liberali occidentali a realtà di resistenza
puntuale e specifica come MUOS e TAV, a mio parere, si imbocca una strada molto
corta. E' un po l'essenza del pensiero del M5S: democrazia diretta,
informazione e gestione diretta, trasparente e capillare della cosa pubblica da
parte dei cittadini/utenti (o meglio, users). Ma sono questioni meramente
amministrative, prive di ogni impegno ideologico, di ogni tensione
intellettuale. Informarsi sulla TAV, discuterne in una parrocchia o in una
piazza e organizzare un corteo sono cose che non c'entrano poi cosi tanto con
l'esercizio del pensiero critico. Si continua a giocherellare nell'unico spazio
che il potere ha sempre concesso, coltivando l'illusione di contare qualcosa
sulle piccole cose, la strada riparata, il monumento in piazza, questa o quella
tassa tolta piuttosto che l'iva aumentata... Non è di certo questo l'esercizio
di pensiero che spaventa i poteri costituiti!
Adesso c'è l'ennesima campagna di beatificazione di Berlinguer. E non a caso, è chiaro! Rientriamo nel discorso che facevi tu alla grande: l'ageografia del santo comunista che ci liberò dal comunismo segna, ancora una volta, l'invalicabile confine oltre il quale la riflessione non è più lecita.
A proposito del pensiero razionale, si usa sempre l'immagine del bambino che non va buttato con l'acqua sporca, ma a ben vedere, l'acqua è sporca perché il bambino l'ha sporcata. Sarebbe dunque il caso di buttare lui e tenerci l'acqua pulita! Con questa piccola provocazione Slavoj Zizek rompe la cappa sacrilega che ha relegato il marxismo-leninismo nella vetrina degli orrori e sviluppa ed esercita un pensiero realmente critico e libero, indagando meglio su cosa sporca cosa, il bambino o l'acqua. Salvo poi mandare tutto a puttane appoggiando Syriza, vabè.
Dando importanza alla lotta NoTav si dimostra di essere già caduti nella trappola di cui parlavi. Il problema è decidere cosa sarà l'umanità nel prossimo secolo e quali saranno le condizioni della sopravvivenza della vita su questo pianeta. Dell'IMU e della TAV non riesco proprio a preoccuparmi.
Adesso c'è l'ennesima campagna di beatificazione di Berlinguer. E non a caso, è chiaro! Rientriamo nel discorso che facevi tu alla grande: l'ageografia del santo comunista che ci liberò dal comunismo segna, ancora una volta, l'invalicabile confine oltre il quale la riflessione non è più lecita.
A proposito del pensiero razionale, si usa sempre l'immagine del bambino che non va buttato con l'acqua sporca, ma a ben vedere, l'acqua è sporca perché il bambino l'ha sporcata. Sarebbe dunque il caso di buttare lui e tenerci l'acqua pulita! Con questa piccola provocazione Slavoj Zizek rompe la cappa sacrilega che ha relegato il marxismo-leninismo nella vetrina degli orrori e sviluppa ed esercita un pensiero realmente critico e libero, indagando meglio su cosa sporca cosa, il bambino o l'acqua. Salvo poi mandare tutto a puttane appoggiando Syriza, vabè.
Dando importanza alla lotta NoTav si dimostra di essere già caduti nella trappola di cui parlavi. Il problema è decidere cosa sarà l'umanità nel prossimo secolo e quali saranno le condizioni della sopravvivenza della vita su questo pianeta. Dell'IMU e della TAV non riesco proprio a preoccuparmi.
Caro Carlo,
il collegamento tra No TAV e No Muos e pensiero critico è meno insolito
di quando non appaia e ti spiego il perché. Su questi due movimenti che stanno
tentando di esercitare un diritto all’autodeterminazione e alla difesa del loro
ambiente è caduta pesante l’accusa di terrorismo da parte di una classe
politica, questa si, veramente terroristica:vorrei solo ricordare i vergognosi
tentativi di salvare un pregiudicato che tiene in scacco un intero paese e l’impietosa
rappresentazione di due partiti che sono un solo partito ormai che ha ingessato
ogni possibilità di pensare ad un futuro di civiltà etica per il nostro paese:
non ho mai separato la morale dalla politica. Dunque il collocarsi fuori da
queste logiche,fuori da questi schemi di pensiero unico è già un atto di
pensiero critico, è già un pensare “altro” rispetto alle trite ed abusate formule di un politichese frusto
che ormai tracima dagli schermi televisivi e dai giornali e che viene imposto
come l’unico linguaggio praticabile. Certo, ha ragione Zizek, questi del
quotidiano sembrerebbero essere gli unici spazi che il potere concede per
organizzare anche una sua contestazione, ma, e qui dissento da Zizek , che
conosco discretamente, questi due movimenti stanno portando avanti il tentativo
di una lotta per la salvaguardia dell’unico bene che oggi deve essere difeso
per la sopravvivenza dell’umanità: l’ambiente, l’oikòs, ormai completamente
antropizzato. Qui andrebbe detto- come giustamente lui rileva- che il bambino
ha sporcato l’acqua e dunque non vale più il detto “buttare il bambino con l’acqua
sporca”, ma quel bambino siamo noi, con i nostri consumi e con le logiche che
ad esse obbediscono che stanno realmente minando l’esistenza stessa dell’umanità.
Chi difende il diritto alla resistenza in Val Di Susa sta esercitando un
diritto al pensiero critico contro un conformismo politico ottuso che fa gli
interessi dei grandi trust economici contro le esigenze di quelle genti che
vivono in quella valle e contro interessi ancora una volta solo ed
esclusivamente economici e di parte, di una sola parte. E così pure chi si sta
opponendo al Muos, ha a cuore il diritto alla salute della gente che si
troverebbe a vivere sotto un gigantesco forno a microonde. A pochi passi da noi,
nel casertano e nell’vversano, le ecomafie stanno avvelenando una terra che
ormai non potrebbe essere più salvata nemmeno tra duecento anni per tutte le
scorie interrate, ma i media preferiscono narraci le elucubrazioni di Letta, di
Berlusconi, ovvero praticare la distrazione/distruzione di ogni coscienza
critica. Ora poi c’è pure Assad, altra trappola mediatica, così come lo era
stata Saddam. Noi non sappiamo nulla di veritiero, non sapremo mai quale è la
verità, così come non l’abbiamo mai saputa su Osama Bin Laden che, per quanto
mi riguarda, è potuta essere anche una comparsa hollywoodiana, visto che
nessuno mai ha visto il corpo di Bin Laden, così come non furono mai trovate le
micidiali armi di distruzione di massa di Saddam.Tutti però sono
distratti/distrutti da queste narrazioni e chi si prova a metterle in
discussione è immediatamente tacciato di eresia o di essere fiancheggiatore del
TERRORISMO, uno spettro che Baudrlllard aveva già preannunciato una ventina di
anni fa. Dunque, caro Carlo, il pensiero critico oggi è la pratica dello
smascheramento, del mettere a nudo il re/potere, nel destabilizzarne le forme
di controllo. Un compito difficilissimo, perché la gente ha perso l’uso del
linguaggio pensato, preferendo utilizzare solo i luoghi comuni linguistici
televisivi. Leggevo proprio stamani su Il Fatto Quotidiano, un’intervista di
Enzo Biagi, fatta nel 1974 – credo- a Pier Paolo Pasolini che così si esprimeva:”
la televisione finirà con deformare la capacità di pensare e dunque di parlare
degli italiani”. Oggi, di fronte a tutto quello che è accaduto e che continua a
accadere, penso che mai dichiarazione sia stata più profetica di quella. Oggi
il neo marxismo praticato passa attraverso queste pratiche: difesa dell’ambiente
per la salvezza intera dell’umanita e smascheramento dei linguaggi mediatici.
Al momento non vedo altre soluzioni.
Ti abbraccio ed è sempre un piacere discutere con un giovane come te.
Franco Cuomo
mercoledì 4 settembre 2013
Il vero dramma contemporaneo: la sparizione del pensiero critico
Penso al pensiero critico che è
sparito. Non riesco a leggere più nessun giornale, ascoltare qualsiasi TG.
Sistema Politico e Sistema dei Media
hanno costruito un format di pensiero e di lingua che è assolutamente
identico ed intercambiabile, in questo format termini e concetti fondamentali
sono stai ridotti a formulette recitate che mal si adattano alla dimensione
della nostra realtà: chi avversa la TAV diventa un terrorista, la democrazia è
l'esercizio di un linguaggio finalizzato alla mantenimento dello status quo,
trovare soluzioni per salvare un
delinquente condannato al terzo grado di giudizio per truffa e evasione fiscale
è un atto di garanzia per la difesa dei diritti. Da questo stato di cose dovremmo
imparare una lezione importantissima sul potere: esso non è altro che un
eccesso osceno che domina tutto il corpo sociale attraverso una manipolazione a
rete combinata tra poteri forti. Un esempio: per questo potere e questa
informazione gli operai sarebbero scomparsi, ovvero, non esisterebbero più come
classe sociale. Niente di più falso, gli operai esistono ancora solo che il
format di pensiero unico li ha fatti sparire dalla scena non parlandone più. I
cittadini della Val di Susa sono accomunati al concetto di terrorismo, perché,
secondo questo format, essi sono sulla scena senza rispettare le regole della
democrazia, stessa storia per i No Muos in Sicilia: i due movimenti, in realtà
praticano l’esercizio della democrazia partecipata perché attuano alla radice
il senso v ero del termine. In effetti la nostra libertà oggi oscillerebbe kantianamente
tra fenomeno e noumeno, ovvero: tra ciò che appare ( fenomeno) e l’essenza
nascosta delle cose ( noumeno). Allora succede che saremmo liberi solo nella
misura in cui saremmo autonomi noumenalmente, ovvero solo nel momento in cui
potremmo disporre di un pensiero critico che ci permettesse l’accesso all’essenza
delle cose e non solo all’apparenza. Oggi tutti sono soggiogati e convinti dall’apparenza: il Sistema dei media è un perverso meccanismo di controllo sociale, che
insieme al Sistema politico e al Sistema economico ha completamente annichilito
il pensiero critico. Oggi diventa molto pericoloso porsi al di fuori di questo
Status quo. L’esempio di Erri De Luca o di Gianni Vattimo o di chiunque altro
esprima manifestamente le proprie simpatie per i No TAV, tacciati di essere
fiancheggiatori del terrorismo o chi
prende posizioni nei confronti degli interventi occidentali contro un paese islamamico, rappresentano la pericolosità della pratica del pensiero critico. Nel piccolo,
se io dico che nel mio paese mi fa schifo l’80% del modo di agire dei miei
concittadini, che evadono il fisco, che sversano liquami nel rivo, che
costruiscono in dispregio delle leggi, sono guardato con sospetto da chi invece
vorrebbe trovare consensi tra queste persone accettandone, tutto sommato,
queste macroscopiche brutture etiche. L’esercizio del pensiero critico oggi è l’unica
pratica di libertà autentica: è più facile essere liberi che autocensurarsi, ma
questo oggi pochi lo sanno e molti trasversalmente hanno la responsabilità di aver
messo al bando, quasi come eretica, questa pratica.
domenica 1 settembre 2013
LE SCATOLE PIENE DEL SINDACO E QUELLE DEI CITTADINI.
Apprendiamo
che il Sindaco di Vico Equense Gennaro
Cinque ne ha le scatole piene dei professoroni, dei Soloni, che secondo lui
“parlano di cose che non conoscono”.
Comincia l'intervista con l’inquinamento del mare che, secondo lui, non serve parlarne
perché parlandone non si risolve niente infatti lui non ne parla e non ci prova nemmeno
a risolvere il problema. Deve averci proprio una
faccia di bronzo questo Sindaco per dire queste grossolane banalità. Se lui ha
le scatole piene!?! I cittadini cosa dovrebbero avere?. Parlo di quei
pochissimi che hanno un viso e un nome e di quegli altri (pochi pure questi) che omertosamente agli
angoli della piazza sono scontenti ma non si palesano come è nel più puro stile
di questo paese. Di cosa avrebbe la scatole piene questo Sindaco? Se la prende
con chi lo critica perché secondo il suo discutibile punto di vista, lui
dovrebbe avere solo fan sfegatati e si meravigli che ci sia qualcuno che osa
contraddirlo? Invece di sbottare in interviste a giornaletti locali perché Gennaro Cinque a proposito del mare inquinato non ci parla di quali iniziative
serie ha intrapreso per costringere la Regione Campania portare a termine i
lavori del depuratore di Punta Gradelle? Lavori fermi da anni e/o a demolire
quell’gnobile strada della vergogna, strutturalmente sbagliata e costruita
male, un monumento allo spreco dei soldi pubblici ubicata nel vallone di Seiano?
Il nostro sindaco si meraviglia dell’inquinamento che secondo lui sarebbe stato
risolto, ma tace sugli scarichi
fognari e sugli allacciamenti "molto liberi" che sta facendo eseguire: perché non ci dice il Sindaco
Gennaro Cinque quale progetto ha redatto o chi lo ha redatto che contempli
tutti gli apporti che lui ha voluto fossero fatti a partire dai liquami di Faito scaricati
nella rete fognaria vicana e degli altri tronchi di fogna che pure sono stati fatti passare da lui col pretenzioso titolo di
ammodernamento di reti tecnologiche? Se quel depuratore oggi
funzionasse a pieno regime si sarebbe potuto risolvere buona parte dell’inquinamento costiero per lo
meno quello limitrofo alle nostre spiagge! Invece lui – proprio lui – tace su
questo. Oppure, invece di sbottare,
perché non ci parla del mancato
ampliamento delle scuole di via Sconduci, un’opera necessaria per tutti i
nostri bambini, o di via Madonnelle e del completamento dell’impianto sportivo
e del parcheggio attiguo, o del mancato ampliamento del cimitero di Vico
Equense così necessario. Lo
sa il Sindaco che sbotta che i cittadini di Vico Equense hanno le scatole piene più di lui di
tutte queste inadempienze e di tutti questi ritardi e strafottenze manifeste? lo sa che i
cittadini di Vico Equense hanno le scatole piene di non avere più una sala
cinematografica che sempre lui ha fatto demolire? Lo sa che ne abbiamo abbastanza di tutte le antenne di telefonia
mobile piazzate a pioggia sul territorio soèprattutto nella zona alta e sulla sua ostentata indifferenza
verso la salute dei suoi cittadini che lui dovrebbe salvaguardare? O della meschina
farsa di una commissione che fino ad ora non ha prodotto nulla in proposito! O della devastazione di intere aree di
verde per far posto a parcheggi interrati che ormai non compra più nessuno? Lui
ha le scatole piene ! Ma di che ? E cosa dovremmo dire noi allora? Perché non ci dice
qualcosa sulla mancata consegna dello spazio del parcheggio De Rosa a via De
Feo da consegnare al Comune? O sull’ incuria delle stradine pedonali di accesso
alle marine lasciate in uno stato di osceno degrado o l'inerzia manifestata circa tutta la problematica relativa all'acquisizione a patrimonio comunale della SS. Trinità e Paradiso e l’elenco potrebbe
continuare all’infinito. E lui sarebbe quello ad averci le scatole piene?!?! Anche di questa arrogante e plateale
indifferenza i cittadini quelli che
parlano hanno le scatole piene! Come hanno le scatole piene sul silenzio/assenso circa l’appropriazione dello intero spazio del monumento ai caduti da
parte di privati per le loro attività. I Soloni parlano e denunciano le sue
bugie, forse di questo ha piene le scatole questo Sindaco? La verità è che Gennaro Cinque fa la vittima, ma è l’artefice di uno
stallo socio economico del paese che non ha precedenti nella storia di questo
posto, manifestato attraverso l’ottusa protervia di chi finge di ergersi a
padre della città e come tale, in questa veste, fa una reprimenda a
chi gli ricorda invece che lui è nudo, come il re della favola, e che non serve
incavolarsi perché c’è chi è più incavolato di lui! A Vico da un po’ di
tempo prevale un’estetica della
cartolina di ritorno,vecchia o nuova che sia, foto di Vico com'era e com'è. Vorrei ricordare a tutti
quelli che praticano questa estetica, che
questo paese, che vorrebbe essere fatto passare come una delle sette meraviglie del
mondo, per poter pensare di assurgere ad essere veramente tale, dovrebbe almeno vedere attuate tutte
quelle cose elencate sopra. Non basta un bagno di settembre a rendere magico
questo posto, perché questa magia è basata solo sulla casualità di una corrente
o di un vento favorevole: Il mare è inquinato e lo sanno tutti, o meglio, tutti
quelli che denunciano questo stato di cose. Quindi smettiamola! Queste
cose saranno anche fatte in buona fede ma non spostano più di tanto il degrado e non aiutano chi ha veramente a cuore la qualità della vita di questo posto, ma soprattutto la smettesse per prima
il Sindaco! E si desse seriamente da fare: un paese si amministra con la
razionalità, la competenza e una seria e lungimirante programmazione.
Franco Cuomo –VAS- Circolo Aequa Vico
Equense